Sanremo 2021, le pagelle delle canzoni

Coma_Cose, Ermal Meta, Max Gazzè e Madame fra le eccellenze, deludono Irama, Annalisa e Fasma

Sanremo 2021

Sanremo 2021

Sanremo - Ventisei cantanti in gara. Generi diversi che mescolano il passato e il presente della musica italiana. Dal 2 al 6 marzo sul palco del Teatro Ariston si svolgerà la settantunesima edizione del Festival di Sanremo. Ecco le nostre pagelle di tutte le canzoni che saranno in gara nella categoria dei big.

AIELLO - ORA 

Il meglio nel titolo. Ma l’elaborato è più pop. “Quella notte io e te sesso ibuprofene, avevo il cuore malato ma tu non lo vedevi”. E ancora “Mi sono perso nel silenzio delle mie paure...non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei. Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco”. Neoromantico, Sanremo anni ‘80, accenti che vanno e vengono, ma sotto un’ammissione di colpa e un’autobiografia di fuoco. Voto 6

ANNALISA - DIECI

“Tu scrivimi fra un’ora, serviranno ancora dieci ultime volte...Ma l’ultima volta è sacra, l’ultimo bacio in strada...”. Un amore per cui combattere, forse già finito, ma ecco una voce e una canzone, sulle onde di una musica come oggi deve essere, un sentimento a fuoco lento. Annalisa è ormai il classico a Sanremo, una brava cantante di una volta, ma nel 2021 forse lei e questo brano non bastano più. Voto 6+

ARISA - POTEVI FARE DI PIU’

“Noi di spalle nel letto, più soli e bugiardi. Ti addormenti vicino e ti svegli lontano...cancellerò foto e video dal mio cellulare, solo per non vederti e sentirti parlare...a che serve morire se ogni giorno mi uccidi” Il miglior Gigi D’Alessio possibile, compositore classico moderno, con un lessico a portata di tutti. Una storia di libertà come fuga da un amore. La voce di Arisa è perfetta. Voto 7

ORIETTA BERTI - QUANDO TI SEI INNAMORATO

"Portami una canzone d’amore d’una volta" le aveva detto Amadeus e Orietta la canta per Osvaldo, con le parole della loro giovinezza. Le stesse. “Quando ti sei innamorato, perduto, da allora niente è cambiato. Quando mi hai detto “ti amo” confuso dicesti non vado lontano, io resto con te”. Un incontro che diventa passione. Coerente con la sua età e la sua storia (anche se la sua passione vera sono Aretha e Otis). Se lo fa Celentano è un genio. Voto 6 1/2

BUGO - E INVECE SI’

 “Vorrei immaginarmi che non ho sbagliato e che Ringo Star è il mio miglior amico che io e lei lo abbiamo fatto e le è piaciuto...E tu gridami addosso, che va bene lo stesso”. E invece sì. Invettiva da adulto giovane, moderatamente ironica fra Don Backy, il poster di Celentano e il Clan. Il suo idolo con Vasco e Battisti. Nel suo piccolo questa filastrocca funziona, anche come rivincita dopo il disastro con Morgan. Voto 6 1/2

COLAPESCE DIMARTINO - MUSICA LEGGERISSIMA

Due cantautori siciliani oggi, ma sul treno per Sanremo a cantare il nostro tempo senza nominare la pandemia. “Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente, anzi leggerissima...nel silenzio assordante. Per non cadere nel buco nero che sta a un passo da noi, da noi”. Un fischio alla Morricone e una filastrocca alla Silvestri. Molto bravi. Possibile sorpresa e grande conferma. Voto 8

COMA _COSE - FIAMME NEGLI OCCHI

Francesca e Fausto sono la giovane coppia pop indie che viene dai Navigli, “fiamme negli occhi, se mi guardi ti bruci, resta qui e bruciami piano. Come il basilico al sole sopra un balcone italiano”. Ecco una canzone da spiaggia ma su un ballatoio di ringhiera. Urban e pop, bel linguaggio, “grattugio le tue lacrime, ci condirò la pasta”. Suoni nudi, unghie colorate non del tutto tagliate. Mi piace. Voto 8

EXTRALISCIO FEAT DAVIDE TOFFOLO - BIANCA LUCE NERA

“Bianca come la neve, nera come l’inverno, mi agito se non ti sento. Ora che mi leggi la mano, ora che conosci il destino, dimmi che c’è un posto lontano, noi che camminiamo vicino...Fonte miracolosa, piantagione velenosa”. Luce bianca luce nera. La Romagna come le luci di una giostra di rimandi a un liscio post punk, un orso bianco che balla, Mano Negra che torna, musica popolare. Voto 7 1/2

FASMA - PARLAMI

Per l’emergente del Sanremo Giovani 2020 nelle charts streaming, questa è la transizione dal rap a un diverso pop d’autore.”Parlami parlami, dai ti prego tu guardami, perché dentro i tuoi occhi già vedo come mi immagini...e quindi guardami guardami, sai che adoro quegli attimi”. Parla ai suoi coetanei con un certo realismo sanremese, di un amore potente e viscerale, ha “venature rock” e un suo lontano forte perché. Piacerà. Voto 6 +

FULMINACCI - SANTA MARINELLA

Sul mare di Roma, Santa Marinella, come in un film anni ‘50, un’onesta canzone d’amore, la storia di un amico. “Voglio solamente diventare deficiente e farmi male, citofonare e poi scappare. Voglio che mi guardi e poi mi dici che domani è tutto a posto. Quanto vuoi per tutto questo?”.Una piccola bella delusione per il cantautore del Tenco, il salto acustico sinfonico sotto il cielo di Minghi, Barbarossa, Dalla, De Gregori. Suoni anni ‘70, ‘80, sa ispirarsi bene, bravo è bravo. Voto 6 1/2

GAIA - CUORE AMARO

“Io non vedo il denaro ma il mio cuore amaro...sei il mio cuore amaro, un disordine raro, sa di giorno lontano questo cuore amaro. Ora ci vedo più chiaro”. Amorevole e amarevole. Cantautrice dalla metrica che spariglia come il respiro lungo e rotto del suo canto fra Italia, Brasile e voga latina. Un atto di libertà e una rivendicazione di genere (musicale). Echi di forro nordestino e aritmia emotiva. Brava. Voto 7-

GHEMON - MOMENTO PERFETTO

“Non voglio lavorare più gratis” e molto altro “Dicono sempre che è il turno degli altri ma non mi sento secondo a nessuno. Sono convinto che questa sia l’ora mia, il momento perfetto per me”. Il suo personale è politico, insegna a rispondere con il sorriso agli schiaffi della vita, il suono del testo che ti entra in testa e sbreccia il passato, schegge di Jannacci anche e un finalino jazz. Voto 8

GIO EVAN - ARNICA

Arnica, pianta magica, fragile e perenne, ricordi. La metafora invisibile in un testo che è nato poesia. E lo stile di Gio Evan, un fiume basso e lento di parole, una voce possibile. “Sì ma i sogni a puttane, le prime delusioni, perché i baci finiscono. Le nottate a casa con gli amici a dire resteremo uniti...Per poi dire cosa quanto ha fatto tanto male”. Sembra d’estate ma nel Grande Freddo. Non banale ma sorprende raramente. Qui. Voto 6 1/2 

IRAMA - LA GENESI DEL TUO COLORE

“Scoppierà il colore scorderai il dolore. Cambierai il tuo nome, colora l’anima con una lacrima...E l’armonia del silenzio sarà una genesi, la genesi del tuo colore”. Si vola alto, anche troppo, amici miei sul carro allegorico di Irama, che traduce il testo così: ho immaginato due donne che si rasano il capo a vicenda. Lui è il nuovo cantautore che piace, pop o rap quando serve, sul monopattino di un nuovo stile che sa usare. Voto 6 ++

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA - AMARE

LRDL. Sì ma. Alt. Qui sono diversamente LRDL, vanno sfogliati come un carciofo non una margherita. Amare come amore in movimento, scritta fra le suore di Castelbuono, Dario palermitano, Veronica toscana. Band folk rock elettronica, prodotta da Dardust. “Amare senza avere tanto, urlare dopo avere pianto, parlare senza dire niente...e come l’aria che non finirà ogni volta che stai bene”. Sotto i suoni troverete l’anima popolare e la Sicilia, pop folk consapevole ed eccentrico, nella voce la differenza. Voto 7 1/2

MADAME - VOCE

Non le solite Sciccherie ma una canzone degli inizi, registrata su un cellulare scassato. “Mi ricordo di te, ricordo i mille giri di giostra su di te. Ho fatto un’altra canzone. Mi ricorda chi sono, ho messo un altro rossetto sopra il labbro superiore...dove sei finita amore”. Lettera d’amore alla propria identità e alla libertà di espressione. Giovanissima, diretta, potente è Francesca, il girotondo dei suoni di Dardust naturale nel sentimento scoramento di lei. Grande. Voto 8

MALIKA AYANE - TI PIACI COSI’

Con Pacifico, si nota, in quella che lei definisce una intensità prepotente, elettro acustica e orchestrale. “Non è mai tardi non è mai detto che tutto sia fermo. Immobile. Già scritto...ci pensi e ti piace com’è lo senti che cedi...lo senti che tremi, a che serve resistere”. Si entra subito nel vivo di un desiderio e di un discorso e la musica si adegua. Poi si scivola in un giochino pop che va e torna, delizioso. Con brividi e scintille. Voto 7

MANESKIN - ZITTI E BUONI

Un manifesto senza limiti, come vorrebbe essere il loro rock. Non filosofi, si vede, ma animali da palcoscenico con Damiano David glam rocker luciferino. “Zitti e buoni...Troppe notti stavo chiuso fuori, mo’ li prendo a calci sti portoni...Quindi scusa mamma se sto sempre fuori, ma sono fuori di testa ma diverso da loro, siamo fuori di testa ma diversi da loro”. Parole dritte come biglie a segno, rock maleducato e una voce che si fa palco, slogan sporchi e lavabili, un’idea innocua di punk. Per vincere, credo. Voto 8 1/2

MAX GAZZE’ - IL FARMACISTA

Politica, sanità, sarcasmo e speranza. Tanta musica importante e omeopatica ironia. Il farmacista e la Trifluoroperazina. Dimetisterone. Norgestrel in fiale. “Amore mio, vedrai che male non ti fa...te le ho create io, ma in nome della scienza per quella tua tendenza alla rigidità”. Una pozione è la soluzione. Il folk romano e lo spirito zappiano, il manicomio sociale di Gazzè è un manifesto di intelligenza creativa. Partendo da De Andrè. Voto 8 +

ERMAL META - UN MILIONE DI COSE DA DIRTI

Una semplice intima canzone d’amore. “In un mare di giorni felici annega la mia mente. Ed ho un milione di cose da dirti ma non dico niente. Cuore a sonagli io, occhi a fanale tu”. Il finale è la targa di un cantautore pop. Qui l’ieri che può essere oggi, romanticismo nudo quanto basta, un ritornello con deviazione che sposta. Il miglior Meta possibile. L’unica cosa banale è il titolo. Andate oltre. Voto 7

FRANCESCA MICHIELIN E FEDEZ - CHIAMAMI PER NOME

Titolo da film, coppia da film, video, talent o social. “Chiamami per nome solo quando avrò perso le parole, so che in fondo ti ho stupito arrivando qui da sola, restando in piedi con un nodo alla gola”. L'amore cura chi sta a molti gradi separazione, Francesca porta intelligenza emotiva, Fedez profondità social. Giochi rotti, montaggio di idee, richiede solo lampi di attenzione. Dietro, si sente Mahmoud. Voto 7- -

NOEMI - GLICINE

Storia di un amore finito e di una rinascita, di una forte dieta esistenziale. “Dentro di me ti amo e fuori tremo, come glicine di notte...ma forse ho dato tutto per scontato, che scema a non saper fingere...forse è solo che mi manca parte di un passato lontano come Marte”. Qui l’onnipresente Dardust si firma con il suo nome, Dario Faini, e la ballatona per Noemi ha il suo stile classico, elegante ma attuale. No blues, quindi più finezza e colori anche nell’interpretazione. L’altra voce di Noemi. Voto 6 1/2

RANDOM - TORNO A TE

Piano e voce. Scritta d’estate sulla pianola rotta del nonno con la sorellina in braccio. Random è un fuori di testa, forse, ma qui soprattutto un romanticone. “Quando giri intorno a me, sai non mi sembra vero, quando giri intorno a me torno da te”. Ritorno positivo a musica e canzone, ma resta la più debole fra i giovani, solo generazionale. Un testo e una voce un po’ così. Voto 5 +

FRANCESCO RENGA - QUANDO TROVO TE

Scritta sulla voce di Renga, fra scale e strappi, si sente ancora la mano di Dario Faini, belle aperture melodiche e Francesco che canta con la voce in poppa, senza distrazioni. “Sei lo stupore atteso, un desiderio. La meraviglia di ogni giorno nuovo...Le mie gioie inevitabilmente sempre sempre le ritrovo tutte quante sempre solo quando trovo te”. Spettacolare. Se basta. Voto 7 +

LO STATO SOCIALE - COMBAT POP

Il rock non è combat sempre, al massimo kombat, ma è funzionale al teatrino alternativo della casa. “Questo è combat pop, mica rock’n’roll, nella vita si può anche dire di no”. E’ un gioco politico goliardico di contraddizioni quotidiane, per farci sorridere non arrabbiare. Siamo nella Bologna degli Skiantos, di Vasco Rossi e i Lunapop, la satira è personale e social(e), sul palco piaceranno. Voto 7 - -

WILLY PEYOTE - MAI DIRE MAI (LA LOCURA)

“Questa è l’Italia del futuro, un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte”. Boris, la serie, ma lui ironizza sul serio. Critica politica e sociale, qui si parla di attualità. “Riapriamo gli stadi ma non teatri né live...siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype...(Mai dire mai, non so se mi piego non so se mi spezzo (Mai dire mai) non so se mi spiego dipende dal prezzo” Giochino divertente, urticante, un Buscaglione indie e un Silvestri pop. Voto 7 - -