MANUELA MARZIANI
Cronaca

Nessuna candidatura per il CdA: "Se Terre d’Oltrepò fallisse in ginocchio l’intero territorio"

Ieri l’assemblea dei soci si è riunita invano per affrontare il nodo della nuova governance. Se un’altra convocazione non basterà a trovare i vertici, si andrà verso la liquidazione.

La settimana prossima sarà cruciale per il futuro di TdO E da domani i 65 dipendenti saranno pronti ad accogliere i conferimenti di uve Si vedrà se arriveranno

La settimana prossima sarà cruciale per il futuro di TdO E da domani i 65 dipendenti saranno pronti ad accogliere i conferimenti di uve Si vedrà se arriveranno

BRONI (Pavia)La settimana che sta per cominciare sarà cruciale per il futuro della cantina Terre d’Oltrepò. Ieri mattina, infatti, l’assemblea dei soci si è riunita per affrontare un nodo della nuova governance. Nessuna candidatura è arrivata per il CdA, quindi dovrà essere convocata un’altra assemblea e, se ancora non si troveranno i vertici, si andrà verso la liquidazione. Nel frattempo però incombe la vendemmia. Da domani i 65 dipendenti saranno pronti ad accogliere le uve che verranno conferite dai soci, se le conferiranno avendo ricevuto solo 10 euro a quintale per lo scorso anno e molte incertezze su questo. "I problemi della Cantina sono emersi troppo tardi – protesta Francesco Lerede, che segue la vicenda per Fai Cisl – Solo poche settimane fa, quando avevamo chiesto di conoscere i conti, ci era stato detto che era tutto a posto".

A inizio luglio gli amministratori uscenti hanno aperto una composizione negoziata della crisi (Cnc) che ha bloccato l’arrivo di un commissario. E ora si parla di 40 milioni di debiti. "Nessuno nella cooperativa aveva mai parlato di istituire una Cnc se non nelle fasi finali – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi – quando ormai la procedura era già in corso: questo chiaramente è un segnale tardivo di volontà di risolvere i problemi, quando non potevano più essere risolti. Forse si è scelto di attivarla per evitare l’arrivo di un liquidatore, che dispone di maggiori poteri per risolvere la situazione ma anche per chiarire eventuali singole responsabilità. Per noi sarebbe stato importante avviare una fase di liquidazione con la possibilità di riaprire i conferimenti in sicurezza attraverso contratti che tutelino i conferitori garantendo un prezzo minimo". Ora per una vendemmia che costa mediamente 45 euro al quintale, i viticoltori rischiano di ricevere 20 euro per le uve rosse e 35 per le bianche, lavorando quindi in perdita.

"Ai soci – aggiunge Lerede – i sindaci hanno detto che con 300mila quintali di uve le sorti della cantina si risolleverebbero. Sembra che si vogliano riversare sui 459 soci cooperatori e uno sovventore, con una gestione di circa 5mila ettari di vigneti, le responsabilità di altri. Da parte nostra stiamo facendo tutto il possibile per far andare avanti la Cantina perché da quella dipendono aziende, famiglie e lavoratori altamente professionalizzati. Terre d’Oltrepò è la cooperativa più grande della Lombardia. Se fallisse, l’intero territorio sarebbe in ginocchio". Domani dovrebbero essere esposti in bacheca i conti, nel frattempo i sindacati intendono controllare l’andamento della vendemmia che sarà gestita da Scapa mentre i dipendenti appartengono a Spa.

Manuela Marziani