REDAZIONE MILANO

Giorgio Armani, cosa dice il testamento: il ruolo di Dell’Orco e dei nipoti Silvana e Andrea Camerana. “Quotazione in borsa o vendita del gruppo”: a chi ed entro quando

Le ultime volontà sono state formalmente aperte: due documenti scritti di suo pugno e custoditi in buste sigillate. Nel computo del patrimonio rientrano dimore in Italia e all’estero (dal palazzo di via Borgonuovo a Milano alla villa di Pantelleria), opere d’arte (compreso un Matisse), imbarcazioni e partecipazioni. Nero su bianco anche le linee guida della Fondazione

Milano, 12 settembre 2025 – Alla fondazione Giorgio Armani va l'intera proprietà di Giorgio Armani Spa, 9,9% di azioni in proprietà, 90% in nuda proprietà delle azioni di cui l'usufrutto è assegnato a Pantaleo dell'Orco, ai 3 nipoti dello stilista e alla sorella Rosanna. È quanto emerge dal testamento dello stilista morto  a 91 anni il 4 settembre. Il perimetro economico è imponente: la ricchezza personale è stimata fra 11 e 13 miliardi di euro. Nel computo rientrano dimore in Italia e all’estero, opere d’arte, imbarcazioni e partecipazioni.

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Le linee guida della Fondazione 

Un lascito morale, ma anche spirituale: nel suo testamento Giorgio Armani ha messo nero su bianco i principi fondanti che dovranno guidare la Fondazione nella gestione del Gruppo. Tra questi "la gestione delle attività in modo etico, con integrità morale e di correttezza"; "la ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato"; "l'attenzione all'innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza di prodotto".

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Giorgio Armani

I ruoli: dalla sorella a dell’Orco e i nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana 

Il braccio destro  e compagno di Giorgio Armani, Leo dell'Orco, avrà il 40% dei diritti di voto nell'azienda della moda fondata dallo stilista. Il 30% dei diritti spetteranno alla Fondazione, il 15% ciascuno ai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana. Assegnate azioni senza diritto di voto a Roberta Armani e a Rosanna Armani.  

Il futuro della società

Stando a quanto scritto nelle sue ultime volontà, lo stilista ha stabilito che fra 12 mesi ed entro al massimo un anno e mezzo, la Fondazione dovrà cedere il 15% del capitale del gruppo della moda, Armani Spa, "in via prioritaria ad uno tra Gruppo Lvmh, Gruppo EssiloLuxottica, Gruppo L'Oreal" "o ad altre società o gruppo societario dalla stessa individuato con l'accordo di Leo" Dell'Orco.   Dopo la vendita a un gruppo della moda e del lusso del 15% del capitale di Armani Spa, lo stilista impone nel testamento, "a decorrere dal terzo anno ed entro il quinto anno dalla data di apertura della successione" di cedere al medesimo acquirente un'ulteriore quota pari a un minimo del 30% fino a un massimo del 54,9% del capitale. O in alternativa la quotazione in Borsa tra 5 o al massimo 8 anni. Con la Fondazione che scenderà come minimo al 30,1%. Lo si legge nel testamento.

Maxi manifesto commemoprativo il giorno dopo i funerali di Giorgio Armani nella storica location di via Broletto
Il maxi manifesto commemorativo apparso il giorno dopo i funerali di Giorgio Armani nella storica location di via Broletto, (Ansa)

Il patrimonio immobiliare 

Lo stilista ha lasciato la piena proprietà, pari a una quota del 75%, della società L'Immobiliare Srl alla sorella Rosanna e ai nipoti Andrea Camerana e Silvana Armani, ai quali lascia anche la restante quota pari al 25% in nuda proprietà. L'usufrutto andrà invece a favore del compagno e braccio destro Leo Dell'Orco. Alla società fanno capo gli immobili di Saint Tropez, Antigua, Broni e Pantelleria

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Armani, nel suo testamento, ha disposto anche che il compagno e braccio destro Leo Dell'Orco abbia l'usufrutto a vita del palazzo di via Borgonuovo, a Milano, dove lo stilista viveva e che gli arredi e gli ornamenti, con l'eccezione di un quadro di Matisse e di una foto di Rayman, "non vengano rimossi da dove si trovano" e rimangano come complemento dell'immobile "finché Leo voglia viverci". 

Le ultime volontà dello stilista 

Le  ultime volontà di Giorgio Armani sono state formalmente aperte, dopo il decesso del 4 settembre. Dall’Archivio notarile di Milano è emersa l’esistenza di due documenti in forma segreta, scritti di suo pugno e custoditi in buste sigillate: il primo datato 15 marzo 2025, il secondo 5 aprile 2025. L’apertura materiale è avvenuta martedì 9 settembre nello studio della notaia Elena Terrenghi. Il dato rilevante è la doppia e ravvicinata redazione: una scelta che suggerisce un affinamento delle disposizioni a distanza di poche settimane, con possibili integrazioni o correzioni rispetto al primo testo. In assenza di coniuge e figli – senza quote di legittimaArmani poteva disporre liberamente del patrimonio personale.

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