Se ne scriviamo qui è perché alla fine nessuno si è fatto male e tutto si è risolto con un grande spavento, in una cornice degna di un disaster movie tra strade evacuate e stazione della metropolitana chiusa. In attesa di spiegazioni tecniche accurate – chissà che non c'entri il caldo – potremmo, come gli antichi, scoprire un messaggio simbolico nel cedimento dell'enorme insegna "Generali" all'ultimo piano dI un grattacielo di Citylife: gli uomini non devono spingersi troppo in alto. Ai tempi dei Greci il limite verticale era l'Olimpo e gli Dei punivano la hybris (superbia) ateniese con funesti castighi. Oggi che la frontiera è lo spazio, addirittura Marte, a rimetterci al nostro posto è la natura, intesa come rivelazione di un fenomeno incontrollabile o di un umano errore. A voler filosofeggiare resta da capire quale sia effettivamente il nostro posto: lassù dove si sfidano le sinuose guglie di Citylife o ai loro piedi dove resiste un convento di monache che oggi più che mai si gode l'ombra del gigante?
Editoriale e CommentoGrattacieli e grattacapi