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Femminicidio di Settala, il rimorso del marito-killer: “Esploso di rabbia e non ho capito più nulla, mi spiace”

La ricostruzione nel lungo interrogatorio del 50enne che ha ucciso la moglie Amina Sailouhi: il litigio e lo scatto di rabbia, ma anche le tensioni costanti frutto di un “matrimonio combinato”

Fiori davanti al palazzo dove è stata uccisa Amina Sailouhi (nel riquadro)

Fiori davanti al palazzo dove è stata uccisa Amina Sailouhi (nel riquadro)

Settala (Milano) – "Sono esploso dalla rabbia. Ho preso il coltello e dopo il primo colpo non ho capito più nulla e non ricordo altro”. Così il 50enne originario del Marocco durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto per aver ucciso la moglie Amina Sailouhi, sabato scorso a Settala, alle porte di Milano.

In casa c'era anche la figlia di 10 anni che ha dato l'allarme. L'uomo, accusato di omicidio commesso "in stato di evidente ubriachezza" secondo il capo di imputazione della Procura, assistito dall'avvocato Giorgio Ballabio ha risposto per quasi un'ora alle domande del gip Emanuele Mancini, ricostruendo, sebbene in modo confuso, gli attimi prima dell'omicidio. Tra lui e la moglie era scoppiato un litigio per una vicenda che risale a due giorni prima dovuta a un capriccio della bimba di cui lui avrebbe preso le difese. Quando la donna, ha spiegato, ha minacciato di autoinfliggersi ferite per poi denunciarlo ha avuto uno scatto di rabbia. Dopo la prima coltellata ha un “vuoto di memoria”. Si ricorda di essere andato in stanza della figlioletta per cercarla, ma non per “farle del male”. Il 50enne ha parlato di matrimonio "combinato” e non celebrato per amore, di tensioni in casa e della sua “ossessione”, per dirla con le parole del legale, che i parenti della moglie stessero cercando di appropriarsi dei suoi beni. “Sono dispiaciuto - ha detto anche - perché la vita non si toglie”,

In poco meno di un’ora di interrogatorio, il 50enne si interrompe, tentenna, ammette e prova anche a difendersi, poi chiede scusa. "E' un uomo molto provato che ha reso un'abbondante dichiarazione, rispondendo alle domande del giudice per le indagini preliminari e del pm Antonio Pansa" spiega l’avvocato Ballabio.