L'INIZIATIVA / Parole e pensieri ai tempi del coronavirus: "Impresa"

Hanno scritto per noi, tra gli altri, Andrea Bocelli, Giorgio Armani, Giovanni Malagò, Ettore Messina, Elio Franzini e Gianni Canova

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Per approfondire:

Milano, 27 aprile 2020 - Una parola al giorno per trenta giorni, un mese di riflessioni e pensieri che andranno a costruire una "letteratura del ricordo". È l’invito che Massimiliano Finazzer Flory, regista e attore teatrale, lancia ai lettori in collaborazione con Il Giorno. Il drammaturgo propone una parola di stretta attualità legata al Covid-19, invitando i lettori a scrivere un breve pensiero (600-700 battute) in merito. Le riflessioni, da inviare all’indirizzo mail redazione.internet@ilgiorno.net, saranno pubblicate online e contribuiranno a costruire una memoria collettiva di com’erano la Lombardia e l’Italia ai tempi del coronavirus, accanto ai contributi che di giorno in giorno manderanno alcuni personaggi della cultura e dello spettacolo.

La parola odierna è IMPRESA. Fino ad ora hanno scritto per noi:Giorgio Armani, Andrea Bocelli, Salvatore Veca, Ornella Vanoni, Dan Peterson, Antonella Boralevi, Quirino Principe, Gabriele Lavia, Laura Valente, Maria Rita Parsi, Gianni Canova, Gianni Quillico, Silvia Pascale, Stefano Bruno Galli, Edoardo Zanon, Fabio Scotto, Gilda Bojardi, Ico Migliore, Marconcini Alberto, Roberta Pelachin, Rosario Pavia, Ettore Messina, Giovanni Gastel, Edoardo Boncinelli, Giulia Carli, Pino Farinotti, Stefano Boldorini, Alberto Mattioli, Alberto Uva, Alessandra Miorin, Roberto Cacciapaglia, Sabrina Sigon, Angelo Argento, Anna Maria Cisint, Ilaria Guidantoni, Ivano Giulio Parasacco, Lavinia Colonna Preti, Letizia Moratti, Massimo G. Cerutti, Paolo Del Brocco, Pierluigi Biondi, Jacopo Rampini, Roberto Zecchino, Carlo Robiglio, Salvatore Carrubba, Corrado Sforza Fogliani, Giulio Giorello, Lorenzo Maggi, Alessandro Daniele, Alberto Mingardi, Monica Stefinlongo, Cesare Balbo, Elena D'Incerti, Giuseppe Mojana, Giulia Malaspina, Marco Nereo Rotelli, Michela Lucenti, Silvano Petrosino, Alessandra Marzari, Ariane, Deborah Cocco, Filippo Del Corno, Michele, Alessandro Pancotti, Maria Giulia Comolli, Franco Masanti, Alessandro Gabrielli, Girolamo Sirchia, Santo Rullo, Alessandro Daniele, Dori Ghezzi, Katia da Ros, Antonio Francesco Pollice, Maria Pia Ciaccio, Red Canzian, Cristina Veronese, Barbara Dei Rossi, Paolo Coppo, Carolina Labadini Mosti, Spartaco Rizzo, Roberta Usardi, Claudio Formisano, Roberto Rinaldi, Alberto Marconcini, Ilaria Massi, Giuseppe, studente di filosofia all'università Vita-Salute San Raffaele, Cristina Settanni, Cristina Salvador, Carmen, Alex Salmini, Eugenio Astorino Tutoli, Sofia Aloi, Lory, Cristina Barletta, Rosanna Calò, Graziano Camanzi, Raffaella, Miriam Merlo, Clara Canna, Riccardo, Fabrizio Gramigni, Luciano Vacca, Giorgio Piccaia, Elio Franzini, Franco Farinelli e Pier Paolo Bucalo.

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Questo presente e il futuro immediato sono un’impresa…colossale. Un’impresa come incarico impegnativo, un’assunzione di responsabilità economica e di fattività come può essere individuale; generalmente per affrontare un rischio importante e raggiungere un traguardo di rilievo ci si costituisce in un’organizzazione stabile del lavoro che è individuata con un luogo fisico, la fabbrica. Impresa è un intreccio di tecnica e mezzi con la capacità professionale, un grande cantiere che non è mai concluso, ché l’impresa ha il suo senso nella continuità. Emblematica in tal senso l’espressione fabbrica del Duomo, quell’impresa titanica fatta da tante competenze e uomini che una volta compiuta comincia una seconda vita, quella della manutenzione. Impresa come prendere nelle proprie mani il nostro destino in un’ottica sociale, dove il rischio fallimento è sempre collettivo.

Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice del Mediterraneo

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Non è detto che anche nell'attuale crisi, non si renda possibile mettere insieme qualcosa di buono, a condizione però che vi sia un po' di entusiasmo e si costituisca una squadra affiatata e unita negli intenti.

Giovanna 

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Bussero (Mi) - 27/04/2021 (Un anno dopo) Mi ricordo un anno fa quando il Presidente del Consiglio preannunciò, in una comunicazione televisiva, le disposizioni principali, che avremmo dovuto seguire nella Fase 2 dell’epidemia, cioè quella di nostra convivenza col virus “coronato”. Annunciò che due settori fondamentali per la nostra economia, l’edilizia e la manifattura, potevano riprendere le loro attività, ma con tutte le cautele del caso. Sottolineò che insieme alle associazioni datoriali ed ai sindacati dei lavoratori erano stati firmati dei protocolli, che definivano delle linee guide per lavorare in sicurezza. Si affidava al senso di responsabilità delle parti, perché fossero trovate nuove forme organizzative di produzione, che garantissero la salute dei lavoratori, attraverso distanziamento, dispositivi di protezione, termoscanner e reperibilità costante di medici del lavoro. Si riproponeva, ma in forma esponenziale, l’annoso problema della sicurezza sui luoghi di lavoro, tema sempre complesso e di difficile risoluzione, perché spesso le esigenze di produttività e costi ridotti per essere competitivi contrastavano con quelle di operare senza rischi per i lavoratori. Il caso dell’Ilva di Taranto ne era stato l’emblema più significativo. Tornare al lavoro era però essenziale per evitare che la prolungata mancanza di entrate da parte delle imprese le costringesse alla loro chiusura con licenziamenti e disoccupazione, che avrebbero creato tensioni sociali difficilmente controllabili. Ad un anno di distanza, la ripresa del nostro mondo economico è lentamente in corso. L’Europa ha fortunatamente compreso la difficoltà della nostra situazione e ci sta fornendo tanti finanziamenti, che non possiamo e dobbiamo sprecare. Devono servire per progetti, opere ed infrastrutture utili e sostenibili, che creino tanto lavoro. E’ una sfida che può essere vinta solo se il normale conflitto tra le parti sociali sarà superato e sarà sostituito da una collaborazione sinergica, la quale porti a nuova ricchezza, atta a ridare redditi dignitosi ai lavoratori, soprattutto quelli più giovani ed equo profitto alle imprese.

Roberto Rinaldi

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Un’impresa ripartire ridare fiducia risanare le ferite. Strada difficile tribolata materialmente e psicologicamente. Un’impresa dolorosa ma anche gioiosa nuove soluzioni mi attendono. La luce guiderà il cammino con i valori eterni della morale e forza bellezza e saggezza mi aiuteranno nell’impresa dopo questo lungo periodo di riflessione. Sospesi nell’aria viaggi senza volto ne confini ne regole verso casa e penetri con mani nel corpo singolo in assenza d’equilibrio e sempre in movimento aleggi nelle città e piazze deserte ti incontro a tutte le ore rubi il tempo alla vita e sei scuola per noi bambini nella storia surreale invisibile e nella paura d’accoglienza  disponi di me di noi identificati con apertura svelati scopriti e sarà liberazione e ricerca di partenza e la compagnia non sarà rischio ora dacci il pane quotidiano della lettura che in squadra faremo l’impresa!

Giorgio Piccaia, artista

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La più grande Impresa

è rimanere vivi

vivi dentro

mentre tutto trema

per impercettibile sisma  

Impresa è di conseguenza

tenere alti gli scudi

fluenti le sorgive interne

meditare senza smottare

rincuorare i più deboli

mentre il tuo cuore stenta  

Si aggiungano poi le Imprese

tutte le nobili figliastre

Intraprese d’Homo Economicus

ossatura dell’esoscheletro

che sorregge il nostro Mondo

e che ne sostenta le genti  

Impresa ardua

è stata ossigenare le Imprese

tramortite da colpo basso

Laddove lo stomaco duole

il cervello e l’animo s’affinano

portando la miracolosa evoluzione

per l’umanità e le sue creazioni.

Stefano Boldorini

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È un' impresa il coraggio 

Di partire lontano ,

Le mani vuote 

Le labbra strette ,

Un sogno antico nel cuore .

Al buio strade lunghe e silenziose ,

Nel passo la fretta

Di scappare al passato ,

Per creare un futuro

Che sia sano e nostrano .

Stridono i pensieri

In cerca di soluzioni ,

Proposizioni , innovazioni ,

Avidi di sostegni 

Troppo spesso indulgenti 

Ma non c'è abbandono 

Se pur sembra perduto ,

Anche solo un'idea ,

Il testare un progresso 

È un profitto , un traguardo .

Di questo dolore resta solo giacenza 

Per una paura così a lungo gestita ,

Ed in ogni famiglia o società 

Una vita nuova è ormai pronta ,

L'impresa umana è infatti riuscita .

Anna Rosa

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