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Il Dna maschile sulle unghie di Chiara, la garza contaminata e l’impronta 33: ecco perché l’incidente probatorio con Sempio indagato potrebbe allungarsi

Si discuterà di un’eventuale proroga delle indagini il 26 settembre. La decisione è in mano alla gip del tribunale di Pavia Daniela Garlaschelli, che dovrà valutare anche la richiesta d’identificare il cadavere responsabile della contaminazione della garza

Alberto Stasi. Andrea Sempio e Chiara Poggi

Alberto Stasi. Andrea Sempio e Chiara Poggi

Garlasco (Pavia), 10 settembre 2025 – Scongiurare che sui frammenti di unghie di Chiara Poggi possa esserci stata una contaminazione, consentire alla perita e genetista Denise Albani di arrivare alla stessa conclusione della Procura di Pavia di una contaminazione (con un cadavere) sulla garza utilizzata per prelevare il Dna dalla bocca di Chiara, fornire ulteriore tempo per poter avere i dati grezzi raccolti dal professore Francesco De Stefano sui Dna maschili trovati sulle unghie della vittima e dare una risposta definitiva sulla possibilità di confronto con eventuali sospettati.

Alcune tracce di Dna ritrovate sotto le unghie di Chiara Poggi
Alcune tracce di Dna ritrovate sotto le unghie di Chiara Poggi

La data in agenda 

Sono alcuni degli elementi che hanno portato la giudice delle indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli a fissare un'udienza il prossimo 26 settembre per discutere di una proroga dell'incidente probatorio che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della giovane uccisa il 13 agosto 2007, che proprio oggi ha espresso la sua “stanchezza” per le indagini che lo vedono coinvolto dallo scorso marzo. In particolare nella convocazione si dà atto, in modo sintetico, delle nuove memorie presentate dalle parti, della richiesta di proroga avanzata dai periti e della necessità di discutere queste nuove istanze con i difensori dell'indagato, del condannato Alberto Stasi e dei legali della famiglia Poggi.

Il legale di Alberto Stasi Antonio De Rensis
Il legale di Alberto Stasi Antonio De Rensis

Il Dna sulla garza dell’autopsia 

Due i temi che restano centrali dopo che l'analisi delle impronte e della spazzatura hanno escluso, a oggi, la presenza di Sempio nella villetta di via Pascoli. La gip Garlaschelli potrebbe decidere di ampliare ulteriormente gli approfondimenti chiedendo che sia una parte terza (Denise Albani, ndr) a identificare il morto a cui è riconducibile la contaminazione sulla garza che mette d'accordo tutti, così come potrebbe chiedere anche ulteriori accertamenti per escludere che le unghie tagliate alla vittima durante l'autopsia, dallo stesso medico legale, possano essere state oggetto di ulteriore contaminazione.

Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi
Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi

Il materiale trovato sui margini delle unghie per la Procura e la difesa di Stasi è riconducibile a Sempio, cosa già esclusa invece nel processo d'appello bis all'allora fidanzato ritenendo i risultati della presenza di tracce maschili incostanti e frutto di una degradazione.

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L'impronta 33 

Tra le questioni che potrebbero essere discusse nell'udienza di venerdì 26 settembre c'è anche l'ormai famosa "impronta 33” (esclusa dall'incidente probatorio) trovata sulla parete delle scale dove è  stato trovato il corpo senza vita di Chiara Poggi.

Chiara Poggi e l'impronta 33 sul muro della sua casa a Garlasco
Chiara Poggi e l'impronta 33 sul muro della sua casa a Garlasco

Tracce ematiche escluse 

Non è attribuibile a Sempio per la difesa dell'indagato e per l'esperto incaricato dalla famiglia Poggi, per la Procura appartiene al nuovo sospettato, mentre per i legali di Stasi le fotografie consentono di dire che è l'impronta di Sempio mista a sangue e sudore, sebbene il test per rilevare il sangue abbia sempre dato esito negativo e gli stessi pubblici ministeri hanno escluso la possibilità di parlare di tracce ematiche avendo a disposizione solo le immagini (l'intonaco è stato esaurito per escludere la presenza di sangue).