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Femminicidio di Settala, la versione di Khalid: non ho ucciso Amina davanti a nostra figlia

"Quando ho sferrato il colpo, la bambina si trovava in un'altra stanza". Intanto il Tribunale dei minori dovrebbe lasciare la piccola in custodia agli zii materni

Amina Sailouhi, 43 anni, uccisa a coltellate dal marito

Amina Sailouhi, 43 anni, uccisa a coltellate dal marito

Settala ( Milano), 12 maggio 2025 - Emergono nuovi particolari sul femminicidio di Amina a Settala, almeno secondo la versione del marito assassino.

"Quando ho sferrato il colpo, la bambina si trovava in un'altra stanza".

Khalid, l'uomo che ha ucciso a coltellate la moglie Amina mentre la figlia di dieci anni era in casa, fornisce la sua versione sulla dinamica del delitto avvenuto il 5 maggio a Settala, nel Milanese nel corso dell'udienza, davanti al Tribunale dei Minorenni sulla convalida del provvedimento di collocamento temporaneo della piccola a una zia.

Gli operatori del servizio sociale del Comune di Settala hanno chiesto al Tribunale che il sindaco possa essere nominato tutore per gestire la raccolta fondi che l'amministrazione sta portando avanti per aiutare per aiutare la ragazzina.

Nel corso dell'udienza davanti al giudice Alberto Viti i servizi sociali hanno anche fatto presente che "il padre non rispettava il divieto di allentamento e incontrava spesso la bambina". La psicologa che la segue e i servizi sociali hanno chiesto che la minore resti affidata al Comune e rimanga nella custodia degli zii materni.

L'avvocato Giorgio Ballabio, legale di Khalid, si è rimesso a ogni decisione del Tribunale “nell'interesse della minore". Il giudice si e' riservato di decidere.

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Nei giorni scorsi Khalid, attraverso i suoi legali Giorgio Ballabio e Maria Cristina Delfino, aveva fatto sapere di essere intenzionato a scrivere alla figlia minore per chiederle scusa e si dice disposto a “risarcire” i familiari della vittima.

"L'uomo, oltre ad essere affranto per il grave fatto che ha portato al suo arresto, inizia a realizzare di aver privato della vita la madre di sua figlia minore e si è detto disponibile a porre in essere tutte le possibili iniziative per cercare di risarcire il danno, seppur parzialmente a fronte dell'incommensurabile nocumento provocato e per quanto nelle sue possibilità. Il pensiero e la preoccupazione sono costantemente rivolti alla figlia alla quale vorrebbe scrivere".