
Da sinistra, l’assessore milanese alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, il sindaco Giuseppe Sala e il magnate dell’immobiliare Manfredi Catella
Milano – Le ultime ore non sono state facili per Giuseppe Sala, e le prossime non saranno da meno. Il sindaco di Milano ha scoperto dai giornali di essere uno dei 74 indagati dalla Procura milanese nell’ambito di una nuova inchiesta che ha portato i pubblici ministeri a chiedere l’arresto per sei persone. Tra queste figurano alcuni dei nomi più influenti dell’urbanistica milanese: l’assessore milanese alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni e il magnate dell’immobiliare Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato del gruppo Coima, società che sta ridisegnando la mappa della città.
Il primo cittadino, secondo quando riportato dal Corriere della Sera, risulta coinvolto per due distinte ipotesi di reato. La prima riguarda “false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone”, relative alla posizione di Marinoni. Secondo la Procura, Sala avrebbe fornito dichiarazioni mendaci sostenendo che non esistevano conflitti di interesse tra Marinoni e alcuni costruttori o progettisti le cui opere erano oggetto di valutazione da parte della Commissione Paesaggio. Tali conflitti sarebbero stati invece noti al sindaco già al momento della riconferma di Marinoni come presidente dell’organismo per il periodo 2025-2029, decisione presa nel dicembre 2024, quando l’ex presidente era già sotto indagine.
Il caso Pirellino
Il secondo capo d’accusa ipotizza un coinvolgimento di Sala in un episodio di “induzione indebita a offrire o promettere utilità”, legato al progetto di riqualificazione dell’ex grattacielo “Pirellino”, elaborato dagli architetti Catella e da Stefano Boeri (quest’ultimo è indagato in questo e imputato in altri due procedimenti giudiziari sull’edilizia milanese). Il progetto, ancora oggi oggetto di controversie legali, rappresenta uno dei nodi centrali dell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica milanese.

La chat Sala-Boeri
Secondo gli atti dell’inchiesta, Boeri avrebbe inviato un messaggio WhatsApp al sindaco il giorno prima di una seduta della Commissione paesaggio – presieduta da Marinoni – che doveva dare un parere sul progetto di riqualificazione battezzato come Torre Botanica. Nel messaggio, con toni definiti dai pubblici ministeri “molto risoluti e di comando”, Boeri spiegava che “Marinoni sta sbagliando” e avvertiva: “Se insiste rischiamo rottura e ricorso Tar e Catella che va sui giornali... prendilo come warning per domani”. E Sala ha risposto senza sbilanciarsi: “Ovviamente so quello che mi riferiscono e devo fidarmi del giudizio di Giancarlo. Domani mattina comunque rivedo con calma”.
La replica del sindaco
Sala respinge categoricamente ogni accusa e al Corriere definisce “allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura”. Sul caso Pirellino, il sindaco si difende: “L’abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti. Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare”.
Mentre riguardo alla questione della Commissione Paesaggio, Sala chiarisce: “La composizione viene gestita da un’apposita struttura del Comune che seleziona i profili e decide i componenti. Il rapporto tra sindaco e commissione è praticamente nullo. Aggiungo che non ho mai avuto il numero di Marinoni”.

Il sistema corruttivo secondo l’accusa
L’inchiesta, coordinata dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e dai pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, delinea un presunto sistema corruttivo che avrebbe coinvolto amministratori pubblici, imprenditori e professionisti. Gli “interessi personali di guadagno” di Giuseppe Marinoni, secondo gli inquirenti, “si incrociano con quelli di Catella in una spirale corruttiva in un contesto ambientale che le alimenta di continuo”.
Manfredi Catella, impegnato a “rifare parti della città” secondo l’espressione usata in una chat con Stefano Boeri, avrebbe avuto bisogno di una sponda a Palazzo Marino. Per questo sarebbe stato corrotto anche l’ex componente della Commissione Alessandro Scandurra, che avrebbe ricevuto come “utilità” da parte di Coima incarichi remunerati con parcelle per oltre 138 mila euro.
I protagonisti dell’inchiesta
Tra i nomi di spicco figura Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana entrato nella giunta Sala nel 2021. Tancredi era stato tra i massimi dirigenti dell’urbanistica, ricoprendo il ruolo di direttore dell’Area Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree di Palazzo Marino. È stato al centro di partite decisive come la riqualificazione degli scali ferroviari dismessi, quella dell’ex Pirellino e del progetto di rifacimento dello stadio di San Siro.
Manfredi Catella, 54 anni, è il fondatore e amministratore delegato di Coima, colosso che negli ultimi anni ha trasformato lo skyline milanese firmando progetti come Porta Nuova e il Villaggio olimpico nell’ex scalo Porta Romana. Dal suo quartier generale in piazza Gae Aulenti, nel maggio scorso aveva chiesto “regole chiare e trasparenti” a livello nazionale sull’urbanistica. Ora rischia gli arresti domiciliari e il 23 luglio dovrà comparire davanti al giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini.

Gli altri indagati
Tra gli indagati a piede libero figura anche Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano e creatore del Bosco verticale. Boeri è già imputato in altri due procedimenti a Milano per turbativa d’asta e false dichiarazioni per il caso della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic), e per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli.
Sotto inchiesta anche altri grossi nomi dell’architettura milanese, come Antonio Citterio e Patricia Viel, titolari dello studio Acpv, perquisito dalla Guardia di Finanza. Lo studio avrebbe remunerato Marinoni con una consulenza da oltre 10 mila euro.
Le richieste di arresto
La Procura di Milano ha chiesto sei arresti. Domiciliari per Tancredi, Catella, Marinoni e Scandurra. Carcere per il costruttore Andrea Bezziccheri della società Blustone, la cui firma è legata a progetti come le Park Tower di via Crescenzago e il complesso ‘Hidden Garden’ in piazza Aspromonte, e per l’architetto Federico Pella, che ha partecipato alla riqualificazione delle ex Scuderie de Montel a San Siro.
Le accuse ipotizzate sono a vario titolo di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. I sei candidati all’arresto si presenteranno la settimana prossima al giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini.
L’allarme della Procura
procuratore di Milano Marcello Viola ha sottolineato che “il fenomeno, legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia, ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo”. Le indagini “hanno già portato nei mesi scorsi al sequestro preventivo di diversi cantieri” e a “misure cautelari personali”.
IlLa Commissione Paesaggio, centrale nell’inchiesta, è stata sciolta ed è attualmente priva di guida. Il suo compito era valutare la qualità estetica e paesaggistica degli interventi edilizi, offrendo pareri tecnici sulle compatibilità urbanistiche. Secondo l’inchiesta, questo ruolo sarebbe stato svolto sistematicamente in modo non imparziale, favorendo taluni progetti in cambio di contropartite.