
Inchiesta urbanistica a Milano, i sei indagati interrogati a Palazzo di Giustizia: Alessandro Scandurra, Giuseppe Marinoni, Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Andrea Bezziccheri e Federico Pella
Milano, 24 luglio 2025 – "Nessun rapporto professionale era oggetto di un accordo corruttivo". È la tesi difensiva dell'ex componente della Commissione paesaggio (fino al giugno 2023) Alessandro Scandurra, difeso dall'avvocato Giacomo Lunghini, che ieri ha depositato una memoria al giudice per le indagini preliminari di Milano Mattia Fiorentini che dovrà decidere sulla richiesta della misura cautelare del carcere avanzata dalla Procura di Milano che indaga sull'urbanistica e su presunti accordi corruttivi. Scandurra rivendica dunque di aver sempre agito per la "salvaguardia dell'interesse collettivo" e spiega che "in questa chiara e ineludibile prospettiva" può anche "aver commesso degli errori", anche per "non essersi astenuto in alcune sedute", ma non ha mai ricevuto utilità per favorire le imprese. "Vengo accusato di corruzione senza prove".

"Mai privilegiato interessi privati”
Nelle oltre venti pagine, l'architetto difende la sua competenza. "Non ha mai privilegiato – si legge nella memoria – la posizione del privato rispetto al perseguimento degli interessi pubblici e, a riprova di questo, darà conto di come innanzi tutto egli non abbia mai partecipato a riunioni della Commissione che trattassero progetti nei quali egli avesse un ruolo", ribattendo così al presunto conflitto di interesse.

Il caso piazza Aspromonte
"In relazione ad altre contestazioni, come ad esempio quelle relative a piazza Aspromonte e al Villaggio Olimpico chiarirà la sua completa estraneità rispetto a tali progetti, frutto di un'erronea lettura della Procura". Scandurra "non ha mai preso parte al progetto di Porta Romana, ha regolarmente segnalato i propri rapporti economici con Coima e non si è astenuto per una mera incomprensione delle regole, certamente agevolata dall'oscurità normativa e da improprie rassicurazioni provenienti da figure apicali della Commissione che sembrava confrontarsi con funzionari del Comune".

"Nessun favoritismi”
Non ci sarebbero stati nemmeno "favoritismi" per Bluestone (la società coinvolta nel progetto immobiliare di piazza Aspromonte, ndr) e in merito agli oltre 2,5 milioni di euro avuti da Kryalos spiega che "la mancata astensione alle sedute relative all'unico intervento" in capo a quella società "è antecedente al primo giugno 2023", quando cambiarono le regole.

"Ambiguità di fondo”
Sempre sul presunto conflitto di interesse, nella memoria difensiva si sottolinea come "la richiesta di misura cautelare personale riconosce un'ambiguità di fondo in ordine alle modalità con cui veniva sottoposto dall'amministrazione, ai componenti della Commissione, il quesito sul conflitto di interessi, ambiguità, a detta degli stessi pubblici ministeri, poi superata al primo giugno 2023. Tale ambiguità però non può ricadere sui commissari".