
L'intervento di Giancarlo Tancredi in Consiglio comunale
Milano, 22 luglio 2025 – Ha rassegnato le dimissioni in Consiglio comunale, come previsto. Ma le parole con le quali ha salutato la Giunta e l’Aula di Palazzo Marino non sono state altrettanto rituali.
In parte perché Giancarlo Tancredi, fino a ieri assessore alla Rigenerazione Urbana, non ha tessere di partito. È arrivato all’assessorato da dirigente comunale. E la parte che resta l’ha fatta, per sua stessa ammissione, la delusione. Nei confronti di chi? Dei partiti di maggioranza. A loro si è rivolto l’assessore durante il suo intervento in Consiglio comunale. “Con sconforto e amarezza”. Tancredi ha innanzitutto sottolineato “l’estraneità” del suo operato “a qualsiasi intento illecito o a qualsiasi interesse personale”. “La mia vita, professionale e no, è sempre stata improntata a valori etici e morali, sempre a me riconosciuti da più parti, in più contesti, anche nella mia attività di assessore degli ultimi quasi 4 anni. La mia coscienza è pulita – ha sottolineato –, ho prestato la mia opera con passione, impegno, rispetto per tutte e tutti, leale confronto, e amore profondo per la città. E questo mio gesto spero sia di aiuto per una maggiore serenità, e per giungere il prima possibile ad una dimensione di chiarezza e giustizia”.
Poi ecco lo sfogo contro le posizioni tenute in questi giorni dai partiti di maggioranza, a partire da Pd e EuropaVerde. “Oltre che amareggiato per questa inchiesta e per il lavoro che non potrò portare a termine, sono sconfortato e molto deluso per quella che in questi giorni è stata la posizione espressa da alcune forze di maggioranza di questa città. Ci si è limitati sostanzialmente a chiedere le mie dimissioni, senza avere contezza di quanto sia realmente accaduto, al di là delle ricostruzioni mediatiche, e senza che sia intervenuta alcuna pronuncia di condanna. Quindi, con buona pace del principio di garantismo civile e democratico, l’unico principio è mettere da parte chi ora costituisce un peso ingombrante, offrire un sacrificio a chi chiede quei cambiamenti ai quali con il nuovo Piano di governo del Territorio stavo già lavorando”.
Fa alcuni alcuni esempi: “L’Atlante dei Quartieri, un progetto di riqualificazione e rafforzamento della città pubblica, della mobilità sostenibile, di strade e piazze più verdi; l’incremento di housing sociale negli interventi privati, già motivo di tensioni con gli operatori e i costruttori; la riforma delle regole morfologiche, con l’eliminazione di deroghe e la regolazione delle altezze; il rispetto rigoroso di requisiti ambientali e sociali per poter superare l’indice base di edificabilità; una salda regia pubblica e un rapporto ancora più stretto con i Municipi. Tutte proposte del sottoscritto nella revisione in corso del Piano di Governo del Territorio, condivise con i colleghi di Giunta, che andavano proprio nella direzione di una nuova fase urbanistica. La discontinuità che si chiede era, è, già in atto”.
Invece, “ancora una volta – ha rimarcato Tancredi – si cerca di ridurre temi complessi al tatticismo politico e all’individuazione di un capro espiatorio. Sarà interessante vedere, tolto di mezzo l’assessore alla partita caduto in disgrazia, e ancora in assenza di quella legge nazionale di riforma complessiva di cui ho sempre auspicato la definizione e l’approvazione, come cambierà l’urbanistica”.
Per la sua successione si fanno soprattutto tre nomi, al momento. In pole Simone Dragone, fino al 25 giugno scorso presidente di MM, dove è stato sostituito dall’ex rettore della Statale, Elio Franzini, poi Elena Granata, docente di Urbanistica del Politecnico e firmataria di uno degli appelli contro il Salva Milano, infine, più defilato Gabriele Pasqui, anche lui docente del Politecnico, ma in Politiche Urbane. Possibile, però, che si proceda ad un mini-rimpasto di Giunta e non solo alla nomina del nuovo titolare dell’Urbanistica. La partita dovrebbe chiudersi entro la fine di questa settimana.