
Lo stadio di San Siro
Milano, 2 settembre 2025 – L’antefatto è una “chiacchierata” con il professor Andrea Pillon, che nel 2022 gestiva il “dibattito pubblico“ sul futuro dello stadio di San Siro. La dirigente dell’urbanistica di Palazzo Marino, Simona Collarini (anche lei indagata per presunti abusi legati ad alcuni progetti e di recente nominata Responsabile unico del procedimento per lo stadio) si diceva “tranquilla” perché “i contestatori sono sempre i soliti due o tre”, evidenziando una “criticità evidente” emersa monitorando i social: “I più attivi sono i consiglieri comunali di maggioranza”, ossia quella parte del centrosinistra contraria all’abbattimento dello stadio.

Nel mirino
Carlo Monguzzi ed Enrico Fedrighini, relazionando in una chat del 4 ottobre 2022 al direttore generale del Comune Christian Malangone e all’allora assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. Un “fronte del no“ interno alla maggioranza preoccupante per chi spingeva sul progetto del nuovo stadio, come emerge dai fitti scambi sul nodo Meazza che emergono dalle chat agli atti dell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica milanese.
Cita il verdeScambi intensi il 27 settembre 2022, quando mancano poche ore al dibattito pubblico gestito da Pillon. “Ma che problemi ha Giungi?”, scrive Collarini riferendosi al consigliere comunale del Pd Alessandro Giungi, critico sulla questione stadio. “Non sempre prende le goccine”, è la risposta.
Giungi, nelle chat, viene definito come “il solito psicotico”. Al verde Carlo Monguzzi, che vuole parlare in aula delle inchieste sull’urbanistica, invece non va “lasciata la scena”. L’ex vice sindaco di Milano, Luigi Corbani, che con il comitato Sì Meazza ha presentato esposti alla Corte dei Conti sull’affare San Siro, prova “odio allo stato puro” e “desiderio di vendetta”.
L’ex area Ciak
Dalle chat, inoltre, emerge l’idea di Malangone di costruire il nuovo stadio sui terreni dell’ex teatro Ciak. A marzo 2023, infatti, il city manager invia un messaggio all’allora assessore Tancredi, dopo una lunga conversazione sul futuro di San Siro: “Ma dai Ceschina ex Ciak?”, domanda con riferimento all’area di viale Puglie, che ha ospitato anche il palcoscenico di X Factor, di proprietà di Sanitaria Ceschina e sottoposta a sequestro nel 2019 in un’indagine del pm Francesco De Tommasi per mancata demolizione di opere abusive. Tancredi mostra più di un dubbio: “È piccola però. Ci starebbe solo lo stadio, e non sono sicuro..”. Malangone gli invia un documento che sembra fargli cambiare idea.
La “tempesta perfetta”
Manovre sullo stadio definite come una “tempesta perfetta” che emergono dalle chat fra Tancredi e Malangone, sempre nel marzo 2023, quando tra le varie ipotesi per un nuovo San Siro, c’era anche la realizzazione sulle aree dell’ippodromo e delle piste di allenamento Trenno e Maura nel Parco Sud, entrambe vincolate.

Tancredi inoltra al city manager il messaggio che ha appena inviato al sindaco Giuseppe Sala: “Penso che lo stadio sulla Maura sia una strada molto in salita - dice - ma se vogliamo portarlo a casa secondo me dobbiamo inserire nell’Accordo di programma anche l’area della GFU (Grande Funzione Urbana San Siro, ndr) e il Meazza e chiedere alle squadre un’alleanza per farsi carico ancora, Milan, Inter e noi, del futuro del Meazza”.
Una possibile “quadratura del cerchio“ con l’Inter al Meazza. “All’Inter “svendiamo“ dilazionando in 90 anni – scrive Tancredi a Malangone –. Ma pensa anche al fatto che spostiamo i “nostri“ volumi alla Maura”.
Le reazioni
Monguzzi torna a chiedere “pulizia totale e i responsabili tutti a casa”. Giungi sottolinea che le “frase ingiuriose nei miei confronti” emerse dalle chat “confermano come la mia azione di consigliere non abbia guardato in faccia nessuno”. Dal fronte dei sindacati, interviene il segretario generale della Uil Lombardia Enrico Vizza: “Milano volti pagina e torni a essere un laboratorio inclusivo non solo per l’area metropolitana ma per la città policentrica lombarda”.