Milano – La bambina di 11 anni è stata intercettata con la nonna nella tarda serata di mercoledì 13 agosto sulla A6 Torino-Savona, prima che potesse varcare il confine italo-francese a Ventimiglia: la polizia locale, con la collaborazione degli agenti della Stradale, l'hanno bloccata al casello di Fossano. I due fratellini, il tredicenne alla guida dell'auto killer e il dodicenne, sono stati trovati poche ore dopo a Beinasco, un piccolo comune dell'hinterland di Torino: erano in un campo rom abusivo, stavano dormendo a terra. I tre minorenni sono stati riaccompagnati a Milano dagli agenti e collocati in comunità protette.
I familiari li avevano portati via dal mini insediamento di camper e roulotte di via Selvanesco nel tardo pomeriggio, evidentemente per eludere eventuali provvedimenti che sottraessero i minori alla loro custodia. Non ci sono riusciti.

L'accelerazione dei "ghisa”
Gli agenti del Radiomobile, guidati dal comandante Gianluca Mirabelli, hanno applicato ai tre ragazzini, che erano tutti a bordo della Citroen DS4 che nella tarda mattinata di lunedì ha travolto e ucciso Cecilia De Astis in via Saponaro, l'articolo 403 del codice civile, che prevede il collocamento d'urgenza del minore in una comunità "nel caso si trovi esposto nell'ambiente familiare a grave pregiudizio e pericolo per la sua incolumità psico-fisica". Lo stesso succederà al più piccolo dei quattro, l'undicenne, non appena verrà rintracciato: potrebbe essere ancora in città, in compagnia della madre.

Cosa prevede la legge
"Il provvedimento d'urgenza si è reso necessario in quanto le famiglie si erano allontanate dal luogo di dimora senza comunicare le loro intenzioni, nonostante la buona collaborazione prestata durante la prima fase delle indagini", si legge in una nota. La misura ex art 403 cc è stato assunta "d'intesa con la Procura minorile, che aveva appena avanzato dei ricorsi urgenti a tutela dei minori ed era in attesa delle necessarie determinazioni del Tribunale". In particolare, l'articolo 403 prevede che la pubblica autorità che ha adottato il provvedimento - i vigili in questo caso - ne dà immediato avviso orale al pubblico ministero presso il Tribunale per i minorenni, nella cui circoscrizione il minore ha la sua residenza abituale. Entro le 24 ore successive al collocamento del minore in sicurezza - con l'allontanamento da uno o da entrambi i genitori "o dai soggetti esercenti la responsabilità genitoriale" - trasmette al pubblico ministero il provvedimento corredato di ogni documentazione utile e di sintetica relazione che descrive i motivi dell'intervento a tutela del minore. Documentazione che i ghisa hanno acquisito nelle ultime ore con una serie di sopralluoghi in via Selvanesco, che hanno dato atto delle condizioni in cui vivevano i minorenni.
I passaggi successivi
Entro le successive 72 ore, se non dispone la revoca del collocamento, il pubblico ministero chiede al Tribunale per i minorenni la convalida del provvedimento; "a tal fine può assumere sommarie informazioni e disporre eventuali accertamenti". Entro le successive 48 ore, il Tribunale, con decreto del presidente o del giudice da lui delegato, provvede sulla richiesta di convalida del provvedimento, nomina il curatore speciale del minore e il giudice relatore e fissa l'udienza di comparizione delle parti innanzi a questo entro il termine di 15 giorni. Il decreto è immediatamente comunicato al pubblico ministero e all'autorità che ha adottato il provvedimento a cura della cancelleria. Il ricorso e il decreto sono notificati entro 48 ore agli esercenti la responsabilità genitoriale e al curatore speciale a cura del pubblico ministero che a tal fine può avvalersi della polizia giudiziaria.
La procedura
All'udienza, il giudice relatore interroga liberamente le parti e può assumere informazioni; procede inoltre all'ascolto del minore direttamente e, ove ritenuto necessario, con l'ausilio di un esperto. Entro i 15 giorni successivi, il Tribunale per i minorenni, in composizione collegiale, pronuncia decreto con cui conferma, modifica o revoca il decreto di convalida, può adottare provvedimenti nell'interesse del minore. Entro il termine perentorio di 10 giorni dalla comunicazione del decreto, il pubblico ministero, gli esercenti la responsabilità genitoriale e il curatore speciale possono proporre reclamo alla corte d'appello.
Tra Piemonte e Liguria
Gli agenti del Radiomobile hanno continuato a monitorare discretamente i movimenti delle famiglie dei minorenni, visto che fino a oggi nessun provvedimento è stato emesso dall'autorità giudiziaria. Di conseguenza, sia i ragazzini che i loro familiari erano liberi di muoversi, senza alcuna limitazione. Da lì il tentativo di sparire nel nulla, in diverse direzioni. A quel punto, i vigili si sono mossi, decidendo di far leva sull'articolo 403. La ragazzina è stata intercettata a Savona, in Liguria: il punto in cui è stata trovata con la nonna lascia pensare che la destinazione del viaggio fosse la Francia. L'altro blitz è andato in scena nella notte a Beinasco: gli investigatori di piazza Beccaria sono entrati nel campo rom e hanno preso in carico i due fratellini.
L'investimento e la fuga
Tutto è nato con il furto dei bagagli nell’auto di un turista di Strasburgo, domenica in via Fratelli Fraschini. Nella valigia, i quattro ragazzini hanno trovato anche le chiavi di scorta dell’auto; così sono tornati e l’hanno rubata. Lunedì mattina la corsa nel quartiere, accelerando fino a perdere il controllo in curva di fronte al civico 40 di via Saponaro e travolgendo la signora De Astis, sbalzata di alcuni metri. La settantunenne è morta al Niguarda. I funerali sono stati celebrati oggi pomeriggio a Milano.

Per risalire ai pirati, fondamentale è stato un dettaglio: le magliette che indossavano i tre maschi del gruppo, riprese dalle telecamere. Identiche, con sopra un Pokémon. Gli agenti del Radiomobile hanno prima individuato il negozio del centro commerciale Fiordaliso che vende quelle t-shirt. Quindi dalle immagini del sistema di video sorveglianza ad alta definizione del negozio, hanno visto i ragazzini, riconoscendoli come abitanti del campo di via Selvanesco. Le indagini successive hanno appurato che dopo lo schianto i quattro sono tornati al Fiordaliso, per poi rientrare in serata in via Selvanesco. Qualche ora dopo, uno di loro ha confessato tutto alla madre.