
La stazione di San Zenone al Lambro si trova sulla linea Milano-Lodi
Milano, 1 settembre 2025 – È da poco passata la mezzanotte a cavallo fra sabato 30 agosto e domenica 31. Via del Bissone corre tra le campagne al confine tra le province di Milano e Lodi. La chiamata al 112 arriva proprio da lì, non lontano dal sottopassaggio sorvolato dai binari dello scalo ferroviario di San Zenone al Lambro. La diciottenne che ora fatica a parlare era diretta proprio lì, in stazione: doveva prendere un treno per tornare a casa. E invece all’improvviso, metterà nero su bianco nella denuncia presentata ai carabinieri della stazione di Melegnano, un uomo mai visto prima le si è parato davanti, l’ha trascinata con la forza in un’area verde vicino al ciglio della strada e l’ha stuprata.

La presa in carico alla Mangiagalli
La macchina dei soccorsi si attiva immediatamente: la ragazza, che vive nella periferia nord di Milano, viene accompagnata prima al Policlinico per essere medicata; sul corpo presenta segni da costrizione più che da colluttazione, come se qualcuno l’abbia afferrata per sopraffarne la resistenza e per spingerla in quel posto isolato, dietro gli alberi tra il guard rail e il muro che da lì in avanti costeggia la carreggiata. Poi la diciottenne viene trasportata alla vicina clinica Mangiagalli per iniziare il doloroso percorso di esami, accertamenti e assistenza psicologica degli specialisti del centro antiviolenze. Negli stessi minuti, parte l’indagine per risalire all’aggressore sparito nel nulla, affidata ai militari della Compagnia di San Donato Milanese e del Nucleo investigativo di Milano. Da via Moscova arrivano nel cuore della notte le tute bianche della Sezione investigazioni scientifiche, che battono con estrema attenzione la zona indicata dalla vittima per isolare tracce potenzialmente utili all’inchiesta coordinata dalla Procura di Lodi.

Il centro d’accoglienza
La prima descrizione fornita dalla ragazza ancora sotto choc parla di uno sconosciuto probabilmente di origine africana. Un particolare che orienta le verifiche dei carabinieri anche su un vicino c
entro d’accoglienz a per migranti: al momento, va precisato, non ci sono altri elementi che possano collegare il fuggitivo a quella struttura così come a qualsiasi altro luogo, visto che non è stato ancora identificato. Se ce ne sarà bisogno, la vittima verrà risentita dalle forze dell’ordine nei prossimi giorni per avere più dettagli possibile sulla dinamica e provare a stringere il cerchio attorno all’aggressore.L’analisi dei filmati
Un altro passaggio obbligato dell’indagine riguarda l’analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza che presidiano la zona della stazione di San Zenone e dintorni: qualche occhio elettronico potrebbe aver ripreso il volto del presunto stupratore. Allo stesso tempo, le immagini potrebbero rivelarsi decisive pure per ricostruire i movimenti dell’uomo e capire se abbia incrociato la ragazza per caso o se l’abbia intercettata in un altro punto e poi pedinata per aspettare il momento buono per bloccarla e abusare di lei.