GIULIA BONEZZI
Cronaca

Legionella nelle case MM di via Rizzoli: un inquilino è morto, tre sono ricoverati. Nello stesso complesso scattò l'allarme nel 2017

La vittima è un anziano di 91 anni, deceduto al San Raffaele. La segnalazione all’Ats è scattata ieri, mercoledì 2 luglio: oggi nuovi accertamenti. Impianti disinfettati per precauzione

Legionella nelle case MM di via Rizzoli: un inquilino è morto, tre sono ricoverati. Nello stesso complesso scattò l'allarme nel 2017

Milano, 3 luglio 2025 – Tre ricoverati e un morto, un uomo di 91 anni spirato lunedì 30 giugno al pronto soccorso del San Raffaele; e benché dall’ospedale privato accreditato a ieri pomeriggio non fosse ancora arrivata all’Ats Metropolitana la segnalazione prevista, a ucciderlo è stata probabilmente una polmonite da legionella pneumophila, il batterio che ha mandato in ospedale gli altri tre, residenti come lui nel complesso tra i civici 73 e 87 di via Rizzoli a Crescenzago, edilizia residenziale pubblica gestita da Metropolitana milanese o Mm.

Analisi su campioni di acqua; nel riquadro, la vittima, Luigi Gandini
Analisi su campioni di acqua; nel riquadro, la vittima, Luigi Gandini

Un focolaio di legionella in quei palazzi materializza una paura vecchia di otto anni: fine agosto 2017, cinquecento inquilini rimasero senz’acqua per quasi due giorni perché l’Ats aveva trovato nelle tubature una concentrazione allarmante del batterio. Una scena simile nel caseggiato l’hanno rivissuta ieri: i tecnici di Mm stavolta hanno chiuso solo l’acqua calda (ieri e oggi) e “svolto, in accordo col Comune di Milano, i protocolli precauzionali a fronte di segnalazioni giunte” martedì 1° luglio da “alcuni inquilini” circa “possibili casi di legionella”, ha spiegato ieri la partecipata di Palazzo Marino.

In sostanza sono stati prelevati campioni dall’impianto idraulico “per le analisi, i risultati saranno noti entro 48 ore”, e nel pomeriggio è stata eseguita “una nuova disinfezione dell’impianto idrico” condominiale dopo quella semestrale effettuata ad aprile insieme agli esami che avevano “escluso contaminazioni da legionella”, assicurano da Mm. Sottolineando d’essersi mossi in via precauzionale, attivati dagli inquilini, senza aver ricevuto “comunicazioni dalle autorità sanitarie come prevede la procedura”.

Anche perché le autorità sanitarie, cioè l’Ats, hanno ricevuto solo ieri “3 segnalazioni” di casi di legionella che hanno colpito altrettanti residenti dello stabile Mm di via Rizzoli: “Le indagini sono state completate per due pazienti, non è ancora stato possibile contattare il terzo – spiegavano ieri pomeriggio dall’Agenzia di tutela della salute metropolitana –. Inoltre abbiamo avuto notizia del decesso per legionella di un quarto caso di cui abbiamo chiesto conferma tramite segnalazione all’ospedale di ricovero. Sono state avviate le indagini ambientali presso lo stabile per ricostruire l’origine dell’infezione”. Anche i tecnici dell’Ats oggi faranno i campionamenti in via Rizzoli, alla ricerca di un batterio “ubiquitario” negli ambienti acquatici, naturali e artificiali, che prolifera nei ristagni e tra 25 e 45 gradi e desta allarme quando supera un valore-soglia.

Le case dove sarebbe diffuso il batterio
Le case dove sarebbe diffuso il batterio

I controlli dell’Ats arriveranno dopo la disinfezione di Mm perché quando gli ospedali, come prevede la procedura, hanno segnalato i tre ricoverati ad Ats il tam tam tra gli inquilini di via Rizzoli era già partito. E arrivato anche alle orecchie di Marco Cagnolati, consigliere comunale di FdI che ha presentato al volo un’interrogazione a sindaco e assessori sul “focolaio di legionella pneumophila presso il complesso Erp gestito da Mm in via Rizzoli”, parlando di “un decesso con referto necroscopico che indicherebbe la legionella come causa” e “almeno cinque ricoverati con sintomi compatibili”.

All’Ats, ieri, ne risultavano ufficialmente tre, ma quattro casi (con un decesso) sono già un focolaio. Eventualità piuttosto rara, a differenza delle infezioni sporadiche, che sono circa 400 all’anno tra il Milanese e il Lodigiano per questo batterio che non si trasmette da persona a persona né bevendo o mangiando, ma solo per aerosol (cambiare o disincrostare e disinfettare filtri rompigetto dei rubinetti, tubi flessibili e soffioni della doccia e controllare che la temperatura dell’acqua calda arrivi a 45-48 gradi sono le misure base per difendersi in casa) e buca le difese immunitarie soprattutto in persone anziane o fragili per altre malattie.

L’ultimo focolaio di legionella nell’area metropolitana s’era registrato l’anno scorso, con 60 infezioni e quattro morti da fine aprile a fine ottobre tra Corsico (la gran parte) e Buccinasco, ma per il precedente bisogna risalire a Bresso, due ondate nel 2014 e nel 2018. Le indagini dell’Ats in quelle occasioni erano particolarmente complicate perché i contagiati abitavano in edifici diversi, a differenza dei residenti di via Rizzoli 73-87.