NICOLA PALMA
Cronaca

Martellate per un orologio. Il raid di Conan Maradona tradito da barba e social

Analista finanziario aggredito la sera del 5 luglio a due passi da piazza Missori. I colpi in testa e la frattura della teca cranica. "Un’altra botta l’avrebbe ucciso". L’indagine dei carabinieri partita dalla foto di una Kia: presi i cugini Selimovic.

Il martello utilizzato dai due rapinatori per l’aggressione del 5 luglio in via Zebedia

Il martello utilizzato dai due rapinatori per l’aggressione del 5 luglio in via Zebedia

"All’angolo! All’angolo! L’orologio!". Ore 22.30 del 5 luglio, siamo in via Zebedia, a due passi da piazza Missori. Due uomini, appena scesi da una macchina lasciata accesa in via Mauri, si avventano su un venticinquenne di professione analista finanziario, che sta passeggiando con un amico. Tutto dura pochi secondi. Un raid violentissimo: uno degli aggressori impugna un martello. Il primo colpo ferisce Simone (nome di fantasia) al sopracciglio sinistro; lui abbozza una reazione, ma viene sopraffatto dalle altre botte a torace e capo. Il "freddo sulla testa" spaventa il giovane, che a quel punto resta immobile a terra e si lascia sfilare dal polso sinistro un Tudor modello Black Bay 54 da 4mila euro. Sei passanti si accorgono di quello che sta accadendo e si avvicinano urlando; a quel punto, i rapinatori scappano verso la Kia e si allontanano a tutta velocità. Non prima, però, che un testimone riesca a immortalare l’auto, ripresa anche da una telecamera. Ed è stata proprio la targa del veicolo a dare linfa ai primi accertamenti dei carabinieri della quinta sezione del Nucleo investigativo, che, a valle di un’indagine-lampo coordinata dal pm Carlo Scalas, sono riusciti a dare un nome ai predoni di cronografi: all’alba di martedì, i militari di via Moscova, guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, hanno arrestato i cugini Conan e Claudio Selimovic, rom bosniaci di 26 e 27 anni. A sferrare i colpi potenzialmente letali sarebbe stato Conan, per gli amici "Maradona" (in casa aveva una foto dell’ex fuoriclasse argentino), pregiudicato per furto e lesioni.

Le martellate sono costate a Simone la frattura della teca cranica, ridotta con un delicato intervento chirurgico d’urgenza al Policlinico, e una prognosi di 30 giorni. "Un altro colpo in testa – ha messo a verbale il medico che lo ha curato – avrebbe certamente potuto entrare più in profondità e quindi raggiungere il cervello e/o lesionare strutture parenchimali o vascolari, presenti in prossimità di quel punto, con conseguenze fatali". Dichiarazioni che hanno contribuito a contestare ai Selimovic il reato di tentato omicidio, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Patrizia Nobile: "L’azione violenta integra una condotta idonea e diretta a cagionare in modo non equivoco la morte. Ciò si desume dalla pluralità di colpi, dallo strumento utilizzato e dalla zona attinta". L’inchiesta parte dalla Kia Ceed, filmata alle 22.49 e 38 secondi del 5 luglio in via Luraghi (vicino a casa di Claudio Selimovic) e assicurata a nome di un tossicodipendente intestatario anche di due Fiat Grande Punto.

Su una di queste, il più grande dei cugini è stato controllato tre volte nel 2025 tra Settimo Milanese, Corsico e Trezzano sul Naviglio. Le intercettazioni fugano i dubbi su chi sia l’utilizzatore dell’auto: è proprio il ventisettenne, il 30 luglio, a chiamare il titolare di un negozio di ricambi per ordinare un nuovo paraurti per la Kia; ed è sempre lui a recarsi nell’officina di via Fabio Massimo dove l’auto è in riparazione. Senza contare che le foto postate su Facebook mostrano una persona identica a uno dei rapinatori di via Zebedia, a partire dal tatuaggio sull’avambraccio destro. E il complice? È Conan Maradona, con la sua folta barba nera a punta e un cappello tipo pescatore immortalato in un video social del 3 agosto. La "collaborazione delittuosa" tra i due è "tutt’altro che occasionale", annota il giudice: "Oggi ho fatto tanti soldi con Maradona, ho fatto più di 20mila euro, per questo lui era troppo gasato", dirà Claudio alla moglie il 26 luglio. Le verifiche dei carabinieri hanno consentito di attribuire alla coppia pure due furti: il primo all’autogrill Assago Ovest il 21 luglio e il secondo otto giorni dopo nel parcheggio del Bicocca Village.