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Cecilia De Astis, travolta e uccisa: rinviata l’udienza sull’affidamento dei ragazzini rom. Il figlio Filippo: vadano in riformatorio

L'amarezza di Filippo Di Terlizzi: "Non si può riversare tutta la colpa su di loro perché sono minorenni e non hanno la maturità per rendersi conto delle loro azioni. Ma questo non toglie che siano responsabili"

Un fotogramma riprende i 4 ragazzini che erano a bordo dell'auto che ha ucciso la 71enne Cecilia De Astis lunedì scorso

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Milano, 27 agosto 2025 – È stata rinviata l’udienza al Tribunale dei Minori per decidere l'affidamento dei ragazzini rom fra gli 11 e i 13 anni che lo scorso 11 agosto, su un'auto rubata, hanno travolto e ucciso Cecilia De Astis, di 71 anni, che camminava in via Saponaro a Milano. La decisione del rinvio è stata motivata da un vizio di forma nella procedura relativa alle notifiche. Nulla cambia per il momento per i minorenni responsabili. Tre di loro sono in in comunità mentre uno si è allontanato dall'insediamento rom dove vivevano in via Selvanesco e non è ancora stato rintracciato.

La Citroen che ha investito Cecilia De Astis (a destra) era guidata da un ragazzino di meno di 14 anni
La Citroen che ha investito Cecilia De Astis (a destra) era guidata da un ragazzino di meno di 14 anni

Nei giorni scorsi è stata arrestata Paola Soulejmanovic, 33 anni, madre di due dei quattro ragazzini (uno il tredicenne alla guida) che si trovavano sull'auto che travolto e ucciso Cecilia De Astis. La donna è stata portata in carcere a San Vittore per un cumulo pena da scontare di 3 anni e 10 mesi, per furti commessi dal 2017 al 2019. Addosso, al momento del fermo aveva oltre 130 grammi in monili d'oro e oltre 1500 euro in contanti.

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Intanto il figlio della signora Cecilia, Filippo Di Terlizzi, prima dell’udienza ha ribadito: - "Si sa che vivono di furti non nascondiamolo, non giriamoci dall'altra parte. Dobbiamo essere forti tutti insieme e coesi in questa situazione e ribellarci e farci sentire”. "Non si può riversare tutta la colpa sui ragazzini, perché sono minorenni e non hanno la maturità ancora per rendersi perfettamente conto delle loro azioni. Ma questo non toglie comunque che siano responsabili". Se ne sono andati dal luogo dell'incidente e anzi se ne sono andati appena hanno avuto la possibilità perché sono stati rilasciati quando evidentemente potevano già essere messi in condizioni di non nuocere”.

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"I genitori non hanno permesso loro di crescere secondo i canoni della società moderna anzi li hanno educati a rubare e in questo caso anche ad uccidere senza porsi  un minimo problema di coscienza".  Per questo, secondo Di Terlizzi,, "la giustizia potrebbe essere quella di mandare questi ragazzini in un riformatorio, un luogo dove possono essere rieducati, per quanto si possa rieducare chi è stato introdotto nella società con queste modalità, e fare in modo che tramite l'istituzione queste persone non abbiano più modo di nuocere ai cittadini, non solo andando dove si insediano con i campi rom, ma proprio togliendoli da questo Paese"