
La stazione di San Zenone è un buco nero per il comitato dei pendolari
San Zenone al Lambro (Milano) – Spaccio di droga tra i campi, presenza di vagabondi, persone che camminano lungo i binari. "Da anni denunciamo la scarsa sicurezza della stazione e delle aree limitrofe, ma ancora non vediamo interventi concreti". La violenza sessuale che si è consumata sabato sera ai danni di una 18enne diretta alla stazione ha riacceso il dibattito sullo scalo ferroviario di San Zenone e la necessità di un maggiore presìdio.
"Un episodio agghiacciante, ma purtroppo immaginabile in un contesto dove il degrado attira ulteriore degrado", dichiara Massimo Baldi, presidente del comitato dei pendolari del Sud Milano e del Lodigiano. Un organismo che ha più volte segnalato le criticità della stazione di San Zenone e delle aree circostanti. Fra i problemi ci sono "spaccio e consumo di droga anche in pieno giorno, persone che camminano vicino binari. Non è un caso, se più di una volta ci è scappata la tragedia", entrano nel dettaglio i pendolari, che nei mesi scorsi avevano indicato anche la presenza di senzatetto e bivacchi notturni. A giugno, inoltre, sulla banchina della stazione, un uomo con problemi psichici aveva puntato una pistola, poi rivelatasi un giocattolo, contro i viaggiatori dell’ora di punta, in attesa del treno per Milano.
"Di fronte a queste dinamiche, da troppo tempo ci sentiamo dire: ‘ci stiamo lavorando’ - rimarca Baldi - Chiediamo un’inversione di rotta, con tavoli intercomunali (alla presenza anche della Prefettura e delle province di Milano e Lodi) per monitorare la zona. Fra violenza e incidenti, la gente è spaventata. C’è chi opta per l’auto privata perché ha paura di prendere il treno".
"Tutta la mia solidarietà alla vittima: non esistono termini per descrivere l’orrore che ha subìto. Inaccettabili i commenti beceri, del tipo: ‘che ci faceva in giro a quell’ora?’ - sbotta la sindaca di San Zenone, Arianna Tronconi - Treni e stazioni avrebbero bisogno di un maggiore presìdio da parte degli enti competenti, ma prima ancora servono pene certe e severe per gli stupratori. La violenza sessuale non comporta una morte fisica, ma una morte dell’anima delle vittime, dunque a mio avviso andrebbe equiparata ad un omicidio. Troppo spesso, invece, ai colpevoli vengono comminate pene irrisorie".
"Non sarebbe serio puntare il dito contro il Comune poiché la sicurezza negli scali ferroviari non compete agli enti locali - sono le parole di Massimo Maria Boccardi, capogruppo della lista di opposizione San Zenone domani - L’augurio è che un episodio del genere non debba ripetersi mai più e che ora vengano intensificati i controlli da parte di Polfer e carabinieri". Dentro e fuori il territorio, l’opinione pubblica è ancora incredula e s’interroga su quanto accaduto, nella speranza che l’aggressore possa essere presto individuato e assicurato alla giustizia.