Jessica Muller Castagliuolo
Cronaca

Allarme legionella a Milano: 1 morto e 4 ricoveri. I consigli del medico che affrontò l’emergenza del 2018

Nel 2018 Oscar Di Marino affrontò da direttore sanitario del Bassini l’emergenza con 50 persone coinvolte e 5 decessi. “Evitare acqua nebulizzata a 25-45 gradi e mantenere puliti gli impianti idrici”

Il batterio della legionella: uno dei consigli per prevenire l'infezione è far scorrere l'acqua per circa 5 minuti prima di fare la doccia

Il batterio della legionella: uno dei consigli per prevenire l'infezione è far scorrere l'acqua per circa 5 minuti prima di fare la doccia

MILANO – A Milano, complice il caldo, torna anche la paura della legionella. Nei palazzoni di Via Rizzoli, periferia nord, scoppia un nuovo focolare, con tre ricoverati e un decesso. Il batterio può annidarsi nelle acque, quindi nelle condotte cittadine, nei serbatoi e nelle tubature, ma anche in fontane e piscine. Ma esiste davvero una concatenazione tra le temperature elevate e l’aumento dei contagi? “Il caldo aumenta le occasioni di usare acqua nebulizzata, che è il veicolo di trasmissione: è una concausa, ma non la causa principale. È vero che la temperatura ideale per la moltiplicazione del batterio va dai 25 ai 45 gradi, ma questo si contrae respirando micro-goccioline contaminate. In poche parole, non si trasmette bevendo acqua, ma respirandola”, spiega Oscar Di Marino, medico igienista, ex direttore sanitario del Bassini e tra i massimi esperti sull’argomento.

Quali sono i luoghi a rischio maggiore?

“L’acqua nebulizzata è ovunque: dalle docce agli impianti di lavaggio auto, dalle fontane decorative ai condizionatori industriali, fino alle torri di raffreddamento. Nei condomìni, ad esempio, il batterio può colonizzare l’impianto idrico. D’estate c’è più allerta proprio per il maggior uso di questi sistemi. Anche i ventilatori nebulizzatori usati nei bar sono un potenziale rischio se l’acqua è contaminata”.

Lei ha vissuto in prima persona il caso di Bresso, nel Milanese. Era l’estate del 2018, più di 50 persone coinvolte e 5 morti. Era direttore sanitario dell’Ospedale Bassini, dove si sono registrati gran parte dei ricoveri. Cosa è cambiato da allora?

“Una volta, la legionellosi era spesso sottovalutata, confusa con una normale influenza estiva e quindi non indagata a fondo. Oggi c’è molta più attenzione e la si cerca di più, anche grazie all’affinamento delle tecniche diagnostiche, come il test dell’antigene urinario, che è rapido”.

Un caso che ha fatto scuola.

“Casi come quello di Bresso hanno sensibilizzato l’opinione pubblica, anche se personalmente ho sempre avuto i miei dubbi sul fatto che una singola fontana fosse la fonte principale del contagio (la fontana del Mappamondo, nel centro cittadino, è stata individuata come focolaio, ndr). Tuttavia, oggi la ricerca del batterio è più diffusa. Quando una persona arriva in pronto soccorso con sintomi respiratori e febbre, il test per la legionella dovrebbe essere quasi sempre eseguito”.

OSCAR-DI-MARINO
Oscar Di Marino, medico igienista, ex direttore sanitario del Bassini

Il contagio si manifesta con sintomi simili all’influenza?

“Inizialmente sì, ma poi progrediscono in una broncopolmonite. La cura richiede antibiotici specifici”.

Ci sono delle pratiche da adottare per proteggersi?

“La prevenzione è fondamentale. Innanzitutto, è cruciale evitare l’acqua nebulizzata a temperature critiche (25-45°). Il calore oltre i 60° elimina il batterio. Una pratica semplice è il flussaggio: far scorrere l’acqua calda dai rubinetti per almeno cinque minuti, in modo da far salire la temperatura ed eliminare il batterio. Inoltre, è essenziale mantenere l’impianto idrico pulito, libero da incrostazioni e calcare. La legionella, infatti, può annidarsi sotto queste placche, proteggendosi dal calore e moltiplicandosi. L’acqua proveniente dagli acquedotti è controllata. Il problema nasce spesso negli impianti privati, dove il batterio può proliferare se le condizioni sono favorevoli”.

I soggetti più a rischio?

“Come per molte malattie gravi, le persone fragili sono le più colpite. La gravità dipende anche dalla carica batterica respirata: più legionella si inala, maggiore è il rischio di sviluppare una malattia più severa”.

La preoccupano i nuovi casi?

“Vanno monitorati. Bisogna dire che la mortalità è relativamente bassa, ma aumenta molto tra soggetti già ospedalizzati e affetti da altre patologie gravi. Tuttavia, non si può escludere che possa colpire anche giovani in perfetta salute, come abbiamo visto con il Covid. L’importante è la prevenzione e la tempestività nella diagnosi”.