ANNA GIORGI
Cronaca

Il sistema tentacolare dell’urbanistica di Milano: i sei arresti “raccontati” dal gip

Si chiude una delle giornate più complesse nella storia recente del capoluogo lombardo. Il sindaco Sala resta indagato solo per false dichiarazioni, le prossime mosse di Tancredi, Catella e degli altri indagati

I sei arrestati nell'inchiesta milanese sull'urbanistica: in alto da sinistra Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni e Manfredi Catella. Sotto da sinistra: Alessandro Scandurra, Federico Pella e Andrea Bezziccheri

I sei arrestati nell'inchiesta milanese sull'urbanistica: in alto da sinistra Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni e Manfredi Catella. Sotto da sinistra: Alessandro Scandurra, Federico Pella e Andrea Bezziccheri

Milano, 31 luglio 2025 – Non sono bastate le dimissioni e i passi indietro da incarichi e ruoli per convincere il gip Mattia Fiorentini che non sussistesse più il pericolo di reiterazione del reato. Il primo round, con gli interrogatori preventivi di mercoledì scorso, si chiude con la convalida della custodia cautelare ai domiciliari per il “re dei grattacieli” Manfredi Catella, ceo di Coima, che invia una lettera agli stakeholders comunicando un ampliamento delle deleghe al cda di Coima, domiciliari per l’ex assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, per Giuseppe Marinoni, per il manager Federico Pella e per l’architetto Alessandro Scandurra. In carcere, invece, il costruttore Andrea Bezziccheri.

La posizione di Sala e il rischio di reiterazione

Cade l’accusa di induzione indebita per il sindaco Beppe Sala, che resta indagato solo per false dichiarazioni. In relazione al pericolo di reiterazione dei reati, per tutti gli arrestati il gip Fiorentini ravvede la «necessità di impedire che i sei possano influire sulle prossime nomine dei nuovi componenti della commissione per il paesaggio, allo stato da rifondare interamente. E che possano avvicinarli, allettarli, proporgli incarichi e investimenti o corromperli per mantenere i privilegi raggiunti e ripristinare gli equilibri che da anni governano i settori urbanistico ed edilizio dei cittadini».

++ Sala, continuerò a lavorare per Milano con dedizione ++
Il sindaco Giuseppe Sala resta indagato per false dichiarazioni

Le accuse

Plurime sono le accuse formulate nelle 424 pagine della convalida: la corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio sussiste nei confronti di tutti gli arrestati; false dichiarazioni su qualità personali a carico di Marinoni, Scandurra, Tancredi; induzione indebita a dare o promettere utilità a carico di Tancredi, Marinoni e Catella».

Il sistema tentacolare

«Sull’urbanistica milanese - scrive ancora il gip - c’era un consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati per la spartizione del territorio edificabile milanese. Corrompendo il presidente della Commissione paesaggio Marinoni, e i singoli componenti tra cui Scandurra, importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di loro interesse». E ancora: «Le indagini dei pm milanesi hanno progressivamente restituito un sistema tentacolare e sedimentato, - annota il gip - nel quale una parte della classe politica, dei dirigenti comunali, dell’imprenditoria e delle libere professioni in una commistione inestricabile di conflitto di interessi, mercimonio della funzione pubblica, paraventi istituzionali e propaganda (in termini di rigenerazioni urbane e progetti faraonici) - prosperava piegando a proprio uso le regole esistenti, interpretandole capziosamente, ove possibile, o aggirandole in maniera occulta».

Il gip ha ascritto a questi comportamenti “deviati“ anche il tentativo di far approvare dal Parlamento uno scudo di impunità, il cosiddetto Salva Milano.

Il fronte comune

Inoltre, nel suo provvedimento, Fiorentini parla «di fronte comune» che travalica i ruoli di ciascuno. A riprova di ciò ci sarebbe stato l’atteggiamento tenuto dagli arrestati nel corso degli interrogatori preventivi: «Nessuno ha ammesso le proprie responsabilità, né tantomeno l’esistenza di un sistema. (...)La scelta di tale strategia difensiva - che, sia ben chiaro, è legittima e insindacabile scrive il giudice - è tuttavia sintomatica del fatto che nessuno degli indagati abbia voluto prendere le distanze dal meccanismo che li trova, sostanzialmente, accomunati da interessi convergenti, sia sul piano economico, sia su quello politico».

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Il ricorso

Ora gli avvocati dei sei arrestati proporranno ricorso al Riesame per chiedere l’annullamento o la revoca della misura cautelare ottenuta dai pm Siciliano-Petruzzelli- Filippini-Clerici.