MANUELA MARZIANI
Economia

Terre d’Oltrepò da salvare: “Numeri e forze ci sono, va aumentata la produzione”

Broni, il commissario ha incontrato le maestranze. Si cerca un partner finanziario

L’arrivo del commissario nominato dal Ministero all’incontro con le maestranze Messe sul tavolo difficoltà e prospettive della cooperativa

L’arrivo del commissario nominato dal Ministero all’incontro con le maestranze Messe sul tavolo difficoltà e prospettive della cooperativa

Broni (Pavia) – È arrivato in tutta fretta e ha trovato ad attenderlo un manipolo di soci. Luigi Zingone, il commissario nominato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, ieri ha incontrato le “braccia” della cantina Terra d’Oltrepò. L’appuntamento previsto per le 18, era stato deciso per informare i soci sullo stato della cooperativa e sulle prospettive della vendemmia. E, per farlo, l’esperto ha stabilito una serie di incontri con le organizzazioni di categoria, con i soci e oggi con i rappresentanti sindacali. Diverse riunioni per mettere finalmente sul tavolo le difficoltà economiche della cooperativa e le prospettive per il futuro.

Come accaduto già lunedì, rigorosamente cucite le bocche delle persone che hanno partecipato. Da quanto è trapelato ammontano a 34 milioni i debiti di Terre d’Oltrepò che, stando ai documenti, può contare sul sito produttivo di Santa Maria della Versa è in piena operatività. “Oltre alla produzione già effettuata nel corso del 2024 di 600mila bottiglie di Metodo Classico – si legge nella nota riepilogativa sulle prospettive aziendali –, è previsto nei prossimi mesi il tiraggio di ulteriori 800mila bottiglie. Si tratta di dati che non solo confermano la continuità aziendale, ma evidenziano un’espansione significativa della produzione”.

Inoltre il 2025 secondo il piano aziendale doveva essere quello della fase di rilancio e sviluppo. “Negli ultimi anni – si legge nel ricorso a misure protettive – si è passati da una media storica compresa tra i 380.000 e i 400.000 quintali di uva, ad un valore di 160.000 quintali durante l’ultima vendemmia del 2024. Tali circostanze hanno, dunque, innescato l’attuale situazione di tensione economica-finanziaria del gruppo, poiché la natura a costi prevalentemente fissi della struttura d’impresa ha impedito un adeguato assorbimento dei costi operativi. Nonostante le misure adottate dal management, a partire dalla vendita accelerata di vino sfuso a prezzi contenuti e dalla valorizzazione del magazzino, la riduzione del volume di uve conferito ha impedito il raggiungimento del break-even finanziario”.

Per riprendersi quindi la cantina dovrebbe incrementare la produzione del metodo classico, aumentare lo stoccaggio di rimanenze slow moving a più alto valore aggiunto, funzionale a garantire la base delle vendite prospettiche e ricercare un partner finanziario in grado di supportarne lo sviluppo futuro.