
Il progetto sullo stadio Meazza prevede la cessione a Milan e Inter per 197 milioni Obiettivo: creare un nuovo impianto
Milano – Luigi Corbani, presidente del Comitato SìMeazza, ricorda maliziosamente che lo scorso 11 novembre, in Consiglio comunale, era stato Giancarlo Tancredi a spiegare come si era arrivati alla valutazione di 197 milioni di euro per lo stadio di San Siro e l’area limitrofa, una valutazione effettuata dall’Agenzia delle Entrate e poi confermata da due professori di Bocconi e Politecnico. Sì, a parlare in aula, dopo il sindaco Giuseppe Sala, era stato proprio l’ormai ex assessore alla Rigenerazione urbana che lo scorso 21 luglio si è dimesso dall’incarico in Comune a causa delle accuse a lui rivolte dalla Procura di Milano, accuse che ieri il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto fondate, tanto da aver ordinato gli arresti domiciliari per Tancredi.
Il coinvolgimento diretto di Tancredi nell’affaire San Siro in quanto componente della Giunta con le deleghe all’Urbanistica basterà per stoppare la trattativa tra Comune, da una parte, e Milan e Inter, dall’altra, per la vendita di Meazza e area ai club, pronti a realizzare un nuovo stadio di fianco alla Scala del calcio, che verrebbe demolita in buona parte e in seguito rifunzionalizzata? È ancora presto per dare una risposta definitiva a questa domanda, ma di certo i domiciliari per l’ex assessore sono sono un’altra tegola lungo la trattativa tra le parti e, soprattutto, l’iter di approvazione della delibera sulla cessione di San Siro in Giunta e in Consiglio comunale. Un’approvazione da parte di Palazzo Marino che il sindaco avrebbe voluto arrivasse entro ieri, in modo da procedere poi con gli altri atti utili a concludere la cessione dell’immobile ed evitare di arrivare al 10 novembre – data dal quale potrebbe scattare il vincolo della Sovrintendenza sul secondo anello dell’impianto – con il Meazza ancora in mano pubblica. Così non è andata proprio a causa dell’inchiesta della Procura sull’urbanistica milanese.
Un’inchiesta, in particolare sul caso Pirellino, scattata lo scorso 16 luglio e che alla fine ha consigliato al sindaco, dopo il pressing del Pd, a rimandare l’approvazione della delibera su San Siro a dopo l’estate. Quindici giorni dopo, però, gli arresti domiciliari di Tancredi complicano ulteriormente la situazione. La domanda che sorge spontanea, a questo punto, è la seguente: la delibera su San Siro, a settembre, arriverà mai a essere approvata dalla Giunta e almeno discussa dal Consiglio comunale? Il dubbio è lecito. Il consigliere comunale di FI Alessandro De Chirico paventa che “i “non detto“ dai procuratori in merito all’intera vicenda stadio non lasciano presagire nulla di buono”. L’azzurro si riferisce al fatto che nelle ultime settimane i pm si sono fatti scappare più di una volta, conversando con i cronisti: “E poi vediamo cosa emerge sul caso San Siro”. Tegole giudiziarie anche sulla trattativa tra Comune e club? Chissà. Il centrosinistra in Comune, nel frattempo, deve capire se sulla delibera sul Meazza ha i voti sufficienti per approvare la cessione in autonomia. Anche perché FdI, Lega e FI hanno già fatto sapere che non faranno da stampella della coalizione progressista nel caso in cui la maggioranza vacillasse.
Altra domanda spinosa: le inchieste della magistratura mettono a rischio le Olimpiadi 2026? Non sembrerebbe. Perché lo stadio Meazza sarà sicuramente in piedi il prossimo 6 febbraio, quando dovrà ospitare la cerimonia inaugurale dei Giochi. E il Villaggio olimpico nello Scalo Romana è quasi pronto: i sei palazzi che ospiteranno gli atleti olimpici aspettano solo gli ultimi ritocchi. Certo, a costruirli è stata Coima di Manfredi Catella. Sì, proprio l’immobiliarista che ieri è finito agli arresti domiciliari per il caso Pirellino.