La violinista Cosima Soulez Larivière e i giudici in incognito: "Test entusiasmante: sono pronta. Milano? Da scoprire"

La musicista franco-canadese è fra i dieci finalisti del Premio Antonio Mormone: “Il web moltiplica la visibilità, ma esibirsi dal vivo è un’altra cosa"

La violinista Cosima Soulez Larivière, finalista al premio “Antonio Mormone“tion

La violinista Cosima Soulez Larivière, finalista al premio “Antonio Mormone“tion

Cosima Soulez Larivière ha lasciato la valigia in albergo ed è corsa a provare. La giovane violinista franco-canadese è fra i 10 finalisti al Premio Internazionale Antonio Mormone – questa edizione è dedicata al violino – che terminerà nel giugno 2025 con la finalissima con orchestra al Teatro alla Scala. I musicisti selezionati, età media 23 anni, provengono dalle più prestigiose scuole internazionali e, in questi mesi, terranno concerti in Italia e all’estero alla "presenza" di giurati in incognito; inoltre avranno collaborazioni con numerosi partner e realtà del territorio, interviste curate dagli istituti scolastici lombardi, votazioni di gradimento del pubblico. Cosima si esibirà con Mana Oguchi, al pianoforte, a Mare Culturale Urbano il 4 maggio alle ore 11; in programma di Mozart "Sonata n. 27 in sol magg. K. 379"; di Say "Sonata No. 1"; di Beethoven "Sonata n. 10 in sol magg. op. 96"; replica del concerto il 6 maggio al Teatro Rosetum, via Pisaniello 1, alle ore 20.30. Il 5 maggio al Palazzo Zurla De Poli a Crema Soulez Larivière terra un recital di solo violino con musiche di Biber "Passacaglia"; di Shchedrin "EchoSonata "; di Bach "Ciaccona dalla Partita II in re min. BWV 100".

Cosa significa oggi, nell’era internet, partecipare a un concorso internazionale?

"È sempre un’ottima occasione suonare un programma vario e far conoscere, ascoltare le migliori abilità di un musicista. Il web, usato con intelligenza, può dare la possibilità di una maggiore esposizione. Il pubblico si “allarga“ anche grazie alle condivisioni delle performance. Questo apre le porte a opportunità e collaborazioni che si moltiplicano. Ma suonare dal vivo è un’altra cosa".

Chi ha scelto il programma che eseguirà?

"Ho voluto farlo personalmente, sono brani che sento affini a me".

E cosa vuole comunicare al pubblico?

"Innanzitutto desidero condividere la bellezza di questa musica con chi sarà in sala. Credo davvero che un concerto dal vivo sia fondamentale per ogni musicista, in questo senso la formula del Premio Antonio Mormone è fantastica, perché ci permette di esibirci sempre in concerto. È meraviglioso consentire all’artista di regalare all’ascoltatore e a sé stesso momenti che “volano“ attraverso il suono. Viviamo in un’epoca in cui tutto diventa sempre più veloce, le persone stanno sempre a guardare il cellulare, non riescono a prestare attenzione a lungo su nulla. Oggi più che mai l’importanza di essere ascoltata in sala, di entrare in relazione con lo spettatore è per me, per noi giovani musicisti, un valore inestimabile".

Quando ha scoperto la musica ?

"Sono nata, cresciuta ascoltandola e, non solo la classica, I miei sono musicisti, Sao, mio fratello, è un violista molto, molto bravo, sono fiera di lui. In casa nostra la radio era sempre accesa, ascoltavamo cd, vinili in continuazione, adoravo gli audiolibri. Insieme andavamo ai concerti, ho iniziato a studiare violino a tre anni come se fosse la cosa più normale del mondo, per un periodo ho affiancato anche gli studi di pianoforte ma sapevo che il violino avrebbe prevalso".

Sogna una carriera da solista o una grande orchestra?

"Oggi il concetto di carriera è più che mai fluido. Ormai da un solista ci si aspetta che suoni da solo in un recital e allo stesso tempo che esegua musica da camera e tanti concerti con l’orchestra".

È la prima volta che suona a Milano.

"È anche la prima volta che la vedo, è da scoprire. Vorrei conoscere il gusto italiano, sentire e vivere l’eredità musicale milanese. Non vedo l’ora che arrivino i concerti".

Quali sono i suoi progetti sia se vincesse, sia se non arrivasse in finale?

"Indipendentemente dal risultato del Premio, avrò occasione di esibirmi in molti concerti e debuttare in Paesi diversi. Per esempio visiterò l’Australia e suonerò lì anche brani contemporanei fra cui Saunders, Ligeti, Nono di cui voglio vedere la mostra che la Scala gli ha dedicato. Sto collaborando con artisti che ammiro come Gringolts e Mustonen".

Sapere che un grande violinista l’ascolterà in incognito la preoccupa?

"Assolutamente no, anzi penso sia super eccitante".

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