
Le amiche di Amina durante la fiaccolata che ha riunito tutta la città
Settala (Milano) – Il 50enne Khalid Achak, detenuto nel carcere di San Vittore con l’accusa di aver ucciso a coltellate la moglie, la 43enne Amina Sailouhi, sabato scorso nella loro abitazione di Settala, è intenzionato a scrivere alla figlia di 10 anni per chiederle scusa e si dice disposto a “risarcire” i familiari della vittima. Lo rendono noto i suoi legali Giorgio Ballabio e Maria Cristina Delfino.
"L’uomo, oltre ad essere affranto per il grave fatto che ha portato al suo arresto, inizia a realizzare di aver privato della vita la madre di sua figlia minore e si è detto disponibile a porre in essere tutte le possibili iniziative per cercare di risarcire il danno, seppur parzialmente, a fronte dell’incommensurabile nocumento provocato e per quanto nelle sue possibilità. Il pensiero e la preoccupazione sono rivolti alla figlia, alla quale vorrebbe scrivere".
La difesa dell’uomo, insieme alla Procura, non esclude l’ipotesi del rito immediato, "per cercare di far subire il minor pregiudizio possibile alla minore, testimone chiave della vicenda". La piccola si trovava nell’altra stanza mentre la madre veniva accoltellata; è stata lei a chiedere aiuto al 112. Lunedì 12 maggio l’uomo comparirà davanti al Tribunale per i minorenni - la difesa ha presentato una breve memoria -, dove si terrà l’udienza anche per discutere dell’affidamento provvisorio della bambina e del contestuale ricorso, proposto dal pubblico ministero minorile, per la decadenza, o la limitazione della responsabilità genitoriale. Intanto, la comunità di Settala ha promosso una raccolta di fondi a sostegno della piccola. Il link è questo, chiunque può partecipare.