Milano, 25 luglio 2025 – Non sarebbero emerse lesioni evidenti, come coltellate o segni di arma da fuoco, ma solo qualche frattura delle costole compatibili anche però con un eventuale incidente. È questo un primo risultato dell’autopsia sul corpo di Erika Ferini Strambi, la 53enne dipendente dell'area risorse umane di Luxottica scomparsa nella notte tra il 5 e il 6 luglio, dopo una serata trascorsa in una pizzeria-karaoke di Segrate, e ritrovata morta il 16 luglio nei campi tra Pantigliate e Peschiera Borromeo.

L'autopsia, quindi, al momento non risolve il 'giallo' sulla morte di Erika Ferini Strambi, per cui i carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale di Milano indagano - coordinati dal pm Francesco De Tommasi - per omicidio. Proseguiranno gli accertamenti per chiarire come la donna sia morta.
L’auto in un fosso
Dopo una decina di giorni dalla scomparsa, è arrivata la segnalazione di un agricoltore, che aveva avvistato in un fosso un’auto, una Mini Cooper nera del 2011. Quella della donna. A circa 200 metri è stato poi rinvenuto il cadavere, semisvestito. Una scarpa ancora agganciata a un piede, l’altra sfilata e ritrovata a pochi centimetri. Accanto al corpo c’erano le stampelle che la 53enne usava per muoversi. L’auto aveva gli sportelli chiusi e la chiave inserita nel quadro elettrico.
Si cercano telefono e borsa
Non è però stato trovato il telefono, così come manca all’appello la borsa di tela: i carabinieri hanno chiesto al Comune di tagliare le piante in due aree delimitate, vicino al corpo e vicino alla Mini, ma niente.
L’ultima serata
La donna aveva trascorso la serata di sabato 5 luglio nel ristorante inGordo di Segrate: quella sera c’era il karaoke, una delle passioni della cinquantatreenne, che frequentava anche altri locali sia a Milano che nell’hinterland per cantare brani noti in compagnia. Le testimonianze raccolte dai militari riferiscono che la donna sarebbe andata via un quarto d’ora prima dell’una: pare che avesse bevuto qualche drink, e di conseguenza un conoscente si sarebbe offerto di accompagnarla a casa; lei avrebbe gentilmente rifiutato, dicendo che ce la faceva a guidare.
Nelle immagini registrate da occhi elettronici e varchi contatarghe, attorno all’una, una telecamera avrebbe ripreso il passaggio della Mini in via 2 Giugno a Peschiera Borromeo, tappa intermedia di un percorso apparentemente incompatibile con quello che porta in piazzale Cuoco; in quel momento, la donna era da sola all’interno della macchina.
L’incontro con qualcuno?
È possibile che Erika abbia incontrato qualcuno lungo il tragitto e che i due abbiano deciso di appartarsi in quella stradina sterrata, accanto a una pensione per cani (non risulta che Erika avesse un fidanzato né frequentazioni stabili)? Ammesso che sia andata così, e al momento non ci sono elementi concreti a puntellare questa ricostruzione, ecco la domanda successiva: perché i 200 metri di distanza tra il corpo e la Mini?