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Legionella: si amplia il focolaio di via Rizzoli. I casi sono sei, quattro persone ancora ricoverate

L’aggiornamento di Ats Milano che ha aperto una pagina informativa ad hoc sul suo sito internet. L’allarme dopo il decesso di un novantunenne, per sospetta polmonite provocata dal batterio

Legionella: si amplia il focolaio di via Rizzoli. I casi sono sei, quattro persone ancora ricoverate

Milano, 3 luglio 2025 – Si ingrandisce il focolaio di legionella attivo nelle case MM di via Rizzoli. Sono sei i casi segnalati nel complesso di alloggi popolari ai numeri civici 77-87. Di questi quattro sono tuttora ricoverati ed uno è deceduto.

Analisi di laboratorio per accertare la presenza di legionella in campioni di acqua (Archivio)
Analisi di laboratorio per accertare la presenza di legionella in campioni di acqua (Archivio)

L'aggiornamento della situazione viene da Ats Città Metropolitana di Milano che – oltre ad aver aperto una pagina ad hoc sul suo sito internet – ha avviato le indagini per individuare l'origine del contagio in stretta collaborazione con MM, che gestisce le case popolari del Comune, e il Comune di Milano.

MM già ieri aveva spiegato di aver precauzionalmente sospeso la fornitura di acqua calda e aver effettuato i prelievi di acqua per le analisi necessarie ad avere un riscontro chiaro e certo. E sempre in termini precauzionali, in attesa dei risultati, ha anche eseguito ieri pomeriggio, mercoledì 2 luglio, una nuova disinfezione dell'impianto idrico.

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La scoperta

Il complesso di via Rizzoli si trova nel quartiere di Crescenzago. Già nel 2017 fu teatro di un allarme legato al batterio che si annida in condotte e serbatoi, ma anche all’interno degli impianti di fornitura dell’acqua – potabile e sanitaria – di edifici pubblici e privati. Allora cinquecento residenti rimasero senz’acqua per due giorni, dopo che vennero trovate concentrazioni anomale del batterio all’interno delle condutture. 

L’allarme è stato lanciato lunedì, quando nelle case è circolata la notizia della morte di un inquilino di 91 anni, Luigi Gandini, deceduto al pronto soccorso dell’ospedale San Raffaele per sospetta polmonite da legionellosi. Successivamente sono venuti alla luce gli altri casi, persone che – specifica Ats nell’aggiornamento di oggi – hanno tutte un’età compresa fra i 70 e i 90 anni.

Il batterio non si trasmette da uomo a uomo né bevendo o mangiando, ma solo per inalazione via aerosol. La manutenzione degli impianti idrici, a partire dalla pulizia regolare di filtri dei rubinetti, tubature e soffioni della doccia, è la migliore arma di prevenzione contro il proliferare della legionella.