L'INIZIATIVA / Parole e pensieri ai tempi del coronavirus: "Apertura"

Hanno scritto per noi, tra gli altri, Andrea Bocelli, Giorgio Armani, Giovanni Malagò, Ettore Messina, Elio Franzini e Gianni Canova

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Per approfondire:

Milano, 17 aprile 2020 - Una parola al giorno per trenta giorni, un mese di riflessioni e pensieri che andranno a costruire una "letteratura del ricordo". È l’invito che Massimiliano Finazzer Flory, regista e attore teatrale, lancia ai lettori in collaborazione con Il Giorno. Il drammaturgo propone una parola di stretta attualità legata al Covid-19, invitando i lettori a scrivere un breve pensiero (600-700 battute) in merito. Le riflessioni, da inviare all’indirizzo mail redazione.internet@ilgiorno.net, saranno pubblicate online e contribuiranno a costruire una memoria collettiva di com’erano la Lombardia e l’Italia ai tempi del coronavirus, accanto ai contributi che di giorno in giorno manderanno alcuni personaggi della cultura e dello spettacolo.

La parola odierna è APERTURA. Fino ad ora hanno scritto per noi:Giorgio Armani, Andrea Bocelli, Salvatore Veca, Ornella Vanoni, Dan Peterson, Antonella Boralevi, Quirino Principe, Gabriele Lavia, Laura Valente, Maria Rita Parsi, Gianni Canova, Gianni Quillico, Silvia Pascale, Stefano Bruno Galli, Edoardo Zanon, Fabio Scotto, Gilda Bojardi, Ico Migliore, Marconcini Alberto, Roberta Pelachin, Rosario Pavia, Ettore Messina, Giovanni Gastel, Edoardo Boncinelli, Giulia Carli, Pino Farinotti, Stefano Boldorini, Alberto Mattioli, Alberto Uva, Alessandra Miorin, Roberto Cacciapaglia, Sabrina Sigon, Angelo Argento, Anna Maria Cisint, Ilaria Guidantoni, Ivano Giulio Parasacco, Lavinia Colonna Preti, Letizia Moratti, Massimo G. Cerutti, Paolo Del Brocco, Pierluigi Biondi, Jacopo Rampini, Roberto Zecchino, Carlo Robiglio, Salvatore Carrubba, Corrado Sforza Fogliani, Giulio Giorello, Lorenzo Maggi, Alessandro Daniele, Alberto Mingardi, Monica Stefinlongo, Cesare Balbo, Elena D'Incerti, Giuseppe Mojana, Giulia Malaspina, Marco Nereo Rotelli, Michela Lucenti, Silvano Petrosino, Alessandra Marzari, Ariane, Deborah Cocco, Filippo Del Corno, Michele, Alessandro Pancotti, Maria Giulia Comolli, Franco Masanti, Alessandro Gabrielli, Girolamo Sirchia, Santo Rullo, Alessandro Daniele, Dori Ghezzi, Katia da Ros, Antonio Francesco Pollice, Maria Pia Ciaccio, Red Canzian, Cristina Veronese, Barbara Dei Rossi, Paolo Coppo, Carolina Labadini Mosti, Spartaco Rizzo, Roberta Usardi, Claudio Formisano, Roberto Rinaldi, Alberto Marconcini, Ilaria Massi, Giuseppe, studente di filosofia all'università Vita-Salute San Raffaele, Cristina Settanni, Cristina Salvador, Carmen, Alex Salmini, Eugenio Astorino Tutoli, Sofia Aloi, Lory, Cristina Barletta, Rosanna Calò, Graziano Camanzi, Raffaella, Miriam Merlo, Clara Canna, Riccardo, Fabrizio Gramigni, Luciano Vacca, Giorgio Piccaia, Elio Franzini

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In tema di aperture per la fine del lockdown, le nuove disposizioni governative hanno emozionato molti. Il capo del governo in previsione della riapertura del 4 Maggio ha lanciato l'iniziativa "Apriamo la notte" disponendo che cinema, teatri, chiese, palazzi storici, librerie, musei, spettacoli dal vivo, potranno essere fruibili da mezzanotte alle 6 del mattino, nel medesimo orario tutte le altre attività dovranno essere chiuse, e viceversa. Nelle stesse disposizioni si è previsto che si potrà circolare solo a piedi o in bicicletta, questo per mantenere il silenzio che caratterizza appunto la notte e per far si che camminando per la città si possa tornare a sentire l'acqua che zampilla dalle fontanelle.  

E' solo un sogno ovviamente, ma la realtà è che dobbiamo essere pronti ad aprire le nostre menti e il nostro cuore in vista della riapertura anzi, dell'apertura. Se sarà solo una riapertura, infatti, avremo perso due mesi. Se invece sarà una nuova apertura e saremo in grado di attuare quegli splendidi pensieri, emozioni e propositi, alle volte anche un po' folli, che abbiamo pensato, provato e dichiarato in questi mesi, allora sarà andato davvero tutto bene. 

Edoardo Filippo Scarpellini

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Possibilità, passaggio, ampiezza che si orienta all’esterno, verso lo spazio, verso l’altro, verso l’attività, come un avvio. Così è l’inizio della vita quando si aprono gli occhi; con la stessa apertura inizia la giornata seguita dall’aprire le finestre. L’apertura della borsa segna l’inizio delle contrattazioni, quella del fuoco delle ostilità. Ogni apertura ha in sé l’incertezza e la scommessa di un futuro. Apertura sa di accoglienza e comincia dalla porta socchiusa che temporeggia, sbirciando chi c’è fuori; da quello stare in attesa fiducioso facendo la propria parte, in una mescolanza di sogno e timore, come l’apertura di quando si fa qualcosa per la prima volta o dopo molto tempo. E’ rimettersi in gioco e non rinunciare a vivere, proteggendosi, senza chiudersi nel proprio guscio.

Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice

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Da quasi due mesi, l’apertura mattutina delle finestre lascia entrare profumi di piante, cinguettii di passerotti, poche voci di vicini che si fanno una chiacchiera dai balconi, lo strimpellare di una chitarra, il ticchettio rapido di una tastiera di fianco alla casalinga che sbatte il tappeto. Entra un mondo che sorride, nonostante la paura. Vibra di questa lievità e dice grazie. L’apertura, oggi, ci regala un’aria epurata, carica di quello che dovrebbe potersi svolgere poi, come un’ouverture, che ci preannuncia l’atmosfera di fondo di un’opera. L’apertura, io la vorrei così, anche dopo, quando finalmente ripartiremo.

Laura Brignoli, Università IULM

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Spiraglio: la luce filtra e rende visibile qualunque granello di polvere sulla superficie liscia dei tuoi mobili. L’aria entra e solletica i polmoni che l’isolamento tenta di preservare eppure accartoccia un po’. Pochi i rumori dalla strada; ti sorprendi a confondere il ronzio di un’ape che, incurante e sfacciata, si posa sui fiori gialli del terrazzo con il sibilo delle ambulanze: sfrecciano le ambulanze sotto casa, ti eri persino proposta di contarle. Ma desisti dalla statistica. Apri, chiudi, lasci entrare un po’di corrente, ti lasci avvolgere dalla luce, ti dà fastidio il refolo di vento, ti scopri curiosa di qualunque suono, disposta come sei all’ascolto e a scambiare rumori per sinfonie. Vuoi svoltare, è certo, cerchi una sliding door: la tua e quella di tutti. Però hai a disposizione solo una porta finestra e mai come adesso ti piacerebbe che fosse un “malchiuso portone”. ‘Quel’ malchiuso portone.

Elena D’Incerti

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Apertura mentale totale è allargamento visione ampia entrata energia sete fame conoscenza.

Apertura incosciente è chiusura stolta incontrollata e confusione.

Apertura verso ignoto stimolo e pericolo con il pensiero libero tutto è giusto e perfetto.

O virus senza volto che viaggi sospeso e penetri con le mani nel corpo singolo in assenza d’equilibrio e di pane sempre in movimento aleggi nelle città deserte ti incontro a tutte le ore rubi la vita e fai scuola in questa storia surreale e invisibile nella paura  d’accoglienza tutto regoli e disponi di me di noi identificati svelati scopriti verso l’umanità e ti vinceremo con la ricerca e la partenza e l’apertura sarà senza rischio.

Giorgio Piccaia, artista

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Apriamo le porte , spalanchiamo la finestra ,

scardiniamo i cancelli ed allarghiamo le braccia ,

la primavera arriva , nel cuore e nei giardini ,

con animo disposto ai petali dischiusi .

Liberiamoci , scrolliamoci di dosso

il lordo del declino di umanità e saggezza ,

l'antico si attualizza nel mondo tutto intero ,

italica è la forza di un cielo sempre azzurro .

Chiudiamo con le scuse , rinvii e punizioni ,

via ora e per sempre invidia e cupidigie ,

fine con le droghe ed acide illusioni ,

basta compromessi , mera delusione .

Fuori dai cassetti tutti i vestiti vecchi ,

le scarpe di tendenza , la carta prepagata 

e dentro i cassonetti gettiamo i libri stanchi ,

sui banchi ora portiamo ingegno e fantasia .

Apriamo poi la casa ad altri colori e suoni ,

lasciamo adesso entrare profumi e volti vari .

Infine la città , la vie , le piazze , i ponti ,

apriamola insieme a parole e gesti nuovi :

da una cultura sana rinasce verità .

Anna Rosa

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Bussero (Mi)- 17/04/2021 (Un anno dopo)

Mi ricordo un anno fa quando dopo un mese e mezzo di chiusura dei luoghi destinati alle nostre attività di studio, di lavoro e svago e di clausura nelle nostre case, il malefico ed invisibile virus sembrò iniziare ad allentare la sua presa sulla salute dei nostri polmoni. Dopo la paura e l’angoscia di quel periodo, caratterizzato dai bollettini quotidiani sui nuovi ricoverati, i guariti e purtroppo gli scomparsi, ricominciammo a sperare che il peggio fosse passato ed a intravedere un futuro a breve di riapertura di tutti quei luoghi, che ci erano stati preclusi.

C’era l’ansia di ripartire per evitare un tracollo economico, che avrebbe inciso pesantemente sul tenore di vita delle famiglie. Gli esperti la chiamavano Fase 2. Era però una fase di complessa progettazione e tutta da scoprire. Le nostre normali attività dovevano convivere con la presenza sempre in agguato del virus. La nostra vita cambiava per adattarsi ad una nuova realtà quadrimensionale con le 4 D : distanziamento sociale, dispositivi di protezione, diagnostica , digitalizzazione. Queste dovevano diventare le fondamenta per poter contemperare la realizzazione delle nostre attività con la protezione della nostra salute dal virus.

Non sarebbe stato facile, perché eravamo chiamati a comportamenti inusuali rispetto al passato, i quali richiedevano però l’attenzione e la consapevolezza, che non potevano essere ammessi errori col virus, tali da vanificare la riapertura tanto agognata. Ad un anno di distanza, il famoso “lockdown” di quel periodo è stato gradualmente dimenticato. Scuole, fabbriche e negozi sono tornati ai loro normali orari di apertura. I principi 4 D sono stati il riferimento costante del nostro operare e ci hanno aiutato ad affrontare la convivenza con l’invisibile nemico. Questa esperienza ci ha aperto a comportamenti più virtuosi, rispettosi delle regole, che hanno consentito di salvaguardare la nostra salute, ma soprattutto quella altrui.

Roberto Rinaldi, ingegnere in pensione

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Accorrete tutti!

La favola per adulti

di Biancaneve 2020

e le Sette Piccole Aperture

per Voi in edizione straordinaria

 

Così per una volta

non furono i bimbi

a dover ben imparare

ma i saccenti ipotetici adulti

 

Apertura mentale per comprendere

Apertura dal cuore per accettare

Apertura di cervello per ricercare

Apertura culturale per collaborare

Apertura caritatevole per supportare

Apertura di attività per sopravvivere

Apertura di portafoglio per aiutare

 

L’umanità dei piccoli grandi

un anno esatto dopo

girò un meraviglioso film su questa fiaba.

Stefano Boldorini

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La mia finestra aperta Il mio cuore chiuso La mia boccia spalancata Le parole vuote Il mio sogno inizia a volare Io casco con lui Chiariscimi, amico pensiero, com’è che il mondo possa funzionare come un ingranaggio perfettamente oliato, mentre lo vedo così distrutto Come posso accettare, a cognizion di causa, che ogni grande nota della canzone umana  sia scritta in chiave d’apertura, mentre io, qui, non penso che al pensare senza riuscirmi a preoccupare del mondo che non sa quello che può fare La nebbia che sento non ferisce gli altri Essa sfiorandoli colpisce me Preferirei una notte infinita che  un’annebbiata vita Sento e spero troppo per quel che sono Che la pelle si scaldi ad un tenero bacio del Sole Che il vento accarezzi il corpo con bruta dolcezza Che la pioggia scorra dentro di me quanto io in lei Non penso di cambiare.... ma voglio avanzare! Voglio aprirmi e dialogare Sogno di correre e godere Godete d’ogni insignificante grandezza che ogni giorno ho visto senza osservare Voglio essere anch’io come può essere il mondo Voglio essere anch’io come sarà il mondo

Spartaco Rizzo

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