
Fan a un concerto di Ligabue a San Siro, dove tornerà il 20 giugno 2026
Ancora un mese e il cartellone di San Siro 2026 assumerà una fisionomia pressoché definitiva. L’efficacia dei tempi lunghi di prevendita nelle ultime stagioni ha spinto i promoter a rendere disponibili i biglietti con largo anticipo in modo da avere tutto il tempo di mettere poi in campo iniziative di marketing utili a raggiungere il risultato pieno. Sanremo incluso (quando funziona).
Come quest’anno, gli show saranno 19, tra cui quelli già annunciati di Eros Ramazzotti il 9 giugno, Irama l’11, Geolier il 13, Ligabue il 20 e Max Pezzali l’11 e 12 luglio. Molto bene la prevendita di Pezzali, cui mancano solo 1.470 biglietti per esaurire il primo show e circa tremila per farlo col secondo.
Sold-out in arrivo pure per Liga, a poco più di cinquemila tagliandi dal traguardo. Indietro, invece, Ramazzotti, al Meazza dopo otto anni, e Geolier, che invece vi debutta. Partita con sedici mesi di anticipo, pure la prevendita di Irama soffre, prefigurando un altro infortunio come quelli in cui sono incorsi quest’anno Elodie e Gazzelle; ampia disponibilità ovunque, tranne il Prato Gold, la parte alta del terzo anello non è stata neppure messa in vendita. Un dato che dovrebbe indurre qualche riflessione sul depotenziamento, da qualche tempo, dell’allure del “tempio” italiano della musica da stadio.
Se San Siro è tradizionalmente considerato il palco della consacrazione, infatti, nel concederlo andrebbero adottati parametri un po’ più selettivi perché lo rimanga. Oltre al più importante – la fama conclamata – potrebbe vigere il criterio (odioso solo all’apparenza) del fatturato, perché solo gli artisti più prestigiosi e richiesti possono permettergli di mettere in vendita biglietti dal costo importante.
Accade in altri luoghi di culto della musica live come lo stadio di Wembley, dove la media dei tagliandi più economici quest’estate è di 75 euro (65 sterline), mentre a San Siro supera di poco i 45. E se Springsteen per un posto al terzo anello può permettersi di far pagare 69 euro, certi artisti di casa nostra se non vogliono cantare a spalti deserti non possono andare oltre i 40. In quest’ottica i biglietti al terzo anello da 52,9 euro di Cremonini, da 49 di Marracash, da 48,76 di Mengoni danno il senso del loro peso.
Tra gli artisti attesi al Meazza nel 2026 c’è Tiziano Ferro, in arrivo dopo l’estate con un nuovo album d’inediti, che ha prenotato lo stadio per due notti, ma circolano anche i nomi di Sfera Ebbasta e di star internazionali come Bon Jovi, che tornerebbe dopo 13 anni, e The Weekend. Pure Jovanotti aveva opzionato una data, ma poi s’è tirato indietro con l’idea di tornare nel 2026 ai suoi party balneari, sicurissimi fino a qualche settimana fa e ora nuovamente in bilico. Quasi certe, invece, le rentrée nel 2027 di Laura Pausini e di Zucchero, mentre si continua a parlare dei dieci concerti che Vasco Rossi avrebbe in animo di calendarizzare fra due estati per festeggiare il mezzo secolo di carriera. Dopo aver celebrato i 40 a casa, nel 2017, al Modena Park, perché Mr Albachiara non dovrebbe ambire ai 50 nel 2027 in quella che è la casa per eccellenza dei suoi live?