MONICA AUTUNNO
Cronaca

Luca Sinigaglia morto da eroe sul Pik Pobeda per aiutare la compagna di cordata: “Non finisca così, riportatelo a casa”

La commozione di Melzo per l’alpinista che ha perso la vita a 7.000 metri in Kirghizistan. Diluvio di messaggi social e la richiesta al Presidente della Repubblica per un riconoscimento al Valore Civile

Luca Sinigaglia l’alpinista melzese morto a 7.000 metri sul sul Pik Pobeda in Kirghizistan

Luca Sinigaglia l’alpinista melzese morto a 7.000 metri sul sul Pik Pobeda in Kirghizistan

Melzo (Milano) –  Una scultura in memoria, l’assegnazione del premio di benemerenza civica “Città di Melzo“, una fiaccolata, l’intitolazione di una via, la richiesta dell’onorificenza al Valore Civile alla Presidenza della Repubblica: “Luca morto da eroe, non venga dimenticato”. Ma parlano anche dolore e impotenza: “Non finisca così, riportatelo a casa”.

La sospensione del recupero della salma di Luca Sinigaglia, morto a Ferragosto sul Pik Pobeda in Kirghizistan dopo l’eroico tentativo di soccorso a una compagna di cordata, scuote una città già scossa. Volano istanze, appelli, richieste. In mattinata, ieri, una lunga nota del sindaco Antonio Fusé, più volte chiamato in causa: “Lo ricorderemo, ve lo assicuro, con segni concreti e come merita che sia. Ora rispettiamo il dolore della famiglia”. Non cala dunque, con il passare dei giorni, l’ondata di commozione per la fine di Luca (Luka) Sinigaglia, alpinista appassionato ed esperto, una vita per le vette e per la scoperta del mondo. La sua storia ha fatto il giro d’Italia, e non solo: “Ovunque fosse andato a scalare - dice la sorella Patrizia - aveva amici”. La speranza, dall’inizio, quella di riportare la salma, ancora in una grotta a 6.900 metri, a Melzo.

La speranza della famiglia, ma anche quella dell’intera comunità. L’altro giorno le brutte notizie: condizioni meteo avverse e rischi, operazione recupero interrotta. I social un fiume in piena. “Luca un melzese che ha dato la vita per un generoso atto di altruismo. Segnaliamolo per un premio alla memoria“”. Ancora: “Proporrei una colletta per riportare a casa la salma, ove fosse possibile. E poi la richiesta allo Stato della medaglia al valore civile, l’intitolazione di una via, o della sede del Cai”. Qualcuno propone “una manifestazione a Roma, subito, alla Farnesina: per riportare il nostro eroe a casa sua, dalla famiglia”. La lettera aperta del sindaco un abbraccio alla città e un invito “al cordoglio e alla discrezione”.

“Riportare la salma di Luca in Italia e assicurargli una degna sepoltura restano un obiettivo primario. Purtroppo, le ultime notizie - così Antonio Fusé - ci dicono che le autorità di quel Paese lontano hanno deciso di interrompere le attività di recupero a causa delle condizioni meteo avverse e per l’altitudine, che rende tutto molto complicato. In questo momento desidero esprimere a nome di tutta la città sentimenti di sincera e commossa vicinanza ai familiari”. Ai cittadini: “Mi arrivano diverse proposte per ricordare Luca con segni concreti e assicuro che lo faremo, nei dovuti modi, anche istituzionali. Ora però rispettiamo il dolore della famiglia che con grande dignità sta affrontando questa situazione e con la quale ci sentiamo uniti nel cordoglio“. Un invito: “Qualsiasi azione di tipo commemorativo, per ovvie motivazioni, andrà concordata con la famiglia stessa”.