L'INIZIATIVA / Parole e pensieri ai tempi del coronavirus: "Responsabilità"

Hanno scritto per noi, tra gli altri, Andrea Bocelli, Giorgio Armani, Giovanni Malagò, Ettore Messina, Elio Franzini e Gianni Canova

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Per approfondire:

Milano, 28 aprile 2020 - Una parola al giorno per trenta giorni, un mese di riflessioni e pensieri che andranno a costruire una "letteratura del ricordo". È l’invito che Massimiliano Finazzer Flory, regista e attore teatrale, lancia ai lettori in collaborazione con Il Giorno. Il drammaturgo propone una parola di stretta attualità legata al Covid-19, invitando i lettori a scrivere un breve pensiero (600-700 battute) in merito. Le riflessioni, da inviare all’indirizzo mail redazione.internet@ilgiorno.net, saranno pubblicate online e contribuiranno a costruire una memoria collettiva di com’erano la Lombardia e l’Italia ai tempi del coronavirus, accanto ai contributi che di giorno in giorno manderanno alcuni personaggi della cultura e dello spettacolo.

La parola odierna è RESPONSABILITA'. Fino ad ora hanno scritto per noi:Giorgio Armani, Andrea Bocelli, Salvatore Veca, Ornella Vanoni, Dan Peterson, Antonella Boralevi, Quirino Principe, Gabriele Lavia, Laura Valente, Maria Rita Parsi, Gianni Canova, Gianni Quillico, Silvia Pascale, Stefano Bruno Galli, Edoardo Zanon, Fabio Scotto, Gilda Bojardi, Ico Migliore, Marconcini Alberto, Roberta Pelachin, Rosario Pavia, Ettore Messina, Giovanni Gastel, Edoardo Boncinelli, Giulia Carli, Pino Farinotti, Stefano Boldorini, Alberto Mattioli, Alberto Uva, Alessandra Miorin, Roberto Cacciapaglia, Sabrina Sigon, Angelo Argento, Anna Maria Cisint, Ilaria Guidantoni, Ivano Giulio Parasacco, Lavinia Colonna Preti, Letizia Moratti, Massimo G. Cerutti, Paolo Del Brocco, Pierluigi Biondi, Jacopo Rampini, Roberto Zecchino, Carlo Robiglio, Salvatore Carrubba, Corrado Sforza Fogliani, Giulio Giorello, Lorenzo Maggi, Alessandro Daniele, Alberto Mingardi, Monica Stefinlongo, Cesare Balbo, Elena D'Incerti, Giuseppe Mojana, Giulia Malaspina, Marco Nereo Rotelli, Michela Lucenti, Silvano Petrosino, Alessandra Marzari, Ariane, Deborah Cocco, Filippo Del Corno, Michele, Alessandro Pancotti, Maria Giulia Comolli, Franco Masanti, Alessandro Gabrielli, Girolamo Sirchia, Santo Rullo, Alessandro Daniele, Dori Ghezzi, Katia da Ros, Antonio Francesco Pollice, Maria Pia Ciaccio, Red Canzian, Cristina Veronese, Barbara Dei Rossi, Paolo Coppo, Carolina Labadini Mosti, Spartaco Rizzo, Roberta Usardi, Claudio Formisano, Roberto Rinaldi, Alberto Marconcini, Ilaria Massi, Giuseppe, studente di filosofia all'università Vita-Salute San Raffaele, Cristina Settanni, Cristina Salvador, Carmen, Alex Salmini, Eugenio Astorino Tutoli, Sofia Aloi, Lory, Cristina Barletta, Rosanna Calò, Graziano Camanzi, Raffaella, Miriam Merlo, Clara Canna, Riccardo, Fabrizio Gramigni, Luciano Vacca, Giorgio Piccaia, Elio Franzini, Franco Farinelli e Pier Paolo Bucalo.

*******************************************************************

Per Adriano Olivetti, l’impresa doveva creare valore per i propri azionisti, ma anche agire con responsabilità civile e sociale, per sostenere lo sviluppo della comunità di cui fa parte. Condivido totalmente questo pensiero che è radicato nella storia delle Cantine Ferrari da oltre un secolo ed è condiviso dalle straordinarie aziende che compongono la comunità di Fondazione Altagamma. Una comunità che è un ecosistema creativo fondato sulla bellezza e sulla capacità di creare valore per sé e per il sistema Italia. Collaboratori ma anche partner, distributori e tutte le persone che scelgono le nostre creazioni sono parte di questo ecosistema che unisce passione, ingegno e un continuo slancio innovativo. A tutte queste persone l’impresa deve poter far vivere emozioni e valori autentici, deve proporre bellezza ma anche sensibilità ambientale e sociale in un’interazione continua con l’arte e la cultura.

Matteo Lunelli, ad Cantine Ferrari e presidente di Fondazione Altagamma

*******************************************************************

Responsabilità, fa appello alla coscienza nel suo dialogo con la volontà, l’assunzione di un compito, incarico, che rende l’uomo passibile di giudizio non solo morale ma sociale, da cui la responsabilità civile, penale, il senso di responsabilità, l’invito alla responsabilità. Non è un semplice comportarsi bene ma un’assunzione del proprio comportamento. In effetti la parola, entrata nell’uso nel XVIII secolo, è una risposta, non istintiva, o immediata,una battuta, come ci suggerisce l’etimo latino: respondere – rispondere - composto da re, “indietro” e spondere “promettere”; mentre il suffisso “bile” che indica facoltà, possibilità. In quanto “animali politici”, non possiamo esimerci dal rispondere, nella relazione privata, nelle relazioni sociali e in quella più intima, la responsabilità verso noi stessi. Perché non siamo padroni nemmeno della propria persona in questa tensione cosmica.

Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice del Mediterraneo

*******************************************************************

Oggi la responsabilità ha grande significato: mi assumo un impegno un comportamento, non tradisco gli altri. Richiede senso civico, ma individualismo e furbizia sono suoi nemici. L’irresponsabilità con l’ego porteranno l’Umanità nell’oscurità se la comunità con l’uomo non saprà reagire. Sospesi nell’aria viaggi senza volto ne confini ne regole verso casa e penetri con mani nel corpo singolo in assenza d’equilibrio e di responsabilità e sempre in movimento aleggi nelle città e piazze deserte ti incontro a tutte le ore rubi il tempo alla vita e sei scuola per noi bambini nella storia surreale invisibile e nella paura d’accoglienza  disponi di me di noi identificati con apertura svelati scopriti e sarà liberazione e ricerca di partenza e la compagnia non sarà rischio ora dacci il pane quotidiano della lettura che in squadra faremo l’impresa!

Giorgio Piccaia, artista

*******************************************************************

Bussero (Mi) - 28/04/2021 (Un anno dopo) Mi ricordo un anno fa quando il Presidente del Consiglio preannunciò, in una comunicazione televisiva, le disposizioni principali, che avremmo dovuto seguire nella Fase 2 dell’epidemia, cioè quella di nostra convivenza col virus “coronato”. Dopo la lunga chiusura, che aveva determinato l’interruzione di gran parte delle nostre attività, la riapertura non doveva significare un “libero tutti”, ma una ripresa graduale e prudente delle stesse. Lo stesso senso di responsabilità, che come popolo avevamo dimostrato, rispettando le regole imposte per salvaguardare la nostra salute durante il periodo di fermo, doveva proseguire, per evitare nuovi attacchi del nemico pubblico, che non aspettava altro che un abbassamento della nostra guardia e dei nostri sistemi di difesa. Distanziamento sociale, mascherine di protezione, spostamenti autorizzati, file ordinate dovevano continuare. Non era facile per noi popolo creativo, fantasioso, chiassoso ed aperto alle relazioni sociali, ma un po’ anarchico, data l’insofferenza alle regole ed alle imposizioni. L’assunzione di responsabilità riguardo ai nostri buoni comportamenti era diventata però essenziale, non solo per salvare i nostri polmoni , ma per evitare il rischio di contagio verso quelli degli altri. Ad un anno di distanza, è sorprendente pensare quanto a lungo abbiamo dimostrato di essere stati responsabili ad attuare comportamenti, che ci hanno permesso di contrastare e limitare il virus sconosciuto e cattivo. E’ stata una dura lezione, che ci ha reso caratterialmente più forti. Ora che stiamo tentando faticosamente di riprenderci dalla crisi economica e sociale nella quale ci siamo ritrovati, solo il buon senso ed il senso di responsabilità del bravo padre di famiglia potranno guidarci ad un nuovo modello di futuro, fatto di maggiore equità e sostenibilità.

Roberto Rinaldi

*******************************************************************

La memoria vigliacca

è volutamente annebbiata

dal macabro senso di colpa

Quale autentico delitto perfetto

perpetrato nell’indifferenza dei più  

Una martellata feroce

figlia di follia d’onnipotenza

schiantò per sempre al muro

l’esile voce del Grillo Parlante

Lui saggio consigliere interno

àncora del delirio al reale

eliminato da congiura di palazzo

I giovani rivoluzionari confusero

Libertà con la truffaldina Incoscienza  

Feste d’eccessi senza fine

e ingloriose guerre fratricide

provocarono da quel dì

diffusa cecità da onanismo

Il mondo divenne oscuro regno

orfano di sorella Responsabilità

ridotta a mendicante d’attenzioni  

Nella più profonda notte dell’umanità

gli assassini del Grillo sinceramente pentiti

udendo terrorizzati sguaiate risate

di Fame Guerra Pestilenza e Carestia

impegnate nel gioco a domino

compresero d’essere loro stessi le tessere

il cui unico mutuo sostegno possibile

era la riabilitata Responsabilità. Stefano Boldorini

*******************************************************************

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro