UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

A Garlasco stesse scene di 18 anni fa. La normalità (stravolta) di una città di nuovo sotto assedio: "Riappare un incubo che tutti abbiamo già vissuto”

Come se il tempo non fosse mai passato da quel 13 agosto 2007, quando nella villetta di via Pascoli venne ritrovato il corpo massacrato di Chiara Poggi. Viaggio nella cittadina pavese, poco meno di 10 mila abitanti, un tempo la "Las Vegas della Lomellina", finita nuovamente al centro del ciclone. Il sindaco: “Giusto cercare la verità. Senza scordare chi soffre"

Chiara Poggi, uccisa a Garlasco: le ricerche dell'arma del delitto nel canale a Tromello

Chiara Poggi, uccisa a Garlasco: le ricerche dell'arma del delitto nel canale a Tromello

Garlasco (Pavia), 16 maggio 2025 – La città si risveglia ed è come se il tempo non fosse mai passato. Si ritrova a quel 13 agosto di diciotto anni fa, quando nella villetta di via Pascoli venne ritrovato il corpo massacrato di Chiara Poggi, 26 anni, una laurea in economia ottenuta a Pavia ed un lavoro a Milano che la rendeva felice. Qualcuno, nelle prime ore del mattino l’aveva uccisa nella casa dove si trovava sola, genitori e fratello erano in montagna. Non un omicidio, un massacro. In poche ore la cittadina, qualcosa meno di 10 mila abitanti, un tempo la "Las Vegas della Lomellina", per la presenza di locali che richiamavano giovani da tutto il nord Italia, è sotto assedio. Esattamente come negli ultimi giorni.

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Le nuove verifiche: lo svuotamento del canale a Tromello

I nuovi accertamenti

Ed esattamente come allora il fastidio di quello che è un vero circo mediatico è difficile da nascondere, per chi ci prova. Altri lo dichiarano apertamente. È stato così anche a Tromello, qualche chilometro di distanza, dove mercoledì è stato prosciugato il Cavo Bozzani, corsa d’acqua secondario, qualche decina di centimetri di profondità, dal quale sono emersi oggetti, anche un martello, attualmente al vaglio degli investigatori. "Ma lo avevano ripulito già meno di dieci anni fa – fa notare un residente – e non era stato trovato niente". Del resto in questo territorio abbandonare rifiuti dove non si dovrebbe è tutt’altro che situazione anomala. "Ma non pensate alla famiglia Poggi? – è un’altra osservazione ricorrente – Così viene costretta a rivivere l’immensa tragedia che ha dovuto sopportare".

Una città col fiato sospeso: "Giusto cercare la verità. Senza scordare chi soffre"
Si stanno rivivendo e sopportando le stesse scene di diciotto anni fa. Il sindaco: siamo consapevoli di quanto sia difficile ottenere risultati certi.

Il sindaco: “Riappare un incubo”

Le indagini proseguono serrate, c’è come un senso di attesa per qualcosa di clamoroso che cambierà lo scenario sinora dato per scontato, con Alberto Stasi, 41 anni oggi, che ha già scontato 10 dei 16 anni di reclusione ai quali è stato condannato in via definitiva. Di tutti questi pensieri si fa portavoce il sindaco di Garlasco, Simone Molinari. "Alla nostra città riappare un incubo che tutti abbiamo già vissuto – dice – e la perplessità su quello che è avvenuto in questi diciotto anni cresce. Compresa la possibilità che possa esserci un innocente in carcere, fatto che se fosse vero alimenterebbe i dubbi sulla giustizia. Garlasco è delusa sotto molti aspetti – aggiunge il suo sindaco – ma al tempo stesso consapevole di quanto sia difficile ottenere dei risultati certi, come in casi come questo, per fare chiarezza in modo assoluto".

La vicinanza alla famiglia Poggi

Il primo cittadino si fa portavoce anche della vicinanza della comunità alla famiglia Poggi, che non ha mai lasciato la casa di via Pascoli. "Siamo vicini a loro che dopo così tanto tempo stanno rivivendo un incubo che non è ancora chiuso – dice – e ricordare che è giusto fare informazione, tenere alta l’attenzione su un caso di cronaca così importante, ma non dimenticare che c’è una famiglia che soffre. E siamo vicini alle istituzioni e a chi indaga, nella speranza che si arriva a fare finalmente chiarezza sulla vicenda e attribuire le responsabilità a chi si è macchiato di questo tremendo crimine".