DANIELE DE SALVO
Cronaca

Dramma a Galbiate: autopsia sul cadavere di Angelo Spreafico, il fratello trasferito in una comunità protetta

Infermiere in una casa di Riposo di Civate, per tre anni ha vissuto con il corpo del fratello morto e mummificato in camera da letto

Il magistrato di turno ha disposto l'autopsia

Il magistrato di turno ha disposto l'autopsia

Galbiate (Lecco), 10 agosto 2025 – È stato ricoverato in un luogo protetto il fratello di Angelo, il sessantenne di Galbiate trovato morto in casa dopo tre anni. Franco, di tre anni più giovane di Angelo Spreafico, classe 1963, abitava nella sua stessa casa, in via Sant'Alessandro, ma in un appartamento al piano inferiore.

È un oss in una casa di riposo di Civate: mai un ritardo, mai una lamentela né un appunto su di lui, sempre disponibile con gli ospiti della Rsa. Dopo quello che è successo dalla struttura annunciano però che non riprenderà più servizio, non lì almeno. Sembra non si renda conto di quanto accaduto, come se sia dissociato dalla realtà: per questo non avrebbe detto nulla a nessuno e per questo è stato collocato in un posto sicuro dove può essere assistito.

Angelo, Angelone per tutti, per il suo fisico possente e insieme per il suo carattere particolare, lavorava invece in un'azienda della zona, ma durante il lockdown da pandemia di Covid si era dimesso perché era ossessionato dalla paura di essere contagiato. Da quel momento si era chiuso in casa e nessuno lo aveva più visto, né sentito e neppure cercato. Sarebbe morto nel 2022, come avrebbe rivelato il fratello, nel suo letto, durante il sonno, verosimilmente per un malore.

Autopsia

Oltre ad un primo esame esterno sul suo cadavere, il magistrato di turno ha disposto l'autopsia. Sono inoltre in corso indagini per chiarire l'intera surreale vicenda, sebbene sembri si tratti di un cosiddetto dramma della solitudine e insieme di un caso sociale.

Nonostante le finestre della sua abitazione sempre chiuse, l'odore di putrefazioni prima che il corpo si mummificasse, la cassetta delle lettere ormai strapiena, il silenzio e la sparizione prolungata, nessuno ha sospettato nulla. E chi invece ha sospettato qualcosa, non lo ha palesato, forse per pudore o per la proverbiale riservatezza dei brianzoli.

Le voci sulle cause dell'assenza di Angelo pare infatti girassero da parecchio, poi però tutto è finito nel dimenticatoio, fino a quando non sono stati interessati dei dubbi le assistenti sociali, pare per questioni di documenti, che poi hanno interessato e coinvolto pure i carabinieri di Olginate. Angelo però ormai era decomposto e incartapecorito dal tempo trascorso.