Omicidio di Pordenone, si torna in aula. Genitori di Teresa: "Era serena, mai minacce"

La mamma della ragazza uccisa insieme al fidanzato: "Centinaia di ragazzi erano venuti a farci le condoglianze. Anche i coinquilini di Trifone. Con Ruotolo ci siamo incrociati lo sguardo e ho avuto una brutta sensazione"

I fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone

I fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone

Zelo Buon Persico, 21 novembre 2016 - Case omicidio di Pordenone, si torna in aula. Ad aprire la sesta udienza del processo, celebrato in Corte d'Assise a Udine nei confronti di Giosuè Ruotolo, l'ex militare campano, unico imputato, è la deposizione di Carmelina Parello, la mamma di Teresa Costanza, la giovane assicuratrice, di 30 anni, uccisa la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello Sport di Pordenone, insieme con il fidanzato Trifone Ragone, il militare di 28 anni di Adelfia.

La donna ha raccontato: "Centinaia di ragazzi erano venuti a farci le condoglianze. Anche i coinquilini di Trifone. Erano in tre. Io ricordo in particolare Ruotolo. Ci siamo incrociati lo sguardo e ho avuto una brutta sensazione". E ancora: "Teresa e Trifone erano pieni di vita. È indescrivibile cosa si provava guardandoli. Avevano un bellissimo rapporto. Ce lo aveva presentato subito e si era trasferita a Pordenone perché era innamorata di lui. Mi aveva detto 'mamma ci dobbiamo conoscere, come facciamo se io sono a Milano e lui a Pordenone?' È per quello che aveva lasciato il lavoro a Milano", ha aggiunto. La madre di Teresa ha anche ricordato di aver sentito la figlia l'ultima volta proprio il giorno del delitto, era "assolutamente serena".

La donna, così come il marito, Rosario Costanza, ascoltato subito dopo, ha escluso che la figlia avesse problemi e che la loro famiglia avesse subito minacce. "Siamo fuori dalla Sicilia da 30 anni. Mio cognato era sparito negli anni '90 e questa sparizione è stata legata a una cosa mafiosa ma noi non c'entriamo nulla", ha dichiarato ancora. "Non ho mai ricevuto minacce", ha ribadito anche il marito, spiegando di aver lasciato la Sicilia nel '92 prima per andare a lavorare in Germania e poi in Lombardia. "Non accettavo certe abitudini, che mi stavano strette - ha detto in aula - Teresa era molto dinamica, non ha mai riferito di problemi o contrasti. Era innamorata di Pordenone. In famiglia eravamo tutti molto attaccati", ha proseguito riferendo di aver sentito la figlia telefonicamente proprio poco prima del delitto, intorno alle 18.