ANDREA GIANNI
Cronaca

“Siamo un popolo a cui piace la sudditanza”: la commissione Paesaggio schiacciata da architetti e immobiliaristi?

Milano, l’inchiesta sulla “degenerazione della gestione urbanistica” con un “vorticoso circuito di corruzione”. Il messaggio di una professionista a Boeri per “sostenerlo moralmente”: “Fai molto bene a difendere le tue idee”

Lo skyline di Porta Nuova visto dal terrazzo all'ultimo piano della Torre Velasca appena restaurata

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Milano – L’archistar Stefano Boeri e il “re del mattone“ Manfredi Catella erano persone a cui, secondo i pm, “non è possibile o non conviene dire di no”. Una “subordinazione” a società e professionisti da parte dell’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi che emerge anche dalle chat sulla affaire Pirellino tra l’ex presidente della Commissione per il paesaggio Giuseppe Marinoni, che rischia l’arresto per corruzione, e Giacomo De Amicis, all’epoca tra i componenti. “Ma gli altri non si rendono conto che su progetti anche meno impattanti abbiamo dato pareri contrari? Qui no, tutti con la testa bassa. Anche gli uffici... Siamo un popolo a cui piace la sudditanza”, scrive Marinoni a De Amicis il 22 giugno 2023. E il professionista replica: “Non immaginavo che ci fosse un atteggiamento così. Secondo me non hanno neanche interessi personali. È solo soggezione e sudditanza gratuita, è anche peggio”.

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In quel periodo Boeri faceva pressioni su Tancredi e su Sala, che in relazione a questo episodio è indagato per induzione indebita, per ottenere il via libera al progetto (in seguito tramontato). Un pressing che lo ha portato a scrivere al sindaco, ottenendo il giorno successivo l’agognato parere favorevole “condizionato”. Prima della seduta del 22 giugno 2023, un’altra componente della commissione ha scritto a Boeri per “sostenerlo moralmente”, annotano i pm. «Fai molto bene a usare diversi mezzi per difendere le tue idee... E la fatica di costruire parti di città con investitori», scrive la professionista a Boeri. E lui detta la sua linea: “Siamo ben contenti se ci ‘obbligate’ a avere ingresso a ponte verso il parco. Confidenziale”.

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Scambi di messaggi da cui emerge il cortocircuito nella commissione, che da organismo terzo si sarebbe trasformato in uno dei centri di potere che scavalcano anche il Consiglio comunale. Fulcro di quella “degenerazione della gestione urbanistica” con un “vorticoso circuito di corruzione” e conflitti d’interesse.

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Per la riconferma di Marinoni alla guida Sala è indagato per falso in concorso. Marinoni viene definito dai pm uno “spregiudicato faccendiere incline alla corruzione”, che “almeno dal 2017”, come viene fuori dai messaggi, viaggiava all’estero assieme ad un architetto con base a Lugano, Paolo Colombo, “alla ricerca di Nodi da studiare urbanisticamente”, aree per “avviare massicce speculazioni edilizie”.

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Ora la commissione per il paesaggio non esiste più, è stata azzerata nelle scorse settimane a seguito delle dimissioni di tutti i membri, e ne fa le veci quella della Città metropolitana. Nelle sedute, analizzando gli ultimi ordini del giorno, sono scomparsi grossi progetti. Si discute di “serramenti di vetrina” di un negozio, oppure del posizionamento di un locker Amazon.