
Chiara Poggi uccisa a Garlasco nell'agosto 2007
Garlasco (Pavia) – Al centro del dramma, da diciotto anni, ci sono due figure. Chiara Poggi, la vittima dell’agguato del 13 agosto 2007, che aveva 26 anni, e Alberto Stasi, il bocconiano di ventisei anni, oggi in semilibertà dopo una condanna definitiva a 16 anni. Dalle nebbie della cronaca di quei giorni concitati, dopo 18 anni, figure quasi dimenticate ritornano in primo piano, riapparse dall’afa e dal deserto estivo di una Garlasco spopolata dalle ferie.
Andrea Sempio, 37 anni, indagato per la terza volta, è il terzo volto che torna a tratti nella vicenda. Lui, amico di Marco, il fratello di Chiara, quella casa la frequentava, come non ha mai nascosto, giocando con l’amico con l’unico computer di casa sul quale lavorava Chiara. Aspetta l’udienza di venerdì per sapere chi analizzerà le tracce genetiche che secondo la Procura lo accusano.

Le perquisizioni di ieri hanno riportato indietro le lancette della vita di Roberto Freddi, 37 anni e Mattia Capra, 36 anni, entrambi garlaschesi. Sono gli amici dell’adolescenza di Andrea. Quelli che giocavano con lui e con lui avevano parlato agli inquirenti, il 4 ottobre 2008. Al momento non sono indagati, ma avrebbero riferito di essere stati a Garlasco quella mattina, circostanza non confermata dalle celle telefoniche. Sono anche loro amici di lunga data di Marco Poggi e come Sempio frequentavano la casa di via Pascoli.

Con loro, ai tempi, c’era anche Alessandro Biasibetti, portato in seguito dalla vocazione religiosa a diventare frate. Tutti, appena maggiorenni, si muovevano principalmente in bici, dettaglio non secondario visto il ruolo che le due ruote rivestono nella vicenda.
Ma la storia di Garlasco fa riemergere oggi anche altre due figure, le gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara, figlie di Ermanno Cappa, celebre avvocato, e di Mariarita Poggi, zia di Chiara. Il grande pubblico conobbe le due ragazze per un loro improvvido gesto: lasciarono sul cancello di casa Poggi un grossolano fotomontaggio che le ritraeva con la vittima, tutte e tre in abito rosso.
Fiutando materiale per uno scoop, per loro approdò a Garlasco, più giovane e sfrontato, un Fabrizio Corona destinato ad altre sventure. Per tutti, sui giornali scandalistici dell’epoca, le ragazze divennero le “Gemelle K“, in un mix da capogiro di cronaca nera e toni da feuilleton rosa.
Nell’indagine era entrata, brevemente, Stefania, indicata da un teste, Marco Demontis Muschitta, l’uomo dei tombini, come presente sul luogo del delitto con un attrezzo da camino in mano. Dichiarazione ritrattata e oggi rispolverata, per l’incastro con quella del nuovo teste chiave delle “Iene“, che avrebbe visto una bionda liberarsi di un attizzatoio nell’acqua del canale di Tromello.
Ma allora le due bionde cugine uscirono di scena destinate a una vita riservata. Paola, che le immagini del 2007 ritraggono con un paio di vistose stampelle, oggi fa la food blogger. Stefania, che allora studiava Giurisprudenza, si è laureata, ha superato pratica legale ed esame di Stato e oggi fa l’avvocato, come il papà. Nel 2017 ha sposato Emanuele Arioldi, amico da sempre (secondo le ricostruzioni erano insieme anche la mattina del delitto, in piscina), figlio di “Annina” Rizzoli e del campione di equitazione Roberto. Le riviste di gossip documentarono anche l’intima cerimonia a Cassano d’Adda, “tra candele, fiori bianchi e la passione per i cavalli”.