BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Mobilitazione anti Pedemontana: “Stop alla devastazione in Brianza. Servono più metrò e ferrovia”

I comitati si preparano alla manifestazione di Monza, l’obiettivo è scongiurare almeno la Tratta D breve. Sul tavolo modelli alternativi di mobilità: linea Carnate-Seregno oppure potenziamento della Tangenziale Est

La manifestazione contro la Pedemontana andata in scena lo scorso 12 luglio ad Arcore

La manifestazione contro la Pedemontana andata in scena lo scorso 12 luglio ad Arcore

Monza, 4 agosto 2025 –  La data non è un caso, i comitati hanno scelto il 4 ottobre, San Francesco, patrono d’Italia, per perorare la causa che sta più a cuore: salvare la Brianza dalla Pedemontana, “almeno dalla Tratta D breve”, l’ultimo pezzo dell’autostrada a otto corsie, tre per senso di marcia più quelle di emergenza, chedevasterà il Vimercatese.

Quello non ancora messo nero su bianco, quello al centro della battaglia delle amministrazioni della zona da sempre contro il progetto. Hanno anche diffidato società e Regione dal proseguire. Per attivisti, partiti, gruppi che non vogliono l’opera la maxi mobilitazione a Monza, a inizio autunno, servirà proprio da pro memoria prima della decisione finale. L’idea come per tutte le altre iniziative che l’hanno preceduta in questi anni è quella di proporre “un modello alternativo di mobilità: servono il metrò da Cologno a Vimercate e la linea ferroviaria Carnate-Seregno”. Ferro e non gomma e se gomma deve essere “sia potenziamento della Tangenziale Est, senza distruggere il territorio”. “È un’occasione importante per promuovere una visione differente, in grado di mettere al centro dell’agenda politica quelle infrastrutture davvero al servizio dei cittadini”, sottolinea Brianza Rete Comune, il centrosinistra in provincia che ha già annunciato che sfilerà a fianco della gente. Un primo corteo anti Pedemontana si è tenuto lo scorso 12 luglio ad Arcore e prima ancora c’era stata una camminata a difesa dei boschi di Bernate e degli animali selvatici, un equilibrio ecologico messo a rischio dal procedere della Tratta C.

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Nel Vimercatese un’onda verde contro Pedemontana

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Nel mirino sempre il nuovo collegamento Est-Ovest in Brianza e più in generale in Lombardia. Per fare spazio al cemento sono stati abbattute centinaia di piante. Alcune anche molto vecchie. “Ci vorranno 500 anni per tornare allo stato iniziale”, ripete chi è contrario ai lavori. “Gli alberi sono fondamentali: proteggono dallo smog e garantiscono la biodiversità. Anche se ne arriveranno di nuovi, per almeno 30-50 anni la generazione di oggi e quelle future non potranno goderne i benefici”. E questo è quanto anche sulle compensazioni. “Rischi per la salute e per l’ambiente”, i No Pedemontana si preparano a ribadire il concetto sotto l’Arengario.