BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Urbanistica a Milano, il caso Pella infiamma il Consiglio a Concorezzo: “Chiarezza sui rapporti col Comune”

L’opposizione al sindaco: non vogliamo ombre. Capitanio replica: “Sempre agito per il bene della comunità”. L’architetto finito ai domiciliari ha firmato lo studio di fattibilità della nuova scuola elementare di via Ozanam

L’architetto concorezzese Federico Pella è finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul mattone

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Concorezzo (Monza) – “Dopo l’inchiesta sull’urbanistica a Milano, il Comune ha il dovere di parlare chiaramente”. Il caso Federico Pella infiamma l’aula, l’opposizione chiede l’elenco degli incarichi assegnati dal Municipio all’architetto concorezzese, finito ai domiciliari nell’indagine sul mattone sotto la Madonnina. Fra le altre pratiche in città, ha firmato lo studio di fattibilità della nuova scuola elementare di via Ozanam. Per la Procura voleva entrare nell’affare su San Siro.

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“Il presupposto per noi è la presunzione d’innocenza – dice Francesco Facciuto, capogruppo de “La Rondine” - ma il nostro ruolo ci impone di ricordare che a Pella e allo studio J+S sono riconducibili una serie di lavori in vari ambiti, oltre alla primaria. Della quale contestammo le modalità d’affidamento del progetto”. Le forze di minoranza hanno chiesto al primo cittadino Mauro Capitanio una dichiarazione “chiara: che nessuna ombra possa interessare in futuro l’operato della Giunta, né in relazione a lavori assegnati né riguardo a legami personali e professionali”. E hanno chiesto anche di condividere una relazione dei rapporti “fra il Comune e Pella negli ultimi 6 anni”.

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“Non c’è bisogno di alcun documento – replica il sindaco – è tutto pubblicato all’Albo Pretorio. La questione morale, se di questo stiamo parlando, riguarda, semmai, chi specula su vicende come questa per avere vantaggi politici. Lo studio di fattibilità della scuola vale meno dell’1% di una commessa di 17 milioni. Posso garantire che né io né gli assessori abbiamo mai agito se non nell’interesse della comunità”.

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Parole arrivate alla vigilia della decisione del gip che ha ravvisato le esigenze cautelari per il professionista brianzolo, “c’è il pericolo di reiterazione del reato”. Lui, gli altri costruttori e gli amministratori milanesi coinvolti hanno chiesto al Riesame la revoca delle misure a loro carico. Per la Procura c’era “un patto corruttivo” tra il presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e l’architetto concorezzese per mettere le mani sul futuro dello stadio Meazza e del quartiere San Siro, mandato all’aria dall’indagine. I progetti di Inter e Milan non sono ancora stati approvati e nessuno sa se e quando i lavori cominceranno, ma i pm sono convinti che Marinoni e Pella si muovessero da tempo per entrare nel business. Accuse respinte dall’architetto durante l’interrogatorio.