REDAZIONE MILANO

L’alpinista Luca Sinigaglia muore sul Pik Pobeda in Kirghizistan nel tentativo disperato di salvare la compagna di cordata

Milanese di 49 anni, è stato stroncato da un edema cerebrale aggravato dall’ipotermia mentre si trovava a 7mila metri. Stava portando aiuto a Natalia Nagovitsyna, russa, che si è rotta la gamba nella discesa ed è bloccata sulla montagna dal 12 agosto. Per lei speranze al lumicino

Luca Sinigaglia in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Luca Sinigaglia in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Milano, 21 agosto 2025 – È finita in modo tragico, e rischia di avere un bilancio ancora peggiore, una spedizione sul Pik Pobeda in Kirghizistan. Un alpinista milanese, Luca Sinigalia di 49 anni, è morto il 15 agosto nel tentativo di portare aiuto a una compagna di cordata, la collega russa Natalia Nagovitsyna di 47 anni bloccata dal 12 agosto a 7.000 metri sulla montagna con una gamba fratturata. Ora si teme anche per la sua sorte. 

Approfondisci:

Alpinista precipita dal Monte Bianco. Da giugno cento vittime in quota

Alpinista precipita dal Monte Bianco. Da giugno cento vittime in quota

Il nome di Sinigaglia, cyber security manager e grande appassionato del Kirghizistan, lo si apprende dal mondo dell'alpinismo italiano ed è riportato da molti media russi. Stando alle informazioni che arrivano dal campo base Pik Pobeda, Natalia Nagovitsyna si è infortunata lungo la discesa dalla vetta di una delle montagne iconiche di quell'area geografica ma anche dell'Unione Sovietica. Assieme a lei c'erano i compagni di cordata, il russo Roman Mokrinsky, il tedesco Gunter Siegmund e Sinigaglia che hanno prestato i primi soccorsi lasciando la tenda e un sacco a pelo.

Successivamente, il 13 agosto, Siegmund e Sinigaglia avevano raggiunto Natalia portando acqua, cibo e gas, in un disperato tentativo di salvarla. Ma il giorno 15, in un secondo tentativo di portare aiuti, l'alpinista italiano, amico di Nagovitsyna dal 2021, è morto a seguito di edema cerebrale da alta quota, aggravato dall’ipotermia causata da una bufera di neve. Il suo corpo si trova ancora in una grotta a 6.800 metri. Di Natalia Nagovitsyna non si hanno per ora notizie ma le speranze di recuperarla viva sono ormai ridotte al lumicino. Sigmund è stato successivamente ricoverato in ospedale. Domani un elicottero privato, condizioni meteo permettendo, con anche tre soccorritori italiani a bordo cercherà di portare in salvo Nagovitsyna e, se possibile, recuperare il corpo di Sinigaglia.