MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Omicidio e aggravanti. L’alcol cosparso in casa il fuoco e le telecamere. Michael rischia l’ergastolo

L’interrogatorio sarà questo fine settimana, scontata la convalida. La Procura, dopo i sopralluoghi, contesterà la premeditazione. Al vaglio anche la crudeltà per la sofferenza inflitta alla compagna .

L’interrogatorio sarà questo fine settimana, scontata la convalida. La Procura, dopo i sopralluoghi, contesterà la premeditazione. Al vaglio anche la crudeltà per la sofferenza inflitta alla compagna .

L’interrogatorio sarà questo fine settimana, scontata la convalida. La Procura, dopo i sopralluoghi, contesterà la premeditazione. Al vaglio anche la crudeltà per la sofferenza inflitta alla compagna .

di Anna Giorgi e Marianna Vazzana

Dal sopralluogo del nucleo investigativo dei vigili del Fuoco è emersa "la presenza di sostanze acceleranti la combustione", probabilmente alcol, "in almeno due punti della casa, cioè nel soggiorno e nella camera da letto", dove si trovava Sueli Barbosa, la quarantottenne operatrice socio sanitaria che ha perso la vita la notte tra giovedì e venerdì, lanciandosi dal balconcino di casa, al quarto piano, nel disperato tentativo di scampare al rogo che stava distruggendo il suo appartamento. L’obiettivo del suo compagno Michael Pereira, stando alle accuse formulate dalla procura, era quello di costruire una trappola, trasformando il bilocale in un inferno di fuoco. A colpire procura e investigatori sono state anche l’indifferenza e le "bugie" inanellate nei verbali da quell’uomo apparso freddo e distaccato. Come quando vedendo le fiamme uscire dalle finestre dell’appartamento e sentendo le sirene di ambulanza, polizia e vigili del fuoco è rimasto a gustarsi la scena dal bar poco distante, sapendo benissimo che dentro qualla casa in fiamme c’era la sua compagna.

La donna, hanno ricostruito i poliziotti della Squadra Mobile diretti da Alfonso Iadevaia e dal funzionario Francesco Giustolisi, è stata sentita urlare disperatamente dai vicini intanto che i vetri della casa scoppiavano per il calore. La quarantottenne ha provato ad aprire la porta e a chiedere aiuto; poi una vicina ha cercato a sua volta di forzare l’uscio, invano. La prima stanza ad andare a fuoco è stata la sala, poi il rogo si è propagato in poco tempo in tutto il bilocale. La donna si è gettata dal balconcino della camera da letto. Se si fosse lanciata da quello della sala avrebbe forse potuto attutire la caduta, atterrando su un balcone al terzo piano, ma con tutta probabilità la stanza era già infuocata e lei, per istinto, è fuggita nella camera da letto. Sueli, ricostruisce la pm Maura Ripamonti, "con le fiamme alle spalle, in un estremo tentativo di salvarsi" si è lasciata cadere nel cortile. Un volo di una quindicina di metri. Poco dopo è morta al Fatebenefratelli. Il movente starebbe in "ragioni di risentimento" da parte di un uomo "violento" anche in passato. Basti dire che la polizia era intervenuta più volte per liti (in un’occasione era stato Pereira a chiamare), una nel 2022 e due nel 2024. Le amiche e la sorella della vittima hanno raccontato che Sueli "la voleva lasciare". Ma "dicono bugie", ha risposto l’uomo alla pm, aggiungendo che anzi "avevamo in programma di sposarci il mese prossimo. Stavamo solo aspettando il mio divorzio", come ultima beffa a definire la crudeltà umana.

Nel frattempo, all’accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza, già da ergastolo, potrebbe sommarsi, oltre all’aggravante in valutazione della crudeltà, quella della premeditazione. Resta da accertare quali e quante "sostanze acceleranti" siano state usate e se, quindi, come sospettano gli inquirenti, avesse preparato quel piano terribile da tempo. L’uomo ha ammesso di aver "fumato una sigaretta" dopo una discussione "e un istante prima di uscire l’ho gettata sul tappeto davanti al divano. Lei era maniaca della pulizia, volevo solo farle un dispetto, non pensavo che avrei provocato un incendio. Preciso che lei puliva il tappeto e il divano con alcol ed ammoniaca". Oggi la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere arriverà al gip, che fisserà l’interrogatorio. Scontata la convalida, poi inizierà il processo in Assise.