
Il Gran premio di Formula 1 arriva anche nelle piazze della città
Monza, 2 settembre 2025 – “Non c’è alcun cittadino monzese che potrà fare il sindaco senza impegnarsi a trovare un punto di equilibrio tra un compendio naturalistico così importante qual è il Parco e l’Autodromo, che non è solo il tempio della Formula Uno, ma è anche un luogo dove si fa ricerca tutto l’anno, come dimostra il Politecnico”.
Paolo Pilotto entra così nella settimana per eccellenza di Monza, quella del Gran premio d’Italia. Sindaco di una coalizione molto ampia di centrosinistra, è abituato alle mediazioni tra le diverse anime che lo sostengono, autodromiste e ambientaliste. Ma il punto di partenza è chiaro: il Gran premio è uno straordinario biglietto da visita per il territorio.

E da questo punto i dati della Confcommercio di Milano parlano chiaro: è di 192,6 milioni di euro, in crescita dell'otto per cento rispetto al 2024, l'indotto che genererà la gara il prossimo 7 settembre, per il quale sono attesi oltre 330mila visitatori. Ricadute positive distribuite in maniera omogenea tra le voci alloggio (33 per cento della spesa totale, 63,5 milioni di euro) e shopping (30 per cento della spesa totale, 57,8 milioni di euro). A fare la parte del leone la ristorazione, che rappresenta il 16 per cento della spesa totale, pari a 30,8 milioni di euro, seguita dai biglietti di ingresso (15 per cento della spesa turistica, 28,9 milioni di euro) e da trasporti e parcheggi (sei per cento della spesa totale pari a 11,6 milioni di euro).

Sindaco Pilotto, il Gran Premio è un’opportunità o è turismo mordi e fuggi?
“Questa tre giorni è una incredibile occasione di incontro fra le persone. L’anno scorso abbiamo avuto presenze da 69 diverse nazionalità, dove spiccano la Francia (13,4%), la Svizzera (11,3%), il Regno Unito (10,7%), la Germania (5,6%) e la Polonia (4,9%)”.
Come approfittare di questa visibilità negli altri 362 giorni dell’anno?
“La città comincia a essere apprezzata grazie all’impegno di tutti non solo nei tre giorni del Gp. Lo dimostrano i numeri: siamo passati dai 50mila pernottamenti nel primo semestre del 2014 ai 119.500 del primo semestre di quest’anno, per un totale di 57.580 visitatori, che sono l’8% in più dei primi sei mesi del 2024. Ciò dimostra la capacità di Monza di raccontarsi: la città sta cominciando a diventare attrattiva”.

E il Gp che ruolo gioca? I più arrivano a Monza solo per stare in Autodromo.
“Secondo l’indagine svolta da JFC per il Comune, che ha intervistato 3.242 persone, è vero che il 50% dei visitatori è stato solo all’Autodromo, ma il rimanente è andato a visitare la Villa Reale (3%), ha partecipato agli eventi del Fuori Gp di Monza (4%), ha visitato mostre e musei (5%), ha fatto passeggiate nel centro storico (8%) e ha visitato altre città e borghi (8%). Oggi c’è chi sceglie di venire in Italia in questi giorni a fare le vacanze e ci mette dentro il Gp. C’è una vitalità su cui possiamo lavorare. I Musei civici continuano a sfornare mostre, la Villa Reale ha in contemporanea tre esposizioni fra Serrone, Belvedere e Appartamenti reali. La mostra sulle opere di Saul Leiter è stata una delle più importanti a livello europeo e a ottobre arriverà una mostra internazionale di Michelangelo Pistoletto”.
Ma la città è turisticamente attrezzata per andare oltre i tre giorni della Formula Uno?
“La nostra città è in grado di poter ospitare con successo, dando il pane da mangiare a chi volesse occuparsi di hotellerie di altissimo livello con hotel 5 stelle ma anche di ricettività per il turista medio. C’è spazio a Monza e in tutta la provincia, come dimostra il fatto che oggi la richiesta di posti letto per il Gp si spinge anche sulle province di Como, Lecco, Milano e Bergamo. È chiaro che non si può pensare a un sistema di servizi che si regge solo su questi tre giorni”.
E quindi?
“Ci sono le relazioni con Milano e c’è tutto un turismo d’affari su cui costruire. Abbiamo 14mila aziende, quindi gente che si sposta per lavoro. E nel primo semestre dell’anno abbiamo incassato 225mila euro di tassa di soggiorno: nel 2014 erano 74mila”.
Il circuito è inserito nel parco cintato più grande d’Europa. Quale coabitazione è possibile? Un tema che sta a cuore a tanti ambientalisti.
“Bisogna cercare il migliore equilibrio possibile. Per esempio l’agronomo del Parco e l’agronomo di Aci Sias lavorano sempre insieme, mentre il direttore generale Scala sta curando molto il recupero del sottobosco. Un’iniziativa favorita da un finanziamento di 2 milioni di euro dalla Regione, che ha assegnato questi fondi alla Sias per la pulizia e la riforestazione delle aree a nord del Parco ma in sua gestione. Si tratta di 200 ettari distrutti dai nubifragi del 2023, in particolare il Bosco Bello. Si va avanti così anche con la concessione al Golf. La Roggia Pelucca è a disposizione dei ricercatori che ne facciano richiesta. Il tentativo è quello di trovare un punto di equilibrio tra un presidio della natura e la presenza di strutture che interessano le persone. Il Gp di Monza secondo i dati Siae è il primo evento per bigliettazione in assoluto in Italia: occorre fare i conti con le aspettative della gente”.

Eppure l’Unesco in passato avrebbe bocciato la candidatura della Villa Reale alla World Heritage List proprio per la presenza del circuito. Ora ci riprovate: come vi muoverete?
“Come consorzio di gestione stiamo lavorando con la Provincia e con una professoressa del Politecnico di Torino a un progetto che propone la Villa Reale come capofila di una costellazione di ville di delizia, in Brianza ne abbiamo più di 600. Abbiamo chiesto di poter accedere al carteggio relativo al precedente tentativo di candidatura, quello che sarebbe fallito per la presenza del circuito, ma ci hanno risposto che non c’è traccia di una presentazione depositata all’Unesco. E ho la sensazione che alcune visioni, diciamo più filologiche, dell’Unesco, stiano cambiando. Oggi vengono riconosciuti anche siti produttivi come nel caso di Biella. La nostra proposta parte dalla Reggia e dalle altre ville, ma nella descrizione metteremo anche tutto ciò che la circonda”.