ANNA GIORGI
Politica

Il modello Milano nelle chat: “Basta una spolverata di sociale”. Le parole choc di Marinoni nelle carte del giudice. Il gip: così arrivava l’ok ai progetti

Le dichiarazioni spregiudicate dell’ex presidente della commissione Paesaggio a Palazzo Marino emergono all’indomani dei sei arresti. I legali di Catella, Tancredi, Marinoni e degli altri tre indagati pronti a chiedere la revoca dei domiciliari al Riesame

I sei interrogati dal gip di Milano. Sopra da sinistra: Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni, Manfredi Catella; sotto da sinistra: Alessandro Scandurra, Federico Pella, Andrea Bezziccheri

I sei interrogati dal gip di Milano. Sopra da sinistra: Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni, Manfredi Catella; sotto da sinistra: Alessandro Scandurra, Federico Pella, Andrea Bezziccheri

Milano, 2 agosto 2025 – È il Riesame il prossimo passo nell’inchiesta che ha portato all’arresto di sei persone e fatto emergere il presunto “sistema Milano”: un “circolino“ di imprenditori-speculatori che, stando alle carte del gip Mattia Fiorentini, facevano pressioni sulla politica e pagavano, con consulenze, i componenti della Commissione paesaggio perché cambiassero idea sui progetti da realizzare, nella sostanza e nella modalità, cioè con un iter di approvazione più “disinvolta“.  

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"Una spolverata di sociale” 

Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio, ad esempio, non faceva mistero di avere concordato con l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi di inserire nei progetti, si legge nelle carte del gip: “Una spolverata di edilizia sociale come ingrediente per ravvisare un interesse pubblico”, elemento quest’ultimo che avrebbe agevolato l’approvazione. Tutti gli arrestati sono orientati a ricorrere al Riesame perché i giudici possano alleggerire o revocare le esigenze cautelari.   

L'ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi
L'ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi

Ricorsi pronti 

L’ex assessore Tancredi, assistito dall’avvocato Giovanni Brambilla Pisoni, è pronto al deposito della richiesta, come l’immobiliarista Andrea Bezziccheri, assistito dal difensore Andrea Soliani. Ha già presentato il ricorso ai giudici anche Alessandro Scandurra, l’ex numero due della Commissione paesaggio, con l’avvocato Giacomo Lunghini. Ricorso, salvo ripensamenti, anche per Manfredi Catella, ceo senza più deleghe di Coima, difeso dal team Mucciarelli, Raffaelli e Severino, ex ministro della Giustizia del governo Monti. Confermato lo stesso percorso per Marinoni, difeso da Eugenio Bono e Federico Pella, ex manager di J+S.  

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La sfida davanti al Riesame 

Il Riesame quindi deciderà sulla richiesta dei legali che dovrebbe concentrarsi solo sulla urgenza di eliminare la custodia cautelare, senza entrare nel merito dell’impianto accusatorio. Il Riesame resta un’arma a doppio taglio, perché una seconda pronuncia a stretto giro di conferma della custodia cautelare peserebbe sulle successive mosse delle difese.  

L'ex presidente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, Giuseppe Marinoni arriva al Palazzo di Giustizia
L'ex presidente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, Giuseppe Marinoni arriva al Palazzo di Giustizia

I legali contestano il pericolo di reiterazione del reato, requisito posto dal gip alla base della disposizione dei domiciliari. Il Riesame, ricevuti tutti gli atti, procederà, entro dieci giorni, alla fissazione della udienza. La pronuncia avverrà, poi, entro i dieci giorni successivi all’udienza, trattandosi di imputati in custodia cautelare, quindi di un caso per legge ritenuto “urgente“.   

L'architetto Alessandro Scandurra
L'architetto Alessandro Scandurra

A Scandurra 600mila euro in 6 mesi 

Intanto dalle 426 pagine di ordinanza con cui il gip ha disposto gli arresti, emergono altri dettagli sulla contestata corruzione, perfezionata sotto forma di bonifici per consulenze “sblocca-progetti“ e sul conflitto di interessi. Stando alle carte, Scandurra avrebbe ricevuto 600mila euro in sei mesi da Kryalos sgr mentre era in Commissione paesaggio: “Ritenere che avesse mantenuto l’imparzialità non è nemmeno ipotizzabile”, scrive il gip Fiorentini. 

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Il messaggio su Whatsapp 

E c’è un messaggio WhatsApp tra Marinoni e Tancredi che dimostrerebbe come quest’ultimo fosse a conoscenza di quell’intreccio di conflitti di interesse all’interno dell’organismo di Palazzo Marino. “Giuseppe ti chiedo se per cortesia puoi fare un passaggio (...) con i progettisti del piano attuativo, sarebbe bene con un delegato perché tu non puoi partecipare all’esame per il conflitto di interessi”, è il testo inviato il 24 giugno 2024 dall’allora assessore a Marinoni. Sintomatico ed “evocativo”, a detta del giudice, perché dimostra che “Tancredi era ben informato del concreto funzionamento della Commissione”.