
L'architetto e urbanista milanese Stefano Boeri
Milano – Dai fascicoli d’indagine della Procura di Milano, spunta ancora una volta il nome di Stefano Boeri, l’architetto famoso in tutto il mondo per aver progettato il Bosco Verticale. Questa volta – la terza in due anni – risulta tra gli indagati della nuova inchiesta per corruzione e falso che ha già portato a una richiesta di arresto per sei persone, tra cui l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi e il magnate dell’immobiliare Manfredi Catella, che ha fondato e amministra il gruppo Coima, società che lavora a decine di progetti in tutta la città.
Per Boeri non è stata chiesta alcuna custodia cautelare, ma nei suoi confronti sono state eseguite delle perquisizioni da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria. Le indagini, sfociate anche nel sequestro di tre cantieri e uno studentato, riguardano una serie di presunti abusi edilizi, tra cui la riqualificazione del Pirellino, progetto che vede Boeri coinvolto come progettista. "Sono convinto che io e il mio studio abbiamo operato in maniera corretta a proposito di un'architettura, la cosiddetta Torre Botanica, che da tempo, come è noto, è stato deciso di non realizzare. Confido che l'autorità giudiziaria accerterà al più presto la mia totale estraneità alle scorrettezze che mi vengono imputate" ha detto Boeri.
Oltre a questo, Boeri si trova attualmente coinvolto in altri due distinti procedimenti giudiziari a Milano, tutti legati alla gestione urbanistica della città. L’architetto è imputato per turbativa d’asta e false dichiarazioni per il caso della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic), nonché per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli.
Boeri ha commentato l’indagine dicendo di essere “convinto che io e il mio studio abbiamo operato in maniera corretta a proposito di un’architettura, la cosiddetta Torre Botanica, che da tempo, come è noto, è stato deciso di non realizzare. Confido che l’autorità giudiziaria accerterà al più presto la mia totale estraneità alle scorrettezze che mi vengono imputate”. Tra i professionisti sotto inchiesta ci sono anche Antonio Citterio e Patricia Viel.

Le indagini su Boeri si inseriscono in un contesto più ampio di inchieste sull’urbanistica di Milano. Da quasi due anni la procura ha messo nel mirino la gestione urbanistica della città: si contano almeno dieci indagini, numerosi cantieri sotto sequestro e risultano bloccati complessivamente 150 progetti di sviluppo. In alcune occasioni, la magistratura ha tratteggiato a Milano “un sistema di speculazione edilizia sorretto [...] dalla lettura manipolata delle regole, dai conflitti di interessi e dai falsi nella rappresentazione delle norme e della realtà”.
Il caso Beic: conflitti di interesse e turbativa d’asta
Il primo procedimento nei confronti di Boeri riguarda il concorso per la realizzazione della nuova Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic), che dovrebbe aprire nel 2026. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per sei persone, tra cui Boeri e il collega Cino Zucchi, entrambi docenti al Politecnico di Milano.
I due architetti facevano parte della commissione aggiudicatrice che nel luglio 2022 ha proclamato vincitore un progetto realizzato da una cordata che includeva alcuni loro allievi e partner professionali: Raffaele Lunati, Giancarlo Floridi (ricercatori alla facoltà di Architettura del Politecnico) e Pier Paolo Tamburelli dello studio Baukuh.

L’accusa principale è quella di turbativa d’asta – reato che punisce chiunque, con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara pubblica. Nel caso specifico, secondo gli inquirenti, Boeri e Zucchi non avrebbero dichiarato i conflitti di interesse che li legavano al team vincitore.
A Boeri e Zucchi è contestato anche il reato di false dichiarazioni, per non aver comunicato i rapporti professionali e accademici con i progettisti del team vincitore. Nell’inchiesta è emerso che ci sarebbero stati presunti “accordi”, documentati da chat, per assegnare la gara.
Il giudice per le indagini preliminari Luigi Iannelli ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per i due docenti, disponendo invece delle misure interdittive: divieto di fare parte di commissioni per concorsi pubblici (un anno per Boeri, otto mesi per Zucchi) e divieto di concludere contratti con la Pubblica amministrazione per un anno.
Il Bosconavigli: lottizzazione abusiva e danno erariale
Il secondo procedimento riguarda il progetto “Bosconavigli” nel quartiere San Cristoforo, zona sud-ovest di Milano in forte gentrificazione. Boeri è imputato – andrà a giudizio a fine settembre – di lottizzazione abusiva e abuso edilizio per il progetto da lui firmato, che ricalca il modello del Bosco Verticale e prevede la realizzazione di 90 appartamenti con la lottizzazione di un terreno precedentemente libero da costruzioni. Secondo l’indagine, coordinata dal pool della procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e dai pubblici ministeri Paolo Filippini, Mauro Clerici e Marina Petruzzella, sono emerse diverse irregolarità.

Tra le contestazioni principali: mancanza del necessario “piano attuativo” per costruire, altezza della costruzione superiore ai 25 metri (limite per evitare il piano attuativo), assenza di una delibera di Giunta o del Consiglio comunale, convenzione urbanistica stipulata davanti a un notaio tra costruttore e dirigente comunale anziché con delibera pubblica.
La lottizzazione abusiva è un reato che punisce chi effettua lottizzazioni di terreni senza la prescritta autorizzazione. L’abuso edilizio comprende invece le violazioni delle norme urbanistiche ed edilizie durante la realizzazione di opere.
Un aspetto qui particolarmente grave riguarda il danno economico al Comune. La consulenza tecnica della Procura, firmata dal giurista Alberto Roccella e dall’urbanista Maurizio Bracchi, ha calcolato un danno di oltre 5.5 milioni euro, dovuto a una “illegittima riduzione del 25 per cento del valore venale sulle cifre pagate” per gli oneri di urbanizzazione.
Oltre a Boeri, sono imputati altri sei soggetti tra cui dirigenti comunali, il direttore dei lavori, costruttori e sviluppatori. Tra questi figurano Andrea Viaroli e Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello unico edilizia ed ex componente della Commissione per il paesaggio.
Le difese di Boeri
L’architetto ha sempre respinto le accuse. Per il caso Beic aveva dichiarato: “Ho saputo dai media della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Beic. Confermo la mia fiducia nella magistratura. I miei avvocati stanno predisponendo una memoria difensiva”.
Per il Bosconavigli, Boeri aveva affermato: “Sono certo che la magistratura farà presto chiarezza”. Anche la Milano 5.0 srl, società promotrice del progetto, si è detta “certa di aver operato in buona fede, così come tutti quelli che hanno collaborato al progetto, seguendo le regole, in dialogo costante con le autorità preposte”.
Gli ultimi procedimenti giudiziari rappresentano un momento delicato per l’architetto di fama mondiale. Le indagini, ancora in fase di sviluppo, potrebbero avere ripercussioni significative non solo sulla sua carriera professionale, ma sull’urbanistica milanese nel suo complesso.