REDAZIONE MILANO

Per Sueli "una morte atroce, consapevole". Al compagno Michael contestata l’aggravante della crudeltà

La pm di Milano ha inoltrato la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere per il 45enne accusato della morte della donna che si è lanciata dal quarto piano nel disperato tentativo di salvarsi dal rogo in viale Abruzzi

Sueli Leal Barbosa morta dopo essersi lanciata dal quarto piano per sfuggire alle fiamme dell'incendio nel suo appartamento

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Milano, 7 giugno 2025 – La pm di Milano Maura Ripamonti ha inoltrato stamani alla gip Anna Calabi la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere per Michael Pereira, il 45enne accusato dell'omicidio della compagna Sueli Leal Barbosa, morta precipitando dal quarto piano nella notte tra il 4 e il 5 giugno, nel disperato tentativo di fuggire dalla trappola di fiamme del suo appartamento in viale Abruzzi 64, a Milano. Oltre all'aggravante del rapporto di convivenza, all'uomo viene contestata anche quella della "crudeltà", per un delitto in cui, peraltro, ci sarebbe stato anche "un minimo di pianificazione".

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Stando alle indagini della Squadra Mobile e del Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco, Pereira avrebbe infatti appiccato il rogo nel bilocale tramite l'utilizzo di sostanze acceleranti in almeno due punti differenti, per poi chiudere la donna all'interno e andare al bar a bere una birra

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Nel tentativo di salvarsi, Sueli si è lanciata dal balcone ed è morta poco dopo l'arrivo in ospedale. Secondo alcuni condomini risvegliati dalle lancinanti grida di aiuto provenienti dal quarto piano, la donna, non riuscendo a uscire di casa, avvolta solo da una coperta nel tentativo disperato di proteggersi dalle fiamme, avrebbe provato anche ad attaccarsi alla finestra della sua stanza, pur di salvarsi dal rogo che stava rapidamente bruciando il suo appartamento. Poi, sotto gli occhi dei vicini di casa, assiepati nel cortile per sfuggire al fumo, è precipitata nel vuoto da un'altezza di dieci, quindici metri.

"Non è chiaro se buttandosi volontariamente in un estremo tentativo di salvarsi o semplicemente cadendo, per effetto dello sfinimento, di uno svenimento per l'inalazione di fumi o forse per l'impossibilità di reggersi a una ringhiera ormai divenuta incandescente", sottolinea la pm della procura di Milano, Maura Ripamonti, nella richiesta al gip di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare in carcere per il compagno della vittima.

Come detto, all'uomo, brasiliano di 45 anni, viene contestata anche l'aggravante della crudeltà, per aver cagionato alla compagna "una morte atroce, consapevole, con sofferenze prolungate", che per la pm sono "non solo prevedibili ma ricercate" dal fermato, accusato di aver avuto "un piano criminoso ragionato e preparato" per uccidere “lentamente, crudelmente, cagionando gravi sofferenze" alla 48enne, rimasta chiusa in casa senza vie di fuga. A Pereira non viene contestata la premeditazione, ma l'omicidio - evidenzia la pm nella richiesta di convalida - ha "caratteristiche poco compatibili con il delitto d'impeto". 

L'uomo, sentito dalla pm e dagli investigatori, ha ammesso parzialmente la propria responsabilità, spiegando di aver gettato un mozzicone di sigaretta sul tappeto per fare un "dispetto" alla compagna dopo una lite. Una versione che sarebbe incompatibile con quanto dagli accertamenti. L'interrogatorio di Pereira, difeso dall'avvocata Anna Attard, dovrebbe essere fissato per domani.