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Alberto Stasi, concessa la semilibertà: “Ha sempre dimostrato empatia e sofferenza verso Chiara Poggi”. Cosa cambia adesso

Il 41enne, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata a Garlasco nel 2007, potrà stare fuori dal carcere parte del giorno, non solo per lavorare ma anche per attività di reinserimento sociale, e dovrà tornare la sera a Bollate

Alberto Stasi, concessa la semilibertà: “Ha sempre dimostrato empatia e sofferenza verso Chiara Poggi”. Cosa cambia adesso

Garlasco (Pavia) – Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Il 41enne potrà stare fuori dal carcere parte del giorno, non solo per lavorare ma anche per attività di reinserimento sociale, e dovrà tornare la sera a Bollate. 

Tribunale, semilibertà per Alberto Stasi
Alberto Stasi in una immagine di archivio

I giudici hanno accolto la richiesta dei legali di Stasi

I giudici della Sorveglianza di Milano hanno accolto la richiesta dei legali di Stasi. La Procura Generale aveva dato parere negativo perché Stasi aveva rilasciato un'intervista alle 'Iene' nei giorni scorsi in permesso premio dal carcere di Bollate e non avrebbe chiesto un'autorizzazione specifica per il colloquio mandato in onda in tv. . Era l'unico 'neo' rilevato dalla Procura generale di fronte a relazioni "positive" sul comportamento in carcere e sul percorso seguito. In particolar modo Stasi "ha sempre manifestato empatia e sofferenza verso la parte offesa", è scritto nel provvedimento con cui viene concessa al 41enne detenuto a Bollate il beneficio della semilibertà.

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Cosa cambia con la semilibertà 

Stasi attualmente lavora all'esterno del carcere come contabile. La semilibertà è regolamentata dall'articolo 48 dell'Ordinamento Penitenziario e consiste nella possibilità, data al condannato, di trascorrere parte del giorno fuori dall'istituto di pena, per partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al reinserimento sociale, in base a un programma di trattamento, la cui responsabilità e' affidata al direttore dell'istituto di pena.

Il percorso e la sentenza del 2015

Quella del delitto di Garlasco è lunga storia giudiziaria, passata attraverso cinque processi, due assoluzioni prima della condanna, due richieste di revisione e un ricorso straordinario tutti respinti. La sentenza della Cassazione che ha cristallizzato la condanna di Alberto Stasi è stata pronunciata il 12 dicembre del 2015. Condannato a 16 anni di carcere, fine pena nel 2030, il 41enne detenuto a Bollate aveva ottenuto già dal 2023, dal Tribunale di sorveglianza di Milano, il lavoro esterno, per mansioni contabili e amministrative.

Gli altri “sconti” possibili

Ma potrebbe non essere finita qui, Alberto Stasi è in carcere da dieci anni ma ipoteticamente potrebbe uscire definitivamente tra 4 anni e qualche mese. I suoi legali poi potrebbero fare richiesta di affidamento ai servizi sociali e Stasi potrebbe vivere fuori dal carcere e con la la liberazione anticipata potrebbe finire di scontare la pena al massimo nel 2029.