
Il comunicato di chiusura del forum Phica.eu
Un rapido sguardo ai commenti sui social media più popolari basta per capire che il livello del dibattito online gareggia con quello del peggiore bar di periferia. E se questo accade sulle piattaforme mainstream come Instagram e Facebook, immaginate cosa succede sui siti nati per condividere contenuti per adulti.
Phica ne è stato l’esempio più estremo: per olt“uno stupro di gruppo” digitale. Un linguaggio sessista e violento che ha trovato nella rete il suo habitat naturale.
re vent’anni, questo forum ha ospitato foto di donne famose e comuni pubblicate senza consenso (spesso da parenti e amici), accompagnate da commenti che un’avvocata ha definito senza mezzi terminiC’è però una differenza sostanziale tra un bar e un forum online: le chiacchiere da bar svaniscono nell’aria, i commenti online rimangono lì. Bisogna scomodare una vecchia lingua come il latino per descrivere una semplicissima verità di internet: verba volant, scripta manent.
Ed è quasi tragicomica la reazione degli utenti quando il caso è esploso a livello nazionale. Improvvisamente tutti volevano cancellare le proprie tracce: “Rimuovete il post su mia cognata, vi prego”, “Come faccio ad eliminarmi?”, “Mi hanno chiesto 145 euro per togliere tutto”.
Peccato che tutti quei nomi saranno presto al vaglio dell’autorità giudiziaria. La lezione è chiara: internet non dimentica quasi mai, e ogni parola scritta può trasformarsi in una cicatrice permanente. Per chi la subisce, certo, ma anche per chi, colpevolmente, la scrive.