MARIA GRAZIA LISSI
Cronaca

La Cenerentola alla Scala. Ritorno firmato Capuano

L’opera di Rossini al Piermarini dopo l’ultima rappresentazione del 2019. La prima volta fu nel 1973 con Claudio Abbado e Jean-Pierre Ponnelle.

Aya Wakizono in scena nella parte di Angelina (Foto Brescia e Amisano)

Aya Wakizono in scena nella parte di Angelina (Foto Brescia e Amisano)

Gianluca Capuano debutta alla Scala guidando i complessi dell’Accademia Teatro alla Scala nella “Cenerentola“ di Gioachino Rossini, storico allestimento di Jean-Pierre Ponnelle ripreso da Federica Stefani con le luci di Andrea Giretti. Il direttore milanese inaugura così una stagione importante in cui dirigerà gli haendeliani “Il trionfo del Tempo“ e “Disinganno“ a Roma con Robert Carsen e “Giulio Cesare“ a Firenze con Davide Livermore e, sempre con Livermore, il “Ring“ a Montecarlo.

Capuano ha studiato al Conservatorio di Milano, alla Civica Claudio Abbado e in Statale dove si è laureato in Filosofia, è ospite regolare dei grandi palcoscenici internazionali, quest’estate insieme a Barrie Kosky e Cecilia Bartoli ha portato Vivaldi a Salisburgo e “Il Barbiere di Siviglia“ in forma di concerto, sempre con Bartoli, all’Opera di Lucerna.

La “Cenerentola“ debutta sabato fino al 19 settembre. Protagonisti insieme all’Orchestra e al Coro dell’Accademia sono alcuni dei migliori ex allievi, tranne l’ormai affermatissimo Marco Filippo Romano, unico a non aver studiato a Milano: nella parte di Angelina si alterneranno Aya Wakizono e Mara Gaudenzi, in quella di Ramiro Chuan Wang; Pierluigi D’Aloia, in quella di Don Magnifico appunto Marco Filippo Romano e Paolo Ingrasciotta, in quella di Dandini Sung-Hwan Damien Park e Chao Liu. Alidoro è Li Huanhong, Clorinda e Tisbe María Martín Campos e Dilan Saka.

Era il 1973 quando questa regia di “La Cenerentola“ arrivò alla Scala, fu il secondo titolo realizzato da Claudio Abbado e Jean-Pierre Ponnelle sulla base dell’edizione critica delle opere rossiniane a cura di Alberto Zedda. Protagonisti erano Teresa Berganza, Luigi Alva, Renato Capecchi e Paolo Montarsolo. La trilogia, aperta dal “Barbiere di Siviglia“ nel 1969, sarebbe stata completata con “L’italiana in Algeri“ (con Berganza, revisione di Azio Corghi) per l’inaugurazione della Stagione 1973-74. Abbado riprese lo spettacolo in tournée nel 1972 e poi ancora nel 1974, 1976 e infine nel 1982 con la ripresa di Sonja Frisell, che curerà anche le edizioni del 2001 e 2005 dirette da Bruno Campanella. L’ultima ripresa risale al 2019 con Ottavio Dantone sul podio e il palcoscenico affidato a Grischa Asagaroff. Un’ora prima di ogni recita per i possessori di biglietto conferenza introduttiva del professor Raffaele Mellace, consulente scientifico della Scala.

Grazia Lissi