Un nuovo elemento scientifico arricchisce il quadro dell’indagine bis sul delitto di Garlasco, che vede accusato di omicidio Andrea Sempio, screditando una delle piste investigative emerse dopo la riapertura del fascicolo: quella dei due assassini che hanno agito insieme per uccidere Chiara Poggi il 13 agosto 2007.

La consulenza
In questa direzione andrebbero i risultati della Bpa (Bloodstain pattern analysis), l'analisi delle tracce ematiche sul luogo del delitto chiesta dalla Procura di Pavia e affidata a un esperto del Ris di Cagliari, il tenente colonnello Andrea Berti, per ricostruire la dinamica dell’omicidio e depositata da poche ore.
Da quanto trapela la consulenza non risulterebbe cruciale e sembrerebbe escludere, appunto, che abbiano agito due assassini. Per consentire la perizia, la scena del delitto era stata riprodotta lo scorso giugno in 3D e con l'uso di droni.

La tecnica
I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano erano infatti entrati nella villetta di via Pascoli lo scorso 9 giugno su richiesta dei pm pavesi Giuliana Rizza, Valentina De Stefano e Stefano Civardi per effettuare misurazioni "con apposita strumentazione tecnica" e procedere "a rilievi fotografici" per certificare lo stato dei luoghi dove avvenne il delitto ormai 18 anni fa. L'approfondimento - già al centro dei precedenti processi contro Stasi - era durato alcune ore e i militari avevano utilizzato anche un drone per effettuare le misurazioni dall'alto della villetta.

Agli atti
Al momento la relazione non è stata depositata né alle difese né alla parte civile, ma solo nel fascicolo di indagine della Procura che ipotizza che Chiara sia stata uccisa da Andrea Sempio in concorso con Stasi o con altre persone.
La Cassazione che ha emesso la sentenza definitiva per Alberto Stasi, l'allora fidanzato condannato a 16 anni di carcere, parla invece di un solo killer.
Avanti con l’incidente probatorio?
Venerdì 26 settembre la gip pavese Daniela Garlaschelli ha convocato le parti per decidere sulla richiesta di proroga dell'incidente probatorio e su come andare avanti con le analisi, visto che si deve ancora sciogliere il nodo principale relativo ai due profili dl Dna trovati sulle unghie della vittima. Uno dei quali, per la difesa di Stasi, per i pm e per i loro consulenti è riconducibile a Sempio. Cosa che negano i difensori e i consulenti dell'indagato e della parte civile in quanto, come era stato stabilito anni fa, il materiale genetico raccolto non è sufficiente per arrivare a un risultato attendibile.