
Le torri sorgono in zona Crescenzago
Milanp, 25 luglio 2025 – La stangata più pesante, nel terremoto dell’urbanistica milanese, potrebbe arrivare sul fronte del danno erariale. E colpire quei dipendenti del Comune di Milano che hanno messo la firma su progetti di sviluppo immobiliare finiti uno dopo l’altro davanti al Tribunale, e si sono sempre difesi sostenendo di aver seguito direttive dei superiori e una linea frutto di scelte politiche. Gli importi, complessivamente, potrebbero raggiungere cifre milionarie, perché oltre al tema del mancato incasso degli oneri di urbanizzazione la Procura presso la Corte dei Conti della Lombardia guidata da Paolo Evangelista sta contestando anche la monetizzazione delle aree e degli standard urbanistici, ritenuta sottostimata. È, questo, uno dei tanti fronti aperti, perché in gioco c’è il risarcimento di quelle somme che, secondo le accuse, sarebbero state sottratte alla collettività a vantaggio dei privati.
https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/urbanistica-nel-mirino-processo-park-c6b59ed7
Il 15 ottobre si aprirà il primo processo sul fronte contabile, a carico di tre dipendenti comunali che sarebbero responsabili di un mancato introito nelle casse di Palazzo Marino di oltre 300mila euro legato alle Park Towers di Crescenzago, una delle operazioni finite al centro delle indagini per presunti abusi edilizi. Dipendenti che dovranno affrontare anche un processo penale.

La prima sentenza dei giudici contabili sarà uno snodo cruciale, perché una condanna farebbe da precedente. Le altre istruttorie aperte, su cui la Corte dei Conti sta tirando le fila e si prepara a notificare inviti a fornire deduzioni, l’equivalente di una informazione di garanzia, riguardano casi già definiti sul fronte penale con rinvii a giudizio, come i casi della Torre Milano in via Stresa, il palazzo nel cortile di via Fauchè o il Bosconavigli di Stefano Boeri. Al centro di accertamenti contabili anche l’Hidden Garden di piazza Aspromonte, quel caso da cui è partita la valanga di inchieste. Lo stesso per gli altri procedimenti in una fase meno matura, che in futuro potrebbero portare all’apertura di decine di istruttorie.
Danno che i dipendenti pubblici potrebbero essere condannati a risarcire anche nel caso di assoluzione sul fronte penale. Intanto è arrivata dal Tar una sentenza che dà ragione al Comune, ma che di fatto ne boccia le prassi che hanno segnato le scelte urbanistiche pre-indagini. Il caso è quello di uno stabile di due piani di via Busoni, zona Porta Vittoria, che la società Tenkai avrebbe voluto demolire e trasformare in una palazzina di 5 piani. Il 20 ottobre 2023, la srl ha presentato una Scia alternativa al permesso di costruire, rubricando l’intervento alla voce “ristrutturazione edilizia”. Otto mesi dopo, gli uffici dell’amministrazione hanno bloccato la Scia, ritenuta non adeguata a una “nuova costruzione”.
Una decisione legata alla disposizione 4 del 20 marzo 2024 della Direzione rigenerazione urbana, che, alla luce delle inchieste, ha modificato l’interpretazione dell’articolo 3 del Testo unico edilizia. Tenkai ha presentato ricorso, ora bocciato dal Tar: per i giudici, la svolta è da “considerarsi corretta”, in particolare nella parte in cui la scriminante tra ristrutturazione e nuova costruzione viene individuata nella presenza o meno di tracce dell’immobile pre-esistente. Peccato che si tratti di una svolta rispetto a un passato in cui, secondo i pm, avveniva il contrario, anche per interventi ben più impattanti.