
Andrea Sempio, dopo la riapertura dell'inchiesta, è indagato per "omicidio in concorso con altri o con Alberto Stasi"
Pavia, 23 luglio 2025 – Questa mattina alle 11 si è aperta l’udienza in Tribunale a Pavia davanti alla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli per conferire l'incarico al dattiloscopista Domenico Marchigiani e formulare il quesito per procedere – nell'ambito dell'incidente probatorio sull'omicidio di Chiara Poggi – all'estensione degli accertamenti. Come scritto nel procedimento della giudice del 17 luglio scorso, si farà ricorso a “tecniche di laboratorio idonee alla esaltazione di eventuali impronte latenti sull’etichetta in carta arancione Estathé, sui sacchetti della spazzatura, dei biscotti e dei cereali”.
Si tratta dunque di parte della spazzatura su cui i consulenti del nuovo indagato Andrea Sempio, del condannato Alberto Stasi e della famiglia della vittima hanno già lavorato con la genetista Denise Albani, incaricata dalla giudice, per trovare possibili Dna lasciati sul pattume presente nella villetta la mattina del 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi è stata uccisa.
Ammesso anche l’esame delle impronte
La novità emersa oggi è legata anche all’estensione delle analisi e delle comparazioni fra le circa sessanta impronte raccolte e conservate – 18 anni fa – sui fogli di acetato e un elenco definito di persone, dai famigliari e gli amici dei Poggi, compresa la famiglia Cappa, ai carabinieri presenti sulla scena del delitto quel 13 agosto. Solo alcune di queste sono tuttavia attribuibili. La richiesta, accolta dalla gip Garlaschelli, è stata avanzata dal perito Marchigiani. “La difesa di Sempio si è opposta fermamente – ha sottolineato la legale di Alberto Stasi Giada Bocellari –. La difesa delle persone offese si è opposta perché aveva chiesto anche l'estensione all'impronta 33, ma c'è una sostanziale differenza: mentre le paradesive erano già oggetto di questo incidente probatorio, per la parte genetica l'impronta 33 invece è fuori dall'incidente probatorio”.
Quando sarà effettuato
Analisi e comparazione delle impronte sarà comunque effettuata solo una volta conclusa l’analisi genetica. Fra cui quella relativa al Dna trovato sulla garza del tampone al cavo orale effettuato nel corso dell'autopsia. E comunque non prima dell’autunno. Presumibilmente a ottobre. Al termine dell’udienza, intorno a mezzogiorno, non è mancato uno scambio di battute fra il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, e Giada Bocellari. "Io credo che questa Procura proceda nell'interesse della giustizia", ha detto quest’ultima replicando alle affermazioni di Tizzoni, il quale aveva affermato all’uscita del tribunale che mentre il Codice (di procedura penale, ndr) "prevede che le indagini siano anche nell'interesse dell'indagato, la Procura di Pavia le ha estese anche a favore del condannato".
Soddisfatta per l'esito dell'udienza la legale di Alberto Stasi (assieme a De Rensis) Giada Bocellari. "Siamo soddisfatti perché più dati si acquisiscono, qundi quelli compresi alle comparazioni fra le impronte presenti sui fogli e l'elenco già determinato di persone, meglio è ai fini dell'esito dell'inchiesta. Poi quando saremo arrivati a conclusione di questa fase tireremo una linea". Che per Bocellari non esclude nemmeno l'ipotesi di un'archiviazione: "Dobbiamo essere realisti, è un'ipotesi". Bocellari è tornata anche a parlare della garza con cui è stato effettuato il prelievo di Dna dal cavo orale di Chiara Poggi durante l'autopsia: "Sento certe parti o consulenti di parti affermare che la garza non era sterile, ma qui abbiamo un condannato in carcere. Allora se è normale che sia stato tutto contaminato, tiriamo fuori Stasi. A me chi mi dice che il Dna trovato sui pedali della bicicletta non sia frutto di una contaminazione? Bisogna fare molta attenzione. Se è contaminazione vedremo chi è il contaminante e poi capiremo cosa fare, vedremo anche che provvedimenti prendere. Non normalizziamo la contaminazione, non posso sentire dire che era t utto contaminazione, non è accettabile". Gli esiti delle analisi sul tampone orofaringeo hanno dato come risultato che su 5 prelievi, tre non hanno portato a nulla di utile, mentre altri due hanno individuato due cromosomi Y.

Uno degli sviluppi della terza udienza dell'incidente probatorio, che si è conclusa oggi intorno a mezzogiorno, è l'estensione dell'indagine al confronto tra le impronte contenute nei fogli di paracetato prelevate all'epoca e quelle di una lunga serie di persone. Si tratta di almeno 34 fogli contenenti una sessantina di impronte rilevate il giorno dell'omicidio, quindi 18 anni fa. Secondo il perito Marchigiani solo alcune di queste sono attribuibili, mentre la maggior parte non lo è. Comparazione ed eventuale attribuzione avverranno in ogni caso solo quando saranno concluse le analisi genetiche, quindi in autunno e presumibilmente fra settembre e ottobre.

L'incidente probatorio sul caso di Garlasco riguarderà, dal punto di vista dattiloscopico, la spazzatura trovata in casa Poggi e i fogli di acetato con le impronte prese all'epoca. All'esame sulla spazzatura si era opposta la difesa di Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, uccisa nel 2007. "Questo perché - ha spiegato l'avvocata di Sempio, Angela Taccia - ho ribadito che se manca il presupposto del corretto sequestro non ci dovevano essere nemmeno gli accertamenti genetici". "Dal punto di vista genetico è già uscito che a carico del mio assistito non c'è niente. Per sicurezza la gip vuol fare tutti gli accertamenti possibili", ha concluso
''Il Codice prevede che la Procura debba fare delle indagini anche nell'interesse dell'indagato. La Procura di Pavia le ha estese anche nell'interesse del condannato, ma non accoglie le richieste della persona offesa''. Lo ha detto, uscendo dal tribunale di Pavia, il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, che aveva presentato un'istanza per chiedere che l'incidente probatorio - nell'ambito della nuova inchiesta sull'omicidio di Garlasco - venisse esteso anche alla traccia 33 ''per vedere se c'erano le minuzie sufficienti per attribuirla ad Andrea Sempio (l'amico del fratello della vittima indagato nella nuova inchiesta, ndr). Non l'hanno concessa e il giudice non la può concedere in assenza dell'ok della Procura". Che ha aggiunto: "'Dicono che noi abbiamo paura della verità e si oppongono a un accertamento quando viene demandato a un giudice terzo. Noi invece alle richieste della Procura non abbiamo detto di no''.

Al termine dell'udienza la difesa di Andrea Sempio ha ribadito la totale estraneità del 37enne al centro della nuova inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi. A supporto di questa convinzione, una consulenza secondo la quale quell'impronta sul muro di casa Poggi "non è di Andrea Sempio" e "non contiene sangue". Lo ha detto l'avvocata Angela Taccia, difensore di Sempio. L'impronta 33 non ha infatti le "minuzie" sufficienti per attribuirla al suo assistito che "ha la serenità dell'innocenza". La traccia non fa parte dell'incidente probatorio, nonostante la richiesta avanzata dalla difesa Poggi di ammetterla, mentre sia la difesa di Sempio sia la Procura si sono sempre opposte.

Si è conclusa pochi minuti poco le 12 la terza udienza dell'incidente probatorio prevista alle 11. Fra le prime reazioni quelle dell'avvocato di Alberto Stasi Antonio De Rensis, che ha detto: "Di solito le foto si possono vedere tante volte. Noi non abbiamo mai chiesto incidente probatorio sull'impronta 33. È stato chiesto da altri". Il commento è in riferimento al fatto che la Procura abbia negato la richiesta di ammettere all'incidente probatorio l'impronta trovata su un muro della casa di Garlasco in cui fu uccisa Chiara Poggi e attribuita dalla stessa Procura ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta. "È una fotografia, poi ci sarà un giudice che decide. Se vi sarà una richiesta di estenderlo a questa fotografia, il giudice deciderà", ha concluso De Rensis.

Per quanto riguarda gli accertamenti genetici dei quali si occupa la perita Denise Albani, si ripartirà ai primi di agosto, dopo la prima analisi che, a ora, ha portato a individuare soltanto una traccia genetica maschile su una garza usata per prelevare all'epoca materiale biologico dalla bocca di Chiara Poggi. Si intende escludere se il cosiddetto "ignoto 3" sia un profilo da contaminazione e per questo i pm di Pavia stanno lavorando ad una serie di comparazioni con un elenco di decine di persone tra addetti che vennero in contatto col corpo di Chiara e amici di Sempio. Sono state comunque escluse contaminazioni recenti.
Era stata la Procura di Pavia a chiedere che, oltre agli accertamenti genetici, l'incidente probatorio venisse esteso alla ricerca e analisi di impronte sui reperti, dopo che dalle prime verifiche, tra l'altro, era emersa una probabile traccia papillare sulla confezione di tè freddo. Su quei reperti non era stato trovato nulla di utile per le nuove indagini a carico di Andrea Sempio, perché era stato rintracciato solo Dna di Alberto Stasi, il condannato in via definitiva, e della vittima Chiara Poggi. E' stata quindi decisa un'estensione all'aspetto dattiloscopico dell'incidente probatorio mentre per quanto riguarda gli accertamenti genetici dei quali sì occupa la perita Denise Albani, si dovrebbe ripartire ai primi di agosto,
La difesa dell’indagato Andrea Sempio, rappresentata da Massimo Lovati, oggi insisterà sul mantenere l’oggetto dell’incidente probatorio soltanto sulle analisi genetiche, escludendo le impronte, anche quelle che dovessero emergere dalla “esaltazione“ ammessa dalla gip Garlaschelli, che andrebbero poi comparate con accertamenti ripetibili. I legali della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, potrebbero avanzare nell’udienza odierna la richiesta di approfittare dell’incidente probatorio in corso per “fare definitiva chiarezza” sulle divergenti conclusioni delle consulenze di parte sull’impronta 33. Impronta attribuita a Sempio dai consulenti della Procura ma valutata non attribuibile da quelli della famiglia Poggi e della difesa di Sempio.
