REDAZIONE PAVIA

Il dna delle gemelle Cappa e degli amici di Alberto Stasi e Andrea Sempio sarà acquisito nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco

Si tratta di Paola e Stefania Cappa, Marco Panzarasa, Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti. “La difesa di Stasi ha chiesto e ottenuto di estendere l'acquisizione ad altri soggetti che frequentavano la famiglia o che potrebbero aver contaminato la scena dell’omicidio”. L’allargamento a queste persone, non indagate, servirà alle comparazioni con le tracce che saranno repertate

Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi

Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi

Garlasco (Pavia), 16 maggio 2025 – Nuove indagini sul delitto di Garlasco: saranno acquisiti anche i Dna delle gemelle Cappa, di Marco Panzarasa (amico di Alberto Stasi), di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, oltre a quelli del medico legale e di inquirenti e investigatori della prima inchiesta. Lo ha deciso la gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, conferendo l'incarico ai periti per il maxi incidente probatorio su tutte le analisi genetiche. L'estensione dei prelievi a queste persone, tutte non indagate, servirà alle comparazioni con le tracce che saranno repertate.

Crime
Le cugine di Chiara Poggi, le gemelle Stefania (d) e Paola Cappa, in una foto d'archivio. ANSA / EMMEVI

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La decisione di estendere l’acquisizione del dna

"La difesa di Stasi ha chiesto e ottenuto di estendere la l'acquisizione di Dna ad altri soggetti che frequentavano la famiglia o che potrebbero aver contaminato la scena del delitto. Tra questi vi sono le sorelle Cappa, Marco Panzarasa, carabinieri che hanno indagato in casa, soccorritori, e altri anche per contaminazione indiretta. In tutto una decina di persone", riferiscono gli avvocati delle varie parti all'uscita dell'udienza per l'incidente probatorio a Pavia nell'ambito della nuova indagine sul delitto di Garlasco. "Allargare le indagini è positivo. Oggi è una tappa importante ma ce ne saranno altre" ha detto l'avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, presente a Pavia "Noi ci aspettiamo che questa indagine possa riscrivere questa storia, Stasi vive questo momento con grande speranza e con un po' di paura" ha concluso. 

I legali della famiglia Poggi e di Sempio

"Noi siamo per la verità che è già stata accertata", ha ribadito con nettezza l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, che assiste la famiglia Poggi, chiarendo che, ad ogni modo, la famiglia non si oppone alle nuove analisi, anche perché, pure se lo volesse, non potrebbe farlo. "Non mi sorprende per niente che le indagini siano arrivate a Tromello", ha spiegato Tizzoni,. "Quello che mi sorprende - ha proseguito - è che queste cose non venissero fatte prima. Ma bene che vengano fatte". Anzi, ha detto ancora, "io direi che Garlasco è piena di canali, anche vicino a casa di Stasi, perché non andare a guardare?". Intanto, "Andrea (Sempio ndr) è sempre tranquillo", racconta la sua legale Angela Taccia. Le dice sempre "ho la coscienza pulita, è già uscita la verità su di me più di una volta, perché non dovrebbe uscire anche stavolta?"

Legale Stasi, ci aspettiamo che indagine riscriva storia
L'avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis all’uscita del tribunale di Pavia dopo l’udienza per l’incidente probatorio nell’ambito della nuova indagine sul delitto di Garlasco. Pavia, 16 maggio 2025. ANSA / PAOLO TORRES

 

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Cosa succede adesso e perché i tempi saranno lunghi

I tempi  per chiudere la nuova indagine sul caso Garlasco sono lunghi. Il prossimo 17 giugno l'appuntamento è a Milano per iniziare a lavorare su quale sarà il modo di procedere all'analisi delle due tracce parziali di Dna maschili trovate sulle unghie della vittima Chiara Poggi e come procedere all'analisi degli oggetti mai analizzati trovati nella spazzatura, tra cui un fruttolo, una scatola di biscotti e un brick del té, usati per la colazione del 13 agosto 2007.

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Tre mesi per il deposito dei risultati ufficiali 

Ci vorranno ufficialmente almeno tre mesi per il deposito dei risultati ufficiali sul Dna trovate sulle unghie della vittima - verrà comparato con l'indagato Sempio e con quelli maschili chiesti dal giudice -, sugli oggetti poi bisognerà scegliere se cercare le impronte o il Dna: i reagenti sono diversi a seconda della ricerca e il reagente finisce per 'contaminare' l'oggetto, spiegano i genetisti. Un elemento che rende impossibile una doppia ricerca sullo stesso punto dell'oggetto e che potrebbe essere ovviato (ipotesi tutta da verificare) tagliando il reperto, nonostante il rischio di perdere eventuali elementi presenti. "Questa valutazione - è certo l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi - verrà fatta con trasparenza da parte di tutti come è sempre stato in questa vicenda, quindi in contraddittorio: ci sarà il perito e i vari consulenti che decideranno oggetto per oggetto". Si tornerà in aula, davanti al gip di Pavia, il prossimo 24 ottobre.

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